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venerdì 30 agosto 2019

Cos'è Hartz IV (non è un reddito di cittadinanza)

Domenica qualcuno in una discussione su Twitter ha sostenuto che in Germania il reddito di cittadinanza già esiste. (E questo qualcuno sottintendeva che i tedeschi sono brutti e cattivi perché vogliono impedire a noi di farlo mentre loro se lo fanno allegramente).
All'inizio non era chiaro a cosa si riferisse, ma poi è diventato chiaro che si riferiva al cosiddetto Hartz IV (e tra le righe si capiva che l'espressione Hartz IV lui mai l'aveva sentita prima che la usassimo io e un paio d'altri).

Visto che questo Hartz IV fuori dalla Germania (ma talvolta anche in Germania stessa) viene frainteso e descritto per quello che non è, vuoi per malafede, per ignoranza o per altro, mi sembra utile qui descriverlo.

Prima però due punti che vanno oltre Hartz IV, pur comprendendolo, e che sono anche parte della discussione di domenica.

Per prima cosa, il qualcuno di cui sopra sosteneva che in Germania il welfare (di cui Hartz IV è parte) vale anche per chi lavora, non solo per i disoccupati o per chi non può lavorare.
Bella scoperta 😄
In ogni paese (per lo meno in quelli legati alla concezione europea occidentale di welfare) il welfare vale anche per chi lavora. Anche in Italia, Francia, Spagna e chi più ne ha più ne metta.
Cosa credete che sia, per esempio, il proseguimento dello stipendio per chi è in malattia? O per esempio la cassa integrazione per chi non viene licenziato - quindi ufficialmente ha un lavoro - ma la cui azienda lavora a ritmo ridotto o è ferma? Cosa sono se non welfare?

Seconda cosa, chi viene messo alle strette sul fatto che Hartz IV non è un reddito di cittadinanza generalmente si arrampica sugli specchi dicendo che puoi chiamarlo in modo diverso o vedere differenze formali ma reddito di cittadinanza rimane.
Beh, a questo modo allora puoi chiamare reddito di cittadinanza qualsiasi cosa non sia una retribuzione per un lavoro svolto. A questo punto, usando questa arrampicata sugli specchi, volendo anche le pensioni e le borse di studio diventano una specie di reddito di cittadinanza.
Semmai vero è il contrario, cioè che anche il reddito di cittadinanza italiano non è un reddito di cittadinanza, visto che con la cittadinanza non c'entra nulla.

Ma torniamo a Hartz IV.

In questo articolo di Wikipedia (in tedesco) trovate la descrizione particolareggiata di tutto ciò che riguarda Hartz IV, con tutti i riferimenti agli articoli di legge e a tutta la regolamentazione al proposito. Qui elencherò i punti principali della questione. Per chi vuole saperne di più, l'articolo citato sopra è un ottimo punto di partenza. Non parlerò di cifre, perché il punto importante è il cosa, non il quanto.
Una cosa interessante è che è una delle leggi più spesso modificate in Germania da quando nel 2005 è stata introdotta.

Per prima cosa diciamo che il suo nome ufficiale è in realtà Arbeitslosengeld II, cioè Sussidio di disoccupazione II.
Quindi già il nome ci dice qualcosa dell'ambito in cui ci muoviamo. Non certo in quello del reddito di cittadinanza.
La seconda cosa da notare è che per averne diritto (a prescindere dai vincoli economici) la prima condizione è il vivere in Germania, non l'essere tedeschi.
Quindi, se qualcuno insisteva a parlare di "reddito di cittadinanza" a questo punto deve smetterla. Se proprio vogliamo rimanere nel concetto di reddito allora sarebbe più adeguato chiamarlo "reddito di residenza".

A parte le battute, Hartz IV nasce dall'unificazione (e per la maggioranza dei beneficiari conseguente riduzione) di due sistemi paralleli preesistenti:
- il sussidio di disoccupazione (che rimane presente nella vecchia forma per il primo anno di disoccupazione dopo la perdita del lavoro);
- i sussidi sociali per chi era in difficoltà economica ma non aveva diritto al sussidio di disoccupazione, pur essendo abile al lavoro.
Quindi vediamo che la nascita di Hartz IV non introduce qualcosa di nuovo ma unifica due cose già esistenti (e in forme diverse esistenti già anche negli altri paesi dell'Europa occidentale).
E soprattutto non allarga la base di chi ha diritto a detto sostegno. Ergo: se Hartz IV fosse veramente un reddito di cittadinanza significherebbe che quest'ultimo esisteva già e che ha solo cambiato nome.

Una cosa importante è che se tu hai famigliari (genitori o figli) che guadagnano a sufficienza puoi vederti ridotto e in casi estremi negato il sostegno anche se tu non sei legalmente a loro carico in quanto puoi venir aiutato da loro (e questa è una delle più frequenti ragioni di cause legali relative al diritto a Hartz IV).
Cosa che non sarebbe possibile neanche in teoria se fosse un vero reddito di cittadinanza.

