Tra i vari commenti che ho ricevuto al mio intervento di martedì scorso Ignoranza brevettata molti vertevano sull'ignoranza scientifica dei giornalisti (e purtroppo anche della maggioranza dei lettori).
Che le materie scientifiche e tecnologiche in Italia godano di una considerazione molto inferiore a quelle umanistiche è una cosa nota e arcinota (basta vedere quanti personaggi pubblici si vantino di non conoscere la matematica, ma nessuno mai che si vanti, per esempio, di non conoscere la filosofia).
Ma perché questa scarsa considerazione oltre alla scarsa conoscenza?
Beh, signori miei, in buona parte dobbiamo ringraziare per questo il mammasantissima (e uso questo termine nella sua accezione più negativa possibile) della "cultura" italiana del ventesimo secolo: Benedetto Croce.
Egli di fatto sosteneva che solo le materie umanistiche fossero cultura. Tutto il resto era tecnica. E di questa convinzione ha impregnato, anzi infestato, la cultura italiana.
Saluti,
Mauro.
(2, 4, 4, 1, 3, 5)
9 ore fa
pochi giorni fa leggevo un bell'articolo sull'argomento di Claudio Giunta: http://www.claudiogiunta.it/2011/10/alcune-considerazioni-sulle-facolta-umanistiche/
RispondiEliminache benedetto croce possa aver "infestato" la cultura italiana è possibile ma non credo che le materie scientifiche godano di una considerazione inferiore: al contrario sono convinta che, ai più appaiano molto, troppo ostiche, tanto da metterli in soggezione. E' più facile sembrare "preparati" buttando là due frasette filosofiche a effetto che non una formuletta...o no??? Però ora l'articolo d C.Giunta citato da Masini mi ha interessata e me lo vado a leggere. ;)
RispondiElimina@ Giordano
RispondiEliminaIn fondo l'articolo di Giunta conferma abbastanza il mio discorso sulla considerazione: nelle facoltà scientifiche ci va chi vuole un lavoro (in pratica Giunta equipara le facoltà scientifiche a scuole professionali d'alto livello) e nelle facoltà umanistiche (a parte quei pochi, citati dallo stesso Giunta, che sperano in una laurea facile) chi vuole farsi una cultura.
Dice anche tante altre cose (molto interessante), ma questa è in fondo quella che collega il suo al mio articolo. O sbaglio?
@ Turista
Sulla fama di facoltà ostiche ti do ragione... ma ciò non contraddice il discorso sulla considerazione. Prova a fare un sondaggio tra i tuoi conoscenti, amici, parenti. Chiedi loro cosa intendono come "cultura". Ti diranno filosofia, arte, letteratura, lingue, ecc. Pochissimi (a meno che non abbiano loro stessi una laurea scientifica) ti diranno anche fisica, biologia, matematica, ecc.
Ho scoperto ora il tuo blog grazie a FB. Complimenti per la qualità dei post!
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaComunque gradirei commenti non anonimi, una firma è gradita ;-)
Mauro, fai benissimo a biasimare l'incultura scientifica italiana, o, quantomeno, la scarsa cultura scientifica italiana. Azzardo dire che, a parer mio, questo dato sta diventando una vera iattura, per l'Italia. Infatti, credo possa esserci un qualche collegamento tra le alluvioni, che tragicamente affliggono il nostro Paese, e questa incultura.
RispondiElimina*Praticante notaio
Ma, in Germania, mediamente, la cultura scientifica è più diffusa, o meno diffusa, rispetto all'Italia?
RispondiEliminaCaro Salvatore,
RispondiEliminain Germania non è che ci sia più conoscenza scientifica, ma c'è più rispetto per la tecnica e per la scienza.
Mi spiego meglio, il cittadino medio di fisica (dico fisica perché è la mia materia, ma vale per tutte le scienze) in Germani ne sa più o meno quanto in Italia.
Però se io mi trovo a discutere di fisica con un cosiddetto intellettuale (cioè normalmente un filosofo o un letterato) in Italia il cittadino medio darà retta a lui, perché lui sì che ha "cultura", in Germania darà retta a me... perché è fisica e io sono un fisico.
È questa la differenza.
Saluti,
Mauro.
Mauro, rispetto all'Italia, mi pare comunque una differenza non da poco...
RispondiEliminaSono d'accordo con te, quando scrivi che, in Italia, con la parola "Cultura",ancora ci si intende riferire alle sole Discipline umanistiche. E questo è un male. E parlo da laureato in Giurisprudenza, che adora il Diritto...
Che sia una differenza non da poco, è vero.
RispondiEliminaPerò tutto qui si ferma quando si partla di nucleare: se sei favorevole sei un bastardo schiavo del potere qualunque siano le tue conoscenze sull'argomento, se sei contrario sei una persona intelligente e responsabile anche se del nucleare non sai un cazzo :-(
Con l'autorità conferitami dalla mia formazione umanistica affermo solennemente che il nucleare è un abominio. E con questo, caro Mauro, ti diffido dall'esternare qualsivoglia argomentazione tecnicistica contraria e chiudo la questione una volta per tutte. Ti invito peraltro a non affrontare più in futuro cose che vanno al di là del tuo limitato ambito tecnico e di lasciare a noi umanisti il compito di guidare l'umanità verso sorti magnifiche e progressive... :-)
RispondiEliminaCome volevasi dimostrare :-)
RispondiEliminaNe riparliamo (a quattr'occhi e dal vivo) quando torno a Genova... ti lascio la scelta dell'arma.
..deve essere per questo che sei partito in Germania: perché li' almeno c'é qualcuno che ti da retta......mentre a Genova non eri semplicemente incompreso dai più, ma anche, oserei dire, "più oltre" anche per i tuoi amici...
RispondiElimina^-^
Lo conosci quel vecchio modo di dire: "Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io"? :-)
RispondiElimina...vabbo' ho capito. Silenzio stampa.
RispondiEliminaIo stavo parlando di Paolo :-)
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