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giovedì 11 settembre 2025

11 settembre: una giornata nella storia

E non serve parlare di storia lontana: quella recente basta.

11/09/1972: chiusura delle Olimpiadi di Monaco di Baviera segnate dall'assalto palestinese alla delegazione israeliana.
11/09/1973: colpo di stato in Cile guidato dalla CIA con morte di Salvador Allende e instaurazione della dittatura di Pinochet.
11/09/1989: picnic paneuropeo ai confini tra Austria e Ungheria, con apertura delle frontiere da parte di quest'ultima per permettere ai fuggitivi della DDR di entrare in Occidente.
11/09/1997: istituzione del Parlamento scozzese dopo 290 anni di unione con l'Inghilterra (o di sottomissione alla stessa, andrebbe detto). 
11/09/2001: attentato di Al Qaeda a New York e Washington con quasi 3000 vittime dirette ed elemento scatenante di successive guerre.

Tanto per rimanere a tempi recenti e a cose importanti.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 9 marzo 2022

Germania e Russia: una storia che viene da lontano

Per capire la posizione della Germania nei confronti della Russia in questo momento di grave crisi bisogna comunque anche guardare la storia.
Proviamo a farlo, anche se semplificando e riassumendo (eufemismi, lo ammetto) visto che chiudere in un articolo 150 anni storia di un paese così complesso è in realtà impossibile.
Spero però che questo articolo vi sia di spunto per cercare libri o siti per approfondire.

La Germania in realtà ha sempre avuto il suo baricentro politico ed economico spostato a est. In maniera più o meno forte, più o meno evidente è sempre stato così, anche ai tempi delle due Germanie (e per entrambe, nonostante le apparenze).

Perché questo?

Perché la Germania è stata creata dalla Prussia. E la Prussia era un paese dell'est.
La Prussia ha di fatto costituito il cuore e la parte più forte della Germania fino alla caduta di Hitler (anche se lui non era prussiano, bensì austriaco col cuore in Baviera).
E mentalmente questo "nucleo" prussiano è rimasto anche dopo.
Nei confronti dell'est la Germania ragiona di fatto ancora oggi come la vecchia Prussia.

Passiamo al dopoguerra, che è ciò che oggi ci interessa di più per capire i rapporti tedeschi con l'est.

Fino agli anni '60 questa spinta verso est era di fatto rivendicativa. Si continuava a pensare ai territori persi, a chi fu costretto a scappare dai Sudeti e dalla Slesia.
Atteggiamento mai aperto, esplicito, comunque, a causa della presenza delle potenze occupanti, che mai lo avrebbero permesso.
(Nota: ancora oggi le associazioni dei profughi dei Sudeti e della Slesia sono molto forti e molto politicizzate. Molto più forti e politicizzate, per esempio, delle associazioni dei profughi giuliano-dalmati in Italia).

Negli anni '60 ci fu la prima cesura: Willy Brandt lanciò la Ostpolitik, ma non in termini rivendicativi bensì di riconciliazione. La foto di Brandt inginocchiato a Varsavia è una delle più iconiche della storia, la conosciamo tutti.
E questa politica con alti e bassi e aggiustamenti vari venne poi portata avanti anche da Helmut Schmidt ed Helmut Kohl (parlo solo della politica verso l'Europa dell'est, non della politica in generale: sia Schmidt che Kohl in generale fecero una politica molto diversa da Brandt).
Col secondo che, dopo l'avvento di Gorbaciov e soprattutto dopo la caduta del muro, intensificò il rapporto economico con l'est facendo però l'errore di "scavalcare" Polonia, Cecoslovacchia, ecc. per guardare direttamente all'URSS e poi alla Russia.

E su questo errore di Kohl si compì, grazie a Gerhard Schröder (successore di Kohl alla Cancelleria), la seconda cesura: la Germania si legò mani e piedi alla Russia (Schröder e i suoi accoliti avevano anche interessi personali nella cosa).
La differenza?
Con Kohl di fatto la Germania era il senior partner, con Schröder il senior partner divenne la Russia.
Angela Merkel continuò poi la politica di Schröder, cambiando lo stile ma non la sostanza. Del resto la sua storia parla per lei: prima della caduta del Muro era ben inserita nelle strutture della vecchia DDR e non partecipò mai alle manifestazioni per la democrazia e per la riunificazione.

Ora è arrivato Olaf Scholz che, per necessità o per volontà, vuole spostare il baricentro.
Ma la Germania ha troppi impegni e legami con la Russia per potersi liberare facilmente da questa situazione (di fatto la Germania è sotto ricatto da parte russa) e quindi Scholz se vuole durare e avere successo deve andare coi piedi di piombo.
O fare l'esatto opposto: dare un taglio netto e totale immediatamente. Cosa che non rientra nelle corde della politica (ma neanche della società) tedesca. Ci vuole troppo coraggio e la disponibilità a fare sacrifici.

