Negli ultimi giorni è girata molto una lista di richieste di rimborsi spese da parte di alcuni esponenti grillini.
All'inizio sembrava che fossero relative a un solo anno, poi si è scoperto che erano relative a cinque anni.
Le cifre a occhio sembrano esagerate (alcune anche molto), ma i numeri presi da soli senza fare due conti o confronti non dicono molto, possono ingannare.
Vediamo di fare conti e confronti sulle (almeno apparentemente) più eclatanti delle richieste.
Paola Taverna
Ha richiesto il rimborso di 17750 € di spese telefoniche.
In cinque anni fa circa 296 €/mese.
Con TIM l'offerta più costosa in flat rate è 49 €/mese (cellulare, senza limiti in Italia, max 60 minuti in Europa). In cinque anni fa 2940 €.
Possibili spiegazioni:
1) La Taverna vive sulla Luna e non conosce l'esistenza delle flat rates.
2) La Taverna non vuole fare eventuali chiamate internazionali dall'ufficio alla Camera (che sarebbero pagate direttamente dalla stessa) e questo fa salire la spesa.
3) La Taverna ha inserito anche i rimborsi per i collaboratori (in caso di uso flat rate significa però che ne ha 5... mi sembrano un po' tantucci).
4) La Taverna ha gonfiato la spesa.
Marta Grande
Ha chiesto il rimborso di 131000 € di affitto.
In cinque anni significa un po' meno di 2200 €/mese.
A Roma in zona centro storico un affitto costa in media 24,30 €/mq (dati febbraio 2019, qui la fonte), il che significa che ci si può permettere un appartamento di ca. 90 mq in pieno centro.
Un po' fuori centro, ma sempre vicini (tipo zona Pigneto, San Lorenzo, Casal Bertone) si scende a una media di 14,99 €/mq. Ci esce un appartamento di circa 145 mq.
Tenendo poi conto che Marta Grande è di Civitavecchia, quindi probabilmente risparmierebbe facendo la pendolare...
Possibili spiegazioni:
1) La Grande ritiene che un parlamentare deve avere un appartamento da ricchi, quindi ha cercato o un appartamento molto grande o uno più piccolo ma in immobile di grande pregio.
2) La Grande si è fatta fregare dal padrone di casa sull'affitto.
3) La Grande paga anche gli affitti dei collaboratori (cosa per lo meno inusuale).
4) La Grande ha gonfiato la spesa.
Barbara Lezzi
Ha chiesto il rimborso di 27258 € di benzina.
In cinque anni fa circa 454 €/mese.
Qui un calcolo è più complicato, visto che il prezzo del carburante oscilla molto di più di quelli del telefono o dell'affitto (che tra le altre cose tendono a crescere nel tempo, quello della benzina negli ultimi anni invece ha avuto tendenzialmente una discesa, anche se con notevoli rimbalzi, qui potete trovare i prezzi medi mensili attuali e storici).
Nel quinquennio 2014-2018 il prezzo medio mensile della benzina è oscillato tra un estremo minimo di 1,378 €/litro e uno massimo di 1,761 €/litro.
Il che significa un consumo medio da parte della Lezzi compreso tra ca. 260 litri e ca. 330.
Con un auto media (né utilitaria né classe alta) ciò porta a una percorrenza media tra circa 3500 e circa 4500 km al mese, forse anche un po' di più, se l'auto è nuova.
Tenendo conto che la Lezzi è anche ministro e quindi quando si sposta per compiti ministeriali i conti non vengono pagati dalla Camera (né direttamente né come rimborso) quei km sono decisamente tanti.
Possibili spiegazioni:
1) La Lezzi guida una vecchia carretta che fa al massimo 5 km con un litro.
2) La Lezzi fa pagare alla Camera anche i viaggi ministeriali.
3) La Lezzi considera anche gli spostamenti privati come spostamenti di servizio.
4) La Lezzi ha gonfiato la spesa.
Ora, a parte le mie "spiegazioni" (che oscillano tra il serio e il faceto), quello che vorrei far notare è che sulla stampa (sia tra gli accusatori che tra i difensori) si sono sparate le cifre totali senza provare a fare qualche calcolo concreto.
Ma le cifre assolute da sole non dicono nulla.
Ora, con i conti che ho fatto sopra sì che si può avere un'idea della situazione.
Ed eventualmente, se mi è sfuggito qualcosa o ho commesso degli errori, si possono rifare i conti e poi correggermi.
Se anch'io avessi usato solo le cifre assolute non si potrebbe fare (anche se usandole forse vi avrei annoiato di meno 😉).
Saluti,
Mauro.
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Ma avranno pur chiesto il rimborso dietro presentazione di un qualche documento giustificativo, spero. O no? Sono troppo ottimista?
RispondiEliminaSiamo in epoca di autocertificazione.
EliminaAll'inizio quella era l'idea, poi è finita come lo streaming, l'uno vale uno, le dimissioni all'avviso di garanzia, il no agli inciuci, il TAP, l'ILVA, e, prossimamente sui vostri schermi, la TAV.
EliminaE tutte le altre cose con cui avranno a che fare.
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