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sabato 2 gennaio 2021

I misteri del tedesco 19 - Un telefonino maneggevole

Come chiamano i tedeschi colloquialmente il telefono cellulare alias telefonino (e spesso traslano questo nome anche allo smartphone)?

Lo chiamano Handy!

E gli anglofoni, ovviamente, non capiscono.

Intanto vediamo per prima cosa come si chiama ufficialmente il telefono cellulare in tedesco.
In tedesco l'espressione corretta è Mobiltelefon.
Che, guarda caso!, corrisponde alla definizione inglese mobile phone (cell phone è la definizione d'oltreoceano e corrisponde alla definizione italiana).

Però handy esiste anche in inglese. La parola in sé non se la sono inventata i tedeschi.
Ma handy in inglese è un aggettivo, non un sostantivo, e significa pratico, maneggevole (e va detto che il telefonino lo è, ma come tantissime altre cose) o in altro senso versato, capace.

Ma i tedeschi da dove hanno tirato fuori Handy come sostantivo?

In tedesco questo finto anglicismo si è diffuso a partire dal 1992 (in particolare con l'introduzione del cellulare della Loewe dal nome HandyTel 100) e ci sono interpretazioni contraddittorie sulla sua origine.
Qualcuno lo fa addirittura risalire alla seconda guerra mondiale quando la Motorola produsse per le truppe un walkie-talkie particolarmente maneggevole (per l'epoca) dal nome Handie-Talkie SCR-536, ma sinceramente la cosa sembra un po' tirata per i capelli.
Più probabile (anche se tutt'altro che sicuro) che il nome sia arrivato alla telefonia partendo dal mondo radioamatoriale (credo ricordiate tutti per esempio la banda CB e i cosiddetti baracchini), dove la parola Handy era usata in tedesco già prima del 1992 per indicare un ricetrasmettitore che si poteva tenere in mano.
Ma sono solo tutte supposizioni.

Comunque, se volete non farvi capire dagli anglofoni... usate pure Handy. 😄

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco  – Lista completa

mercoledì 6 marzo 2019

Proviamo a dare i numeri

Negli ultimi giorni è girata molto una lista di richieste di rimborsi spese da parte di alcuni esponenti grillini.
All'inizio sembrava che fossero relative a un solo anno, poi si è scoperto che erano relative a cinque anni.
Le cifre a occhio sembrano esagerate (alcune anche molto), ma i numeri presi da soli senza fare due conti o confronti non dicono molto, possono ingannare.

Vediamo di fare conti e confronti sulle (almeno apparentemente) più eclatanti delle richieste.

Paola Taverna
Ha richiesto il rimborso di 17750 € di spese telefoniche.
In cinque anni fa circa 296 €/mese.
Con TIM l'offerta più costosa in flat rate è 49 €/mese (cellulare, senza limiti in Italia, max 60 minuti in Europa). In cinque anni fa 2940 €.
Possibili spiegazioni:
1) La Taverna vive sulla Luna e non conosce l'esistenza delle flat rates.
2) La Taverna non vuole fare eventuali chiamate internazionali dall'ufficio alla Camera (che sarebbero pagate direttamente dalla stessa) e questo fa salire la spesa.
3) La Taverna ha inserito anche i rimborsi per i collaboratori (in caso di uso flat rate significa però che ne ha 5... mi sembrano un po' tantucci).
4) La Taverna ha gonfiato la spesa.

Marta Grande
Ha chiesto il rimborso di 131000 € di affitto.
In cinque anni significa un po' meno di 2200 €/mese.
A Roma in zona centro storico un affitto costa in media 24,30 €/mq (dati febbraio 2019, qui la fonte), il che significa che ci si può permettere un appartamento di ca. 90 mq in pieno centro.
Un po' fuori centro, ma sempre vicini (tipo zona Pigneto, San Lorenzo, Casal Bertone) si scende a una media di 14,99 €/mq. Ci esce un appartamento di circa 145 mq.
Tenendo poi conto che Marta Grande è di Civitavecchia, quindi probabilmente risparmierebbe facendo la pendolare...
Possibili spiegazioni:
1) La Grande ritiene che un parlamentare deve avere un appartamento da ricchi, quindi ha cercato o un appartamento molto grande o uno più piccolo ma in immobile di grande pregio.
2) La Grande si è fatta fregare dal padrone di casa sull'affitto.
3) La Grande paga anche gli affitti dei collaboratori (cosa per lo meno inusuale).
4) La Grande ha gonfiato la spesa.