Saluti,

Mauro.

giovedì 11 novembre 2021

I misteri del tedesco 26 - Mangiarsi la nonna morta

Voi vi mangereste la nonna morta?
Siamo sinceri: detto in questi termini a nessuno di voi salterebbe neanche per l'anticamera del cervello di rispondermi di sì.
Eppure sono convinto che, almeno ad alcuni di voi, poi piacerebbe.

No, non sono necrofago (o meglio, in realtà forse sì, visto che per esempio un ossobuco di manzo me lo mangio volentieri, ma solo se il manzo è morto e non vivo 😉) e neanche semplicemente impazzito.

La Tote Oma, in italiano Nonna morta, è un tipico piatto della cucina della ex Germania Est.
È un piatto che può avere diverse composizioni, una versione è fatta di sanguinaccio, salsiccia di fegato (sulla salsiccia di fegato, in tedesco Leberwurst, dovrò prima o poi farci un articolo in questa serie), brodo di carne, maggiorana, santoreggia, cipolle e pepe.
Altre versioni possono prevedere anche patate o altre erbe rispetto a maggiorana e santoreggia o altro ancora.
L'unica cosa in comune di tutte le ricette è che si tratta di un misto di prodotti di salumeria e di ortaggi.

Ma non è comunque della ricetta che volevo parlarvi (se sapete il tedesco e vi interessa, una versione la trovate qui).
Volevo parlarvi del nome.

Perché un piatto del genere (che piaccia o meno come gusto, non ha poi ingredienti così incredibili) ha un nome così strano? Così, a prima vista, disturbante?

C'è chi dice che il nome sia nato dall'aspetto del piatto, che ricorda resti umani sanguinolenti (anche per il colore dovuto al sanguinaccio), infatti in alcune zone il piatto viene anche chiamato Blutiger Verkehrsunfall, cioè Incidente d'auto sanguinoso.
Giudicate voi:


Io non sono in realtà del tutto convinto.
Ma se non all'aspetto, allora a cosa?

Alcuni storici che si occupano di storia dell'alimentazione dicono che ciò derivi da un certo tipo di humor con cui i cittadini della DDR cercavano di coprire, di rendere psicologicamente inoffensiva la carenza alimentare nel paese e quindi si sarebbero mangiati anche una nonna morta...

Neanche questa spiegazione mi convince del tutto, ma non ne ho trovate altre.
Chi di voi vive in Germania o la frequenta conosce altre spiegazioni per questo macabro nome?
Se ne avete, fatemele sapere nei commenti.

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco  – Lista completa

domenica 7 novembre 2021

I misteri del tedesco 25 - La libertà del corpo

Se io vi cito i concetti di "nudismo" e "naturismo" tutti capite di cosa parlo (soprattutto se dico "nudismo", per chi non conoscesse la parola "naturismo"... sappiate che è semplicemente la stessa cosa espressa in termini più politicamente corretti), indipendentemente dal giudizio che sia io che voi possiamo dare sulla cosa.

E infatti non voglio parlarvi di come si può giudicare la cosa.
Voglio parlarvi di Germania.
Anzi, in realtà neanche di Germania, bensì di lingua tedesca.

Premessa: il nudismo qui in Germania è molto più diffuso e considerato normale di quanto lo sia in Italia. Anzi, sembra che nacque proprio qui nel 19° secolo.
E nella ex Germania Est è ancora più normale e diffuso che nella ex Germania Ovest.

Ma a parte le questioni geografiche (e politiche, che ai tempi comunque c'entravano, ma non sono il tema di quest'articolo, oltretutto già ai tempi del nazismo il nudismo era parte integrante della cultura tedesca), è il nome che qui ancora oggi viene dato al nudismo a essere interessante.

Il nudismo in tedesco è chiamato con l'acronimo FKK.
(Prima che fraintendiate: FKK, non KKK... il Ku Klux Klan non c'entra niente... del resto loro si coprono anche il volto, altro che scoprirsi il resto!).

L'acronimo FKK è l'abbreviazione di FreiKörperKultur.
Tradotto letteralmente significa Cultura del Corpo Libero.
Nel senso che il corpo, dove si pratica il nudismo, secondo i praticanti è libero da ogni costrizione e da ogni ipocrisia (e qui, come capite, c'entra il discorso politico sotto le due dittature, quella nazista e quella stalinista).

Però, onestamente, a me la definizione Cultura del Corpo Libero fa venire in mente questo:

Lo so, sono una brutta persona 😉

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco  – Lista completa

domenica 31 gennaio 2021

A zonzo per Dresda

Dresda... la "Elbflorenz", la "Firenze sull'Elba" (no, non l'isola, il fiume).

A Dresda bandiera rossa la trionferà...

A Dresda ci sono angioletti che tutti conoscete...

E a Dresda ci sono anche latterie molto particolari...

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti gli "A zonzo per...".

domenica 8 ottobre 2017

Dresda città nera

No, non sto parlando di politica. Anche se con le elezioni tedesche da poco passate da dire ce ne sarebbe.
No, sto parlando dell'aspetto degli edifici storici di Dresda:





In parte l'età... e in parte risultato dell'incendio seguito al bombardamento del febbraio 1945 (tracce mai pulite sotto la Germania Est).

Saluti,

Mauro.