Hartz IV non è incondizionato.
Oltre alle condizioni economiche e occupazionali già citate, condizione per ricevere Hartz IV è essere attivi nella ricerca di un lavoro o comunque di un modo legale per non essere a carico dello Stato. Questo "essere attivi" non è definito con precisione assoluta e questo lascia quindi spazio a possibili arbitrii (ho conosciuto persone che non facevano assolutamente nulla prendere Hartz IV e persone che si facevano il mazzo per trovare lavoro vederselo ridotto o tolto).

Le prestazioni di Hartz IV sono limitate e limitanti. L'esempio migliore è il calcolo dell'affitto: dato che questo fa parte delle prestazioni, se secondo gli uffici preposti il tuo alloggio costa troppo, può venirti imposto di cambiare casa o di arraggiarti senza aiuto (e in certi casi ciò ti viene imposto anche se l'affitto è economico ma il tuo alloggio viene giudicato troppo grande o troppo lussuoso per le tue esigenze).

Un vantaggio indubbio di Hartz IV rispetto ai sussidi sociali (ma non a quello di disoccupazione) è che hai assicurazione sanitaria e pensionistica (nel senso non che ti versano i contributi per la pensione, ma che gli anni di Hartz IV vengono contati come anni lavorativi).

Al di fuori di Hartz IV ci sono prestazioni economiche dovute a emergenze o necessità particolari. Per queste bisogna fare richieste apposite e la loro erogazione è di fatto indipendente dal livello di Hartz IV che uno riceve.

Va in più detto che, almeno in teoria, il controllo della situazione economica da parte degli uffici erogatori di Hartz IV è addirittura più severo di quella del fisco.
Per esempio se tu ti stai facendo una pensione integrativa può venirti negato Hartz IV in quanto tu puoi richiedere (con perdite, come sappiamo tutti) di risolvere il contratto e che quanto accumulato ti venga versato subito. E poi vivere con quello (e fare nuova richiesta per Hartz IV quando stai per finire i soldi). Ciò vale per le pensioni integrative private, ma non per quelle garantite dallo Stato.

Ci sarebbe tanto altro da dire, ma mi pare quanto sopra basti per mettere fine alla leggenda che Hartz IV sia una specie di reddito di cittadinanza.

Un'ultima precisazione prima di chiudere.
Al di là delle somiglianze e differenze tra Hartz IV e reddito di cittadinanza, il problema comunque non sono i tedeschi cattivi che (manovrando Bruxelles) vogliono sfruttarci e impoverirci.
Il problema sono quello che i conti di questo o quel paese ti permettono materialmente di fare senza mettere a repentaglio il futuro del paese stesso.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 6 marzo 2019

Proviamo a dare i numeri

Negli ultimi giorni è girata molto una lista di richieste di rimborsi spese da parte di alcuni esponenti grillini.
All'inizio sembrava che fossero relative a un solo anno, poi si è scoperto che erano relative a cinque anni.
Le cifre a occhio sembrano esagerate (alcune anche molto), ma i numeri presi da soli senza fare due conti o confronti non dicono molto, possono ingannare.

Vediamo di fare conti e confronti sulle (almeno apparentemente) più eclatanti delle richieste.

Paola Taverna
Ha richiesto il rimborso di 17750 € di spese telefoniche.
In cinque anni fa circa 296 €/mese.
Con TIM l'offerta più costosa in flat rate è 49 €/mese (cellulare, senza limiti in Italia, max 60 minuti in Europa). In cinque anni fa 2940 €.
Possibili spiegazioni:
1) La Taverna vive sulla Luna e non conosce l'esistenza delle flat rates.
2) La Taverna non vuole fare eventuali chiamate internazionali dall'ufficio alla Camera (che sarebbero pagate direttamente dalla stessa) e questo fa salire la spesa.
3) La Taverna ha inserito anche i rimborsi per i collaboratori (in caso di uso flat rate significa però che ne ha 5... mi sembrano un po' tantucci).
4) La Taverna ha gonfiato la spesa.

Marta Grande
Ha chiesto il rimborso di 131000 € di affitto.
In cinque anni significa un po' meno di 2200 €/mese.
A Roma in zona centro storico un affitto costa in media 24,30 €/mq (dati febbraio 2019, qui la fonte), il che significa che ci si può permettere un appartamento di ca. 90 mq in pieno centro.
Un po' fuori centro, ma sempre vicini (tipo zona Pigneto, San Lorenzo, Casal Bertone) si scende a una media di 14,99 €/mq. Ci esce un appartamento di circa 145 mq.
Tenendo poi conto che Marta Grande è di Civitavecchia, quindi probabilmente risparmierebbe facendo la pendolare...
Possibili spiegazioni:
1) La Grande ritiene che un parlamentare deve avere un appartamento da ricchi, quindi ha cercato o un appartamento molto grande o uno più piccolo ma in immobile di grande pregio.
2) La Grande si è fatta fregare dal padrone di casa sull'affitto.
3) La Grande paga anche gli affitti dei collaboratori (cosa per lo meno inusuale).
4) La Grande ha gonfiato la spesa.

