In Francia ultimamente sono scoppiate polemiche relative all'inno nazionale e al non cantarlo da parte di personalità politiche. Qui potete trovare qualcosa al proposito.
Polemiche analoghe in passato sono scoppiate anche in altri paesi.
Polemiche talvolta favorevoli all'inno e talvolta contro lo stesso.
Chi è contro l'inno (francese, italiano o di qualunque altro paese) generalmente porta come argomento contro l'inno il nazionalismo e la violenza insiti nello stesso.
Io vi dico: tutta ipocrisia. I nemici degli inni nazionali sono semplicemente ipocriti che disprezzano il proprio paese.
Sinceramente: trovatemi un inno che non abbia almeno un paio di parole violente o nazionalistiche. E (visto che non lo troverete) cercate almeno di inquadrare gli inni storicamente.
Sarebbe quindi l'ora di piantarla con questo assurdo politicamente corretto secondo cui gli inni devono essere "puliti": gli inni rappresentano l'epoca in cui sono stati scritti e gli ideali del tempo. E, soprattutto, rappresentano l'ideale della nascita di un paese.
Oggi quindi vanno visti come indicatori dell'identità nazionale, senza vederci obbligatoriamente relazioni (positive o negative che siano) con altri paesi o popoli. Niente di più, niente di meno.
Se a qualcuno, in quanto troppo sensibile o troppo prepotente o troppo idiota, ciò non va bene... può sempre emigrare e scegliersi un paese con un inno che rispetti meglio le sue idee.
L'inno è un simbolo dello Stato ma non è lo Stato. E non lo sarà mai.
Invece chi disprezza l'inno, disprezza non solo lo Stato, ma chiunque in tale Stato vive. E quindi merita a sua volta disprezzo.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
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