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domenica 16 febbraio 2025

Discorsi storici dimenticati

Quando pensiamo a discorsi storici generalmente pensiamo a discorsi fatti per stimolare la parte migliore, il coraggio, la forza di chi li ascolta o - in un futuro - li leggerà.
Discorsi magari splendidi ma soprattutto retorici, pomposi (anche perché se no, raramente funzionerebbero).
Se io vi chiedessi quali grandi discorsi vi vengono per primi in mente, probabilmente mi citereste il "Blood, sweat and tears" di Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale o il "I have a dream" di Martin Luther King Jr. negli anni '60 (no, il "Ich bin ein Berliner" di JFK Jr. era uno slogan, non un discorso).

Ma ci sono anche discorsi che hanno fatto la storia, anzi almeno in parte la hanno cambiata (talvolta in bene, talvolta purtroppo no), senza però diventare famosi in sé, senza che oggi l'opinione pubblica (storici esclusi) li ricordi.

Oggi ve ne voglio ricordare tre.
Il primo ebbe effetti positivi.
Il secondo negativi.
Il terzo dipende dal lato politico da cui lo guardiamo (ma in realtà fu anch'esso positivo) 😉

Il primo venne pronunciato il 9 settembre 1948 dall'allora sindaco di Berlino Ernst Reuter davanti al Reichstag durante il blocco sovietico di Berlino Ovest in cui si appellò alle democrazie occidentali per mantenere viva la speranza di una Berlino libera.
Questo discorso è importante in particolare per noi italiani (anche se in Italia nessuno lo ricorda) perché è la prima occasione in cui un politico non italiano citò l'Italia al fianco di quelle che allora erano considerate le grandi democrazie occidentali (USA, Regno Unito e Francia), che erano oltretutto le potenze vincitrici della guerra.
Per la precisione nella frase: "Ihr Völker der Welt, ihr Völker in Amerika, in England, in Frankreich, in Italien! Schaut auf diese Stadt und erkennt, daß ihr diese Stadt und dieses Volk nicht preisgeben dürft und nicht preisgeben könnt!" ("Voi popoli del mondo, voi popoli in America, in Inghilterra, in Francia, in Italia! Guardate a questa città e riconoscete che voi non dovete, non potete abbandonare questa città e questo popolo!").
Qui il testo completo (in tedesco) del discorso.

Il secondo discorso che vorrei ricordarvi è un discorso molto meno bello nei contenuti, anche se ebbe effetti dirompenti negli Stati Uniti, effetti che fecero danni ancora per molto tempo dopo che gli effetti legali dello stesso vennero eliminati.
Lo pronunciò il senatore Joseph McCarthy il 9 febbraio 1950 a Wheeling, davanti a un club di donne repubblicane... un discorso che, visto il luogo e il pubblico, non avrebbe dovuto diventare storico ma che, grazie all'amplificazione che ne fece la stampa, diede il via a una caccia alle streghe contro i comunisti (che per McCarthy erano tutti quelli che non fossero veri conservatori) che oggi ricordiamo col nome di maccartismo.
Qui il testo completo (in inglese) del discorso.

Il terzo discorso invece viene dall'estremo oriente, dalla Cina per la precisione, e lo pronunciò Deng Xiaoping il 18 marzo 1978 all'apertura della Conferenza Nazionale delle Scienze.
Questo discorso costituì una cesura nella storia moderna della Cina, in quanto la fece passare da paese enorme ma povero a paese lanciato verso un futuro tecnologico e scientifico che avrebbe terremotato anni dopo l'economia mondiale.
È un discorso molto bello e pregnante e la sua frase conclusiva, per quanto retorica, dice tutto e di più: "May science flourish and grow! May this conference be a complete success!" ("Possa la scienza fiorire e crescere! Possa questa conferenza essere un successo totale!".
Qui il testo completo (in traduzione inglese) del discorso.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 24 maggio 2023

È di moda... ma non esiste, o quasi

Il tè è sempre fonte di "casini" linguistici.
Vi ricorderete forse il mio articolo sulla teina e sul tè deteinato.
Da qualche anno ne sta però dilagando un altro.