Barbara Lezzi
Ha chiesto il rimborso di  27258 € di benzina.
In cinque anni fa circa 454 €/mese.
Qui un calcolo è più complicato, visto che il prezzo del carburante oscilla molto di più di quelli del telefono o dell'affitto (che tra le altre cose tendono a crescere nel tempo, quello della benzina negli ultimi anni invece ha avuto tendenzialmente una discesa, anche se con notevoli rimbalzi, qui potete trovare i prezzi medi mensili attuali e storici).
Nel quinquennio 2014-2018 il prezzo medio mensile della benzina è oscillato tra un estremo minimo di 1,378 €/litro e uno massimo di 1,761 €/litro.
Il che significa un consumo medio da parte della Lezzi compreso tra ca. 260 litri e ca. 330.
Con un auto media (né utilitaria né classe alta) ciò porta a una percorrenza media tra circa 3500 e circa 4500 km al mese, forse anche un po' di più, se l'auto è nuova.
Tenendo conto che la Lezzi è anche ministro e quindi quando si sposta per compiti ministeriali i conti non vengono pagati dalla Camera (né direttamente né come rimborso) quei km sono decisamente tanti.
Possibili spiegazioni:
1) La Lezzi guida una vecchia carretta che fa al massimo 5 km con un litro.
2) La Lezzi fa pagare alla Camera anche i viaggi ministeriali.
3) La Lezzi considera anche gli spostamenti privati come spostamenti di servizio.
4) La Lezzi ha gonfiato la spesa.

Ora, a parte le mie "spiegazioni" (che oscillano tra il serio e il faceto), quello che vorrei far notare è che sulla stampa (sia tra gli accusatori che tra i difensori) si sono sparate le cifre totali senza provare a fare qualche calcolo concreto.
Ma le cifre assolute da sole non dicono nulla.

Ora, con i conti che ho fatto sopra sì che si può avere un'idea della situazione.
Ed eventualmente, se mi è sfuggito qualcosa o ho commesso degli errori, si possono rifare i conti e poi correggermi.
Se anch'io avessi usato solo le cifre assolute non si potrebbe fare (anche se usandole forse vi avrei annoiato di meno 😉).

Saluti,

Mauro.

venerdì 8 giugno 2018

A quanto pare il PD ha vinto le elezioni

Chi mi conosce, anche solo virtualmente, sa che non ho mai votato PD (e l'unica volta che ho pensato di poterlo fare è stato dopo il 4 marzo, quando i militanti hanno lanciato la campagna "Senza di me").

Io quando parlo di politica divido il mio giudizio in due parti.
A livello politico generale, di programmi, chiaramente valuto i singoli partiti nel complesso e c'è quindi il partito che in quanto tale giudico meglio e quello che giudico peggio.
A livello di singoli atti politici, io giudico il singolo atto, non il partito che lo fa. Quindi può benissimo capitare che giudichi positivo un atto fatto da un partito a me lontanissimo e negativo un atto del partito per cui ho votato.

Fatta questa premessa, veniamo al punto.

Ogni volta che contesto qualcosa del M5S vengo automaticamente etichettato dai grillini come elettore del PD.
Però questo succede a chiunque contesti anche solo una volta un qualcosa relativo al M5S. Tutti questi sono del PD.

Quindi facciamo due conti spannometrici.
Tutti quelli che hanno votato PD sono, ovviamente, elettori PD, o piddini secondo la neolingua.
Ma oggi anche coloro che hanno votato FI sono, in quanto anti-M5S, piddini.
Ma vale quindi anche per LeU, FdI, UDC, Civica Popolare, SVP, ecc. Tutti piddini secondo i grillini.
Ma anche molti leghisti... quelli che non approvano l'alleanza col M5S sono quindi piddini.
E ciò vale anche per qualche grillino che ragiona con la propria testa... sono piddini infiltrati.
Per non parlare poi degli astenuti, che ovviamente criticano tutti ma per i grillini criticano solo il M5S e quindi sono piddini anche loro.

Mettendo insieme tutti questi elettori (compresi anche gli astenuti che a quanto pare sono solo finti astenuti visto quanto sopra) il PD va da solo ben oltre il 50% +1 dei voti in entrambe le camere. Ma molto ben oltre.

Quindi i ragionamenti dei grillini dimostrano che il PD ha vinto alla grande le elezioni.
E allora perché non governa?

Torniamo seri.
Quanto scritto sopra su chi contesta il M5S è vero. Basta farsi un giro sui social network, andare a chiacchierare dal vivo con elettori e militanti M5S, ecc.
Appena fai una minima critica... "sei piddino!!!".
È chiaro che il PD non ha vinto le elezioni, però tutto ciò dimostra che chi vota M5S vota "contro", non "per". Contro il PD, non veramente per il M5S
Il PD è la loro fissazione, non sanno pensare ad altro. Un caso da manuale di psichiatria, direi.

Saluti,

Mauro.