Ricevuto ieri da un'amica di Genova.
Oggi lascio la parola a lei, a Serena.
Saluti,
Mauro.
---
Premesso che l’attuale Sindaco di Genova, non mi piace né come persona, né come amministratore, non credo che le conseguenze di quanto è successo, siano da imputarsi nella totalità a lei. Faccio un passo indietro: il 25 ottobre, c’è stata l’alluvione nella zona delle Cinque Terre, con le ben note conseguenze e ne siamo venuti a conoscenza tutti. A distanza di una settimana (mercoledì 2 novembre) a Genova, viene emesso un “allerta meteo 2” a partire dalle ore 6 di venerdì 4, successivamente anticipato alle ore 22 di giovedì 3. Inizio con le considerazioni. La prima: fino a questa volta, gli allerta meteo, venivano diramati 24 ore prima dell’evento, mentre stavolta le ore sono state, almeno, 48. Seconda considerazione: il Sindaco, memore dell’alluvione del 2010 a Sestri Ponente ha emesso un’ordinanza di chiusura delle attività, nelle zone intorno a Via Giotto. Decisione, ovviamente, criticata dagli interessati (e se ti sbagli?)!
Allora, dopo tutto questo, è possibile che ai genovesi serva un’ordinanza di chiusura delle scuole, per tenere i figli a casa? Ovviamente, se non fosse successo nulla, le critiche sarebbero piovute (è il caso di dirlo) a centinaia sulla testa del Sindaco. Possibile che ci siamo trasformati in un branco di amebe che hanno perso la capacità di ragionare e che hanno bisogno che qualcuno dica, minuto per minuto, cosa dobbiamo fare? Abbiamo messo il cervello in naftalina?
Io non sono un essere soprannaturale in grado di prevedere calamità, eppure ho consigliato a mia sorella di rimanere a casa con i bambini. Consiglio che, ovviamente, è rimasto inascoltato, con il risultato che alle 14, mia sorella era bloccata a Brignole con l’acqua alle ginocchia. Era tanto spaventata da non sapere cosa fare e ho dovuto spronarla ad allontanarsi da lì. Inizialmente le avevo consigliato di entrare nella stazione e di raggiungere un binario qualsiasi, purtroppo la stazione era chiusa perché allagata, in seconda istanza, quindi, le ho detto di raggiungere via De Amicis e di salire in cima per togliersi dal pericolo di essere raggiunta da un innalzamento improvviso del livello dell’acqua. Grazie a un Signore (scrivo l’iniziale maiuscola, perché se lo merita) che soccorreva chi, come mia sorella stava cercando di togliersi da una situazione di pericolo, facendo la spola tra le pensiline degli autobus e l’inizio della strada su nominata aiutandoli a percorrere quella breve distanza, mia sorella è riuscita a spostarsi dal lago di acqua e fango. Un’amica, invece, ha intelligentemente deciso di starsene a casa con la bambina, evitando così, di trovarsi in una situazione di pericolo. Altro esempio negativo: alle 15 di venerdì c’erano ancora persone che andavano a ritirare esami clinici all’ospedale Gaslini. Tralasciando il fatto che il centro di Genova era sott’acqua da diverse ore, ricordo che era esondato anche lo Sturla e che la zona era allagata. Ma che bisogno c’era? Andare a ritirarli passato il pericolo, no?
Veniamo ora alle polemiche. Vengono fatte critiche alla Vincenzi su due fronti: mancata chiusura delle scuole e inadeguata pulizia dei letti dei torrenti.
Per quanto riguarda le scuole, il protocollo per l’allerta meteo di tipo due, non ne contempla la chiusura e la scelta è lasciata agli enti locali. L’anno scorso era stata prevista una forte nevicata e il Sindaco ha ordinato la chiusura delle scuole. Non è successo nulla e le critiche si sono sprecate. Io voglio sperare che la signora Vincenzi non si sia lasciata influenzare da questo avvenimento e che la decisione di tenere aperte le scuole sia stata dovuta solo alla valutazione delle possibilità che potesse o meno, succedere qualcosa. C’è anche da dire che il Sindaco aveva dato disposizione agli Istituti Scolastici di tenere i bambini a scuola (nel caso, ovviamente, fosse successo qualcosa) fino al termine dell’emergenza. Disposizione che è stata prontamente… disattesa. A questo punto di chi è veramente la colpa? Del Sindaco, dei Dirigenti Scolastici che si sono sentiti in dovere di invitare i genitori, nel momento di massimo pericolo, ad andare a prendere i figli o dei genitori che, nonostante il precoce allerta, si sono sentiti in dovere di mandare comunque i figli a scuola? Torno a chiedermi se siamo in grado di ragionare con la nostra testa o se aspettiamo che qualcuno venga a suonare il campanello di casa nostra e ci dica quali sono le norme (di semplice buon senso) da adottare in caso di allerta meteo?
Faccio una digressione: nella tarda serata di venerdì, il Sindaco ha emesso un’ordinanza che vietava la circolazione di veicoli sul territorio cittadino (fatte, ovviamente, le debite eccezioni). Posso capire che alcune persone abbiano appreso della disposizione, quando erano già per strada ma nel tardo pomeriggio i veicoli in circolazione avrebbero dovuto essere veramente pochi, invece, il traffico era lo stesso di un qualsiasi sabato. Idem oggi. Allora, i genovesi domandano al Sindaco come comportarsi in caso di allerta 2, quando poi le disposizioni vengono date, se ne fregano. Un autore che mi piace particolarmente, fa dire dal protagonista dei suoi libri al suo braccio destro di: “Agire alla luce dell’intelligenza, guidata dall’esperienza.” Consiglio che noi genovesi non saremmo certo in grado di seguire, visto ciò che è accaduto.
Veniamo al discorso torrenti. Vero, verissimo che i letti dei torrenti sono trascurati ma proviamo a fare un minimo di mea culpa? Non credo che l’amministrazione comunale vada di notte a buttare nei greti dei torrenti elettrodomestici vari, mobili o oggetti ingombranti in generale, perciò possiamo essere solo noi cittadini a farlo. E se poi il Comune dopo aver sgomberato i letti dei torrenti da tutti questi articoli, rimane senza fondi per provvedere alla manutenzione ordinaria, non lamentiamoci. Io devo essere una delle poche persone che ha invitato l’edicolante di Piazza Giusti a stare attento ai cartelloni che con sospetta regolarità finiscono nel greto del Bisagno. Mi ha risposto di farmi i c..zi miei e che, comunque, non sono certo quelli a dare problemi, perché sono di cartone. La mia risposta è che erano fatti miei e che, comunque, avrei fatto le mie rimostranze alla Municipale. Ora non voglio certo dire che il problema della manutenzione sia legato solo al motivo che ho detto, di sicuro c’è tanto disinteresse e tanta incuria, ma anche noi abbiamo le nostre colpe. Inutile parlare della cementificazione intorno e sopra ai torrenti ma, anche in questo caso, voglio fare una riflessione. Per (finire di…) costruire uno scolmatore (sarebbe comunque insufficiente) che faccia defluire le acque del Fereggiano o alla Foce o a Quarto, occorrono almeno 250 milioni di euro. Una quantità enorme di soldi che potrebbe, invece, essere utilizzata per allargare il corso del torrente, abbattendo una parte dei palazzi costruiti lungo il suo corso e ricostruendoli da un’altra parte.
Io non dico che tutto quello che è successo fosse inevitabile ma se i genovesi avessero tirato fuori dalla naftalina anche solo un paio di neuroni, probabilmente ci sarebbe stata qualche morte in meno.