Barbara Lezzi
Ha chiesto il rimborso di  27258 € di benzina.
In cinque anni fa circa 454 €/mese.
Qui un calcolo è più complicato, visto che il prezzo del carburante oscilla molto di più di quelli del telefono o dell'affitto (che tra le altre cose tendono a crescere nel tempo, quello della benzina negli ultimi anni invece ha avuto tendenzialmente una discesa, anche se con notevoli rimbalzi, qui potete trovare i prezzi medi mensili attuali e storici).
Nel quinquennio 2014-2018 il prezzo medio mensile della benzina è oscillato tra un estremo minimo di 1,378 €/litro e uno massimo di 1,761 €/litro.
Il che significa un consumo medio da parte della Lezzi compreso tra ca. 260 litri e ca. 330.
Con un auto media (né utilitaria né classe alta) ciò porta a una percorrenza media tra circa 3500 e circa 4500 km al mese, forse anche un po' di più, se l'auto è nuova.
Tenendo conto che la Lezzi è anche ministro e quindi quando si sposta per compiti ministeriali i conti non vengono pagati dalla Camera (né direttamente né come rimborso) quei km sono decisamente tanti.
Possibili spiegazioni:
1) La Lezzi guida una vecchia carretta che fa al massimo 5 km con un litro.
2) La Lezzi fa pagare alla Camera anche i viaggi ministeriali.
3) La Lezzi considera anche gli spostamenti privati come spostamenti di servizio.
4) La Lezzi ha gonfiato la spesa.

Ora, a parte le mie "spiegazioni" (che oscillano tra il serio e il faceto), quello che vorrei far notare è che sulla stampa (sia tra gli accusatori che tra i difensori) si sono sparate le cifre totali senza provare a fare qualche calcolo concreto.
Ma le cifre assolute da sole non dicono nulla.

Ora, con i conti che ho fatto sopra sì che si può avere un'idea della situazione.
Ed eventualmente, se mi è sfuggito qualcosa o ho commesso degli errori, si possono rifare i conti e poi correggermi.
Se anch'io avessi usato solo le cifre assolute non si potrebbe fare (anche se usandole forse vi avrei annoiato di meno 😉).

Saluti,

Mauro.

martedì 19 settembre 2017

Scandalo! Un telefono che serve per telefonare!?!?

Oggi, cazzeggiando sul web, mi è capitato di leggere questo testo di Mauro Zucconi.

E mi è tornata in mente un'"avventura" capitatami intorno al 2005 a Colonia.

Il mio vecchio cellulare stava tirando le cuoia e ne volevo comprare uno nuovo. Al tempo non avevo particolari necessità (per quelle avevo comunque quello aziendale): mi serviva telefonare, mandare/ricevere SMS/MMS (anche se questi ultimi poi non li ho mai mandati né allora né dopo) e avere una fotocamera di base... del resto non dovevo fare reportage fotografici ;-)
Vado nella filiale di Colonia di una grande catena di elettronica/elettricità, vedo in esposizione il modello che mi occorre e chiedo al commesso di darmene uno.
Non ho chiesto nessuna consulenza, non ho fatto domande sulle caratteristiche e neanche sul prezzo. Niente di niente.
Lui però comincia a elencarmi le caratteristiche e a fare il confronto col modello a fianco che per pochi € in più mi concedeva di fare questo, quello e quell'altro... magari anche di farmi un uovo al tegamino (non lo so perché dopo le prime due parole, capito dove voleva andare a parare, ho smesso di ascoltarlo).

A un certo punto lo interrompo e gli dico: "Io voglio quel telefonino. Non un altro. Devo solo telefonare. Telefonare. Telefono. Capito?"
Proprio così, non è una parafrasi, solo che lo dissi in tedesco e non in italiano: "Ich will das Mobiltelefon da. Nicht ein Anderes. Ich muss telefonieren. Telefonieren. Telefon. Verstanden?".

Ho ottenuto il telefonino che volevo... ma godermi la faccia del commesso è valso più di quanto ogni telefonino possa mai valere :-)

Saluti,

Mauro.

giovedì 11 giugno 2015

Un mistero telefonico

Io, come la maggioranza di voi, possiedo uno smartphone.
È un Samsung, del quale sono decisamente soddisfatto.
Non ho un contratto, sfrutto una tariffa mensile (flat rate per internet, telefonate e sms) che posso disdire in ogni momento con un semplice sms e senza termine (nel senso che io oggi ti mando l'sms e domani sono libero). E se non ricarico, amen, non posso sfruttare la flat rate. Punto.

Nei giorni scorsi però mi è capitata una cosa particolare.
Giovedì scorso (cioè una settimana fa) scadeva la tariffa. Fino a lunedì per vari motivi non ho potuto ricaricare (inteso come soldi, non come batteria) il cellulare.
Cosa è successo tra giovedì 4 giugno e lunedì 8 giugno? È successo che la batteria si consumava molto più alla svelta che a cellulare carico.
Per spiegarmi meglio: normalmente quando la sera vado a letto metto il cellulare sul comodino (lo uso come sveglia) e quando la mattina la sveglia suona il cellulare ha la batteria praticamente allo stesso livello di carica della sera.
Nei giorni tra il 4 e l'8 giugno (cioè a cellulare "finanziariamente" scarico) lo mettevo sul comodino come sempre e la mattina, quando la sveglia suonava, lo trovavo praticamente scarico.

La cosa tecnicamente non ha senso.
Qualcuno di voi ha mai sperimentato qualcosa di simile?

Saluti,

Mauro.