Da qualche tempo è diventato di moda il "chai".
Ma... il chai ha un bel nome, esotico, orientale (e questo per gli occidentali ascientifici e bioignoranti è garanzia in sé di qualità), ma niente altro che quello.

"Chai" è un termine indiano che significa semplicemente... tè.
E deriva dal cinese "chá" (茶).
Un'ottima spiegazione etimologica la si trova qui, sulla wikipedia in inglese.

E quindi?
Quindi chi vi sta vendendo del chai, vi sta semplicemente vendendo del tè.
E se vi dovesse vendere qualcosa di diverso dal tè... o vi imbroglia o non sa neanche lui cosa vi sta vendendo.
Tutto qui.

Saluti,

Mauro.

domenica 15 agosto 2021

La fuga dall'Afghanistan

Provo qui a mettere in testo unico, con qualche aggiunta, un thread che ho scritto stamattina su Twitter.

L'altro ieri al telegiornale si parlava di un possibile crollo dello Stato in Afghanistan.

Ma di che crollo si parla?
Uno Stato reale, esistente, può crollare. Non uno Stato di facciata, inesistente.
Quando mai è esistito lo Stato in Afghanistan?
Di nome, sì, è esistito, ma di fatto l'Afghanistan è sempre stato o diviso o occupato (sì, anche i Talebani sono di fatto un occupante, visto che si sono formati e organizzati in Pakistan).
Oltretutto l'Afghanistan nacque artificialmente come Stato cuscinetto tra l'India britannica e la Russia zarista, quindi il difetto è di nascita. Non si tratta di una novità.

Ma anche guardando l'attuale Stato, quello che la comunità internazionale riconosce come Afghanistan... non esiste.
Anche se i Talebani sparissero d'incanto, non rimarebbe uno Stato, un Afghanistan. Lo Stato non c'è. L'Afghanistan non esiste.
L'unica forza di unificazione negli ultimi vent'anni sono state le forze militari NATO.
Erano loro a essere presenti dappertutto. Erano loro a gestire o fornire i servizi essenziali. Non le istituzioni afghane.

Se l'Occidente avesse voluto creare qualcosa di stabile, di efficiente, non avrebbe dovuto insistere su uno Stato unitario, unico (tra l'altro, come accennato sopra creato artificialmente dai britannici nell'800) ma permettere e sostenere ufficialmente la formazione di Stati diversi e compatti (ufficialmente, visto che di fatto sono sempre esistiti).
Insistendo su una forma vuota è logico che questa crolli una volta che tu occupante sei scappato (sì, perché quella di USA e NATO è una vera e propria fuga, fatta alla svelta e quasi di soppiatto, senza un vero passaggio di consegne, non un ritiro ordinato e organizzato).

L'Afghanistan sarebbe crollato anche senza Talebani.
Con meno violenza, probabilmente. Con meno profughi, forse. Con meno problemi per l'Occidente, di sicuro.
Ma sarebbe crollato comunque.

Però sotto un certo punto di vista sembra che la cosa fosse voluta.
Del resto perché avresti speso miliardi e miliardi di dollari ed euro per NON formare delle vere forze armate?
Hai speso e speso in addestramento, armi e mezzi e poi, alla prova del fuoco, queste forze armate, puff... si sciolgono come neve al sole.
Hai speso miliardi per formarle come? Per formarle a non combattere, a farsela addosso, a scappare?
Bella formazione!

O lo hai fatto di proposito? Non le hai formate di proposito?
È stata solo facciata e per qualche strana ragione non volevi uno Stato forte?

Perché uno Stato forte presuppone tra le altre cose forze armate efficienti. Magari non potenti, ma di sicuro efficienti.
Qui di efficienti sembrano esserci solo le scarpe che i militari afghani usano per scappare.

Ma forse... forse è tutto voluto per poter reintervenire un domani.
Magari con la scusa di frenare l'espansionismo cinese o quello russo.

Forse.

