Oggi prendo spunto da un messaggio sul blog della mia cara Ricciolina, dedicato a Joy Fielding, per parlare anch'io un po' di letteratura.
Chi mi conosce, sa che sono un grandissimo appassionato di giallistica scandinava in particolare e nordica in generale.
Tutto cominciò una decina di anni fa quando scoprii i romanzi di Henning Mankell dedicati al commissario Kurt Wallander.
Poi pian piano scoprii gli altri: i norvegesi Jo Nesbø (al tempo stesso splendido e impossibile il suo personaggio Harry Hole), Kjell Ola Dahl (con il suo Gunnarstranda) e Anne Holt (con il suo bel personaggio femminile di Hanne Wilhelmsen), gli islandesi Arnaldur Indriðason (per me il migliore di tutti, soprattutto col personaggio di Erlendur Sveinsson), Viktor Arnar Ingólfsson (autore di romanzi bellissimi, ma senza un personaggio ricorrente) e Yrsa Sigurðardóttir (autrice raffinata e anche particolare come la sua eroina Dóra Guðmundsdóttir), gli svedesi Roslund & Hellström (con il loro Ewert Grens), Arne Dahl (con la sua squadra A che si occupa di crimini di stampo internazionale), Stieg Larsson (con la sua trilogia Millennium), Johan Theorin (con i suoi romanzi ambientati su Öland), Liza Marklund (precorritrice dei personaggi femminili oggi altrettanto diffusi di quelli maschili), Håkan Nesser (con la sua geografia inventata intorno ai personaggi di Van Veeteren e Gunnar Barbarotti), Helene Tursten (con la sua sempre combattuta Irene Huss), Leif GW Persson (splendido autore che si maschera da giallista per parlare invece di politica e società) e John Ajvide Lindqvist (che mischia il giallo con l'horror) e i finlandesi Leena Lehtolainen (con la sua Maria Kallio) e Taavi Soininvaara (creatore di un personaggio molto particolare come Arto Ratamo).
E prima di tutti questi, il duo svedese padre di tutta la letteratura gialla scandinava: Per Wahlöö e Maj Sjöwall, creatori del personaggio del commissario Beck, che credo non abbia bisogno di presentazioni.
Qualcuno si sarà accorto che non ho citato autori danesi... nulla contro la Danimarca (anzi ci vado spesso con piacere per lavoro), ma la sua letteratura gialla la devo ancora esplorare ;-)
E ora comunque si chiude un'epoca: questa mia passione è cominciata con Henning Mankell e il suo Kurt Wallander... e ora Mankell ha scritto l'ultimo romanzo dedicato a Wallander, romanzo già uscito qui in Germania dove vivo, ma non ancora in Italia.
Romanzo molto bello (titolo tedesco "Der Feind im Schatten", cioè "Il nemico nell'ombra"... ma è da vedere come verrà tradotto in italiano, l'originale svedese è "Den orolige mannen") e molto, molto triste.
Non è solo un giallo. È un romanzo cupo, che descrive la decadenza di un uomo in cui si fa strada l'Alzheimer ma che fino all'ultimo cerca la verità nel lavoro e nella vita.
Un romanzo che, cosa più unica che rara per un giallo, può strappare una lacrima a più d'uno dei suoi lettori.
Saluti,
Mauro.
Senza Pitagora e senza Erone
14 ore fa
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