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sabato 10 marzo 2018

Come funziona un'alleanza di governo

Visto che ho l'impressione che in questo momento alcuni partiti non abbiano idea di come si formi e si porti avanti un'alleanza di governo, vorrei fornire qui qualche indicazione.

Se in un turno elettorale un partito ottiene da solo la maggioranza dei seggi, quanto dirò dopo logicamente non vale nulla: quel partito può fare quel che vuole fino a che rimane nei confini stabiliti dalla Costituzione.

Partiamo dal presupposto che in un'alleanza di governo ci sia un partito di maggioranza relativa e uno o più partiti con meno seggi del primo (due partiti con lo stesso numero o quasi di seggi si alleano solo in casi eccezionali, tipo guerra).

Come funziona un'alleanza in questo caso?

Intanto, prima di tutto, tutti i partiti (in teoria tutti tutti, in pratica tutti quelli che hanno una vaga possibilità di poter entrare nel governo) si parlano tra loro per verificare (prima ancora di ragionare su possibili accordi) vicinanze e lontananze.

Nel momento in cui poi cominciano concrete trattative per la formazione di un governo cosa succede?
Il partito di maggioranza relativa indica la linea guida del governo (più o meno dettagliata a seconda di quanto forte è la sua maggioranza relativa) e quindi si tratta sui singoli punti, in maniera da arrivare come compromesso a un minimo comun denominatore che permetta di lavorare insieme.
Sui punti che non sono importanti (se ce ne fossero) per l'elettorato del partito di maggioranza relativa si accettano le posizioni dei partner minori.

Questo è ciò che io desidero da un'alleanza di governo?
Questa è la definizione ideale di alleanza di governo?

Né l'uno né l'altro.
Questo è semplicemente quello che è sempre successo nelle varie alleanze di governo in giro per l'Europa.
Il pentapartito e le varie alleanze successive in Italia.
La Große Koalition e le varie alleanze precedenti in Germania.
L'alleanza conservatori-liberali nel Regno Unito.
Le varie alleanze di ogni colore in Francia, Spagna e altri paesi.

Queste alleanze hanno sempre funzionato se veniva assicurato a priori quanto sopra, non hanno mai funzionato quando sono state messe su senza prima assicurare quanto sopra.

Prima che mi contestiate: con funzionare intendo reggere come alleanza senza crisi e senza essere deboli di fronte agli attacchi delle opposizioni... il fatto che poi dette alleanze abbiano effettivamente fatto il bene dei rispettivi paesi o meno è altra cosa.

Saluti,

Mauro.

giovedì 31 agosto 2017

La maggioranza bulgara di Macron - Una conferma

Dopo le elezioni francesi avevo scritto qui che non mi sembrava una bella cosa per un paese democratico avere una maggioranza così schiacciante come quella ottenuta da Macron e che il rischio (al di là delle buone intenzioni o meno) è che la cosa potesse dargli alla