Saluti,

Mauro.

domenica 3 maggio 2020

Domande sull'Italia (e non solo)

Oggi pomeriggio in un gruppo chiuso su Twitter, Enrico Marani ha posto alcune interessanti domande, prima generiche e poi specifiche sull'Italia.
Visto che mi aveva indirettamente chiamato in causa, invitando i membri che vivono all'estero, ho provato a rispondere alle sue domande.
In base, ovviamente, alle mie conoscenze, idee e opinioni.
Non vi posso mettere il link al dialogo originale perché, essendo un gruppo chiuso, non vedreste comunque niente.

Vediamo le domande e le mie risposte (queste ultime un po' più articolate rispetto a quanto scritto su Twitter).

La domanda semplice: qual è il peso della dimensione nazionale di un paese in relazione a quella internazionale? A volte nella discussione sembra che il "cortile di casa" sia un semplice pollaio per allocchi, mentre le decisioni vere siano prese in UE, BCE, Cina, USA, ecc.

La domanda in realtà non è semplice quanto sembra.
Se penso a dove vivo, la Germania, il "cortile di casa" è molto importante, sia per la politica che per la gente.
Ma non solo a livello nazionale, anche a livello regionale dei singoli Länder.
Anche le decisioni della UE a cui la Germania deve semplicemente obbedire (o magari non è obbligata, ma le convengono quindi le accetta e basta) vengono spesso presentate come decisioni prese "con la" UE e non "dalla" UE, per far sì che vengano accettate più facilmente (e per evitare che la UE venga considerata una dittatura).

Detto questo ritenete quindi importante seguire sviluppo nazionale con attenzione? Capita, almeno a me è capitato, di sentirsi dire, ma cosa segui queste cose che non contano nulla, pensa più in grande.

Intanto va detto che "pensare in grande" io personalmente lo associo più ai temi che al livello "geografico", locale o globale che sia.
Comunque al di là di questo la risposta a questa domanda è a mio parere più semplice di quella precedente.
Per quanto possibile bisognerebbe sempre cercare di seguire in parallelo sia il livello locale che quello globale.

E poi vi chiedo di Italia. [...]

Italia rischia deriva venezuelana?


Se non fossimo dentro la UE e nell'area Euro, avrei effettivamente paura. La mentalità pentastellata è quella. E quella leghista o di FdI non è molto diversa (quindi tornassero al potere da questo punto di vista non cambierebbe niente).
Per questo - pur con tutti gli errori che sta facendo la UE - serve che l'Italia resti attaccata con le unghie e con i denti all'Europa.
È vitale che lo faccia, comunque si comporti la UE.

Conte è unica opzione plausibile?

Io credo che il Conte II non fosse l'unica opzione plausibile/possibile alla caduta del Conte I.
Io continuo a essere convinto che il PD abbia commesso un errore nel non voler andare alle urne, la paura è stata cattiva consigliera (ne scrissi qui).
Oggi purtroppo non vedo alternativa a Conte all'interno del Parlamento, nel senso che non vedo possibili maggioranze alternative.
A meno di non passare a un governo tecnico o "del Presidente".
Ma al di là del dubbio sul se e quanti partiti lo accetterebbero (tale governo dovrebbe avere comunque la fiducia del Parlamento), chi sarebbe così pazzo da accettare oggi l'incarico per guidare detto governo?
Draghi? Cottarelli? Cartabia? Colao? Altri?
Comunque li si giudichi politicamente, pazzi non sono, quindi non credo si suiciderebbero accettando.

Conte essendo da sempre un paravento chi rappresenta?

Conte I rappresentava, senza se e senza ma, Casaleggio e chi sta dietro Casaleggio.
Conte II è un mistero. Certo non si è ancora staccato, svincolato da Casaleggio, ma lo rappresenta quanto lo rappresentava Conte I?
In realtà sembra guardarsi intorno, come a cercare chi possa garantirgli maggiori possibilità di sopravvivenza politica.

C'è da preoccuparsi per attuale situazione o si esagera inutilmente?

Obiettivamente noi italiani tendiamo sempre a esagerare ogni situazione, in un senso o nell'altro, ma la situazione è sicuramente seria e pericolosa.
Al di là degli eventuali fini di chi dovesse tirare le fila da dietro le quinte, mai abbiamo avuto una classe dirigente (e metto insieme governo e opposizione) di così basso livello intellettivo e intellettuale (e politico!) di quella attuale.
Neanche durante il peggior pentapartito o il peggior Berlusconi.

M5S è forza democratica o no?

Questa è la domanda più facile di tutte: no, il M5S non è forza democratica. E non è mai stata intenzione di chi lo ha creato che lo fosse o che lo diventasse.

Saluti,

Mauro.

venerdì 13 marzo 2020

Kleines Überlebenshandbuch (für uns und für die anderen)

Liebe deutsche Freundinnen und Freunde, mit dem Coronavirus macht Ihr gerade alles falsch.
Statt von der italienischen Situation zu lernen, Ihr ignoriert die Gefahr.
Ihr solltet übernehmen, was wir richtig gemacht haben, und lernen, von was wir falsch gemacht haben.

Ich habe einen kleinen Ratgeber von Stefania Conti übersetzt.
Ihr solltet ihn aufmerksam lesen und die zukünftige nötige Einschränkungen respektieren. Und womöglich ihr zuvorkommen.

Hier könnt Ihr das Original vom 08.03.2020 auf Italienisch lesen.
Die Übersetzung findet Ihr unten.

Ihr dürft das italienische Original und die deutsche Übersetzung, unter Angabe der Autorin (und - warum nicht? - des Übersetzers), weiterverbreiten, -benutzen und -veröffentlichen.

Gruß,

Mauro.

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Unter der Voraussetzung, dass das klinisches Bild noch nicht genug bekannt, vielfältig und veränderlich ist und dass ich eine Vereinfachung benutze, um ein komplexes Thema verständlich zu machen, wir können sagen, dass die Pneumonie aus Covid-19 atypisch ist.
Sie verursacht nicht nur Atemnot, sondern greift auch die interstitielle Zone an und verhindert dabei den Sauerstoffwechsel.

Warum ist es nötig, in die Intensivtherapie intubiert zu werden?

Weil die Lungen Hilfe brauchen, um das Kohlendioxid auszustoßen und den Sauerstoff eindringen zu lassen.
Daher die Notwendigkeit, Patienten so früh wie möglich zu intubieren, sobald das klinisches Bild sich zeigt.

Die Entwicklung der Pneumonia hängt nicht vom Alter ab. Es gibt viele junge Menschen oder Menschen in mittleren Alter intubiert: Der Unterschied ist, je jünger und gesunder, desto einfacher geheilt zu werden.

Was bedeutet das?

Das bedeutet, dass für viele Personen nötig ist, in Spezialeinheiten aufgenommen zu werden, die Intensivtherapie (oder Reanimation) benannt sind.
Diese Einheiten sind selbstredend wenig in jedem Krankenhaus und das dafür geschulte Personal ist knapp.
Natürlich dienen diese Einheiten jedem Notfall: ein Autounfall, ein Schlaganfall, ein Postoperativ, usw.

Die Betten in Intensivtherapie jede 100k Einwohner in Europa sind wie in die Grafik gezeigt (Bezug):


Warum war es sehr, sehr wichtig, die Einschränkungsmaßnahmen einzuhalten?

Warum war (und ist) es nötig Zeit überall zu gewinnen, aber vor allem in Mittel- und Süditalien?

Weil, sobald es nicht genug Betten in Intensivtherapie gibt, man die TRIAGE einsetzen muss. Die Triage ist ein französisches Wort, die "Auswahl, Sortierung" bedeutet.

Es ist ein System, mit dem man die Patienten in aufsteigenden Dringlichkeitsstufen sortiert, der Schwere der Schädigungen und deren klinisches Bild entsprechend. Die Prioritätsetzung kann wichtigen moralischen und ethischen Kehrseiten mit sich bringen, vor allem bei katastrophalen Ereignissen mit großen Zahlen von Patienten.

Mit der Triage werden es Personen geben, die Priorität bekommen werden: und das gilt nicht nur für Coronavirus-Patienten, sondern für allen Patienten, die Intensivtherapie brauchen.

Wenn die gleiche Zahl von Patienten auf Zeit verteilt wird, braucht man keine Triage:


Warum ist jeder von uns jetzt verantwortlich nicht nur für das eigene Leben/Tod, sondern auch für das der anderen?
Eine sehr wichtige Studie gerade auf Lancet veröffentlicht (COVID-19: too little, too late?) klärt, wie die drakonische Maßnahmen in China tausende von Leben gerettet haben.

Der Artikel kann so zusammengefasst werden:

1)
Das Coronavirus ist nicht gutartig.
Es killt.
Die politische Reaktion sollte die Bedrohung für die nationale Sicherheit widerspiegeln, die es bei SARSCoV2 gab.

2)
Chinas Erfolg ruht auf der "starke Macht", die schnell agieren konnte, dazu kommt die "Gehorsamkeit" des chinesischen Volkes auf strengen Prozeduren des Gesundheitswesens.
Obwohl demokratische Staaten so was nicht haben, es gibt Lektionen aus der chinesischen Erfahrung, die Staats- und Regierungschefs lernen können.

3)
Indizien zeigen, dass die Einschränkungen der Regierung Chinas tausende von Leben gerettet haben. Dazu kommt, dass - beim Reduzieren der Zeit der Wiedernormalisierung - die auch die Wirtschaft retten.
Länder mit hohem Einkommen sollen ihren Ängste gegenüber mögliche negativen wirtschaftlichen und sozialen Folgen fallen lassen, die bei Beschränkungen einiger Freiheiten als Maßnahmen zur Kontrolle der Epidemie entstehen könnten.

Warum brauchen wir Erwachsene und nicht Kinder?

Weil WIR UND NUR WIR die Epidemie zeitlich und geographisch einschränken können.

Was wird erfordert? Wir müssen auf "kleiner" persönlichen Freiheiten verzichten, in Anbetracht einer "großen" gemeinsamen Notlage.

Wieso und warum können erwachsene Frauen und Männer glauben, dass "die Flucht" eine Lösung sein kann?
Und fliehen wohin? Und wofür?

DIE GANZE WELT IST GERADE SOWOHL BEI DEM PROBLEM WIE AUCH BEI DER LÖSUNG VEREINT.

Was bedeutet, die Einschränkungen nicht zu respektieren, die uns auferlegt werden?

Es bedeutet das, bei falschem Verhalten, Plätze in der Intensivtherapie gefährdet werden.
Und man kann nicht im Voraus wissen, wem dieser Platz in der Intensivtherapie aufgesagt wird.

Man kann sich nicht hinter der Sicherheit des Alters oder der Gesundheit verstecken: Das Virus ist demokratisch, trifft ALLE und die Fakten haben bewiesen, dass auch Junge und Gesunde die Intensivtherapie benötigen könnten.

Wer sagt, dass die Todesfälle mit Coronavirus verbunden sich trotzdem ereignet hätten (weil meistens alte oder immunschwäche Leute betroffen sind) und deswegen nicht gezählt werden sollten, er verfehlt wahrscheinlich den Punkt, dass es Sterbefälle geben könnten (wegen Auto-, Arbeits-, Sportunfälle oder einer schweren und plötzlichen Pathologie jeder Art), weil sie nicht angemessen wegen Ressourcenknappheit behandelt werden.

Die Einschränkungsmaßnahmen zu ignorieren bedeutet sich selbst, die eigene Familie und viele anderen Personen aufs Spiel setzen: Ziel dieser Maßnahmen ist, die Verbreitung des Virus zu verlangsamen. Es ist, im Moment, die einzige Verteidigung, die wir haben.

Zum einen Mal sind wir alle auf der Welt in die selben "Team", "Partei" oder "Religion": Gleiches Ziel, gleicher Krieg.
Zum einen Mal können wir alle auf der Welt sehr viel zählen, den Unterschied machen. Ein GROßER Unterschied.

Es hängt nur von uns ab: wir können entscheiden, ob wir Erwachsene oder Kinder sein wollen, trotzköpfig oder verantwortungsvoll, leben oder sterben.

Es hängt von uns ab, nur von uns.

Weil wir keinen Peter Pan brauchen, sondern Frauen und Männern.

(Stefania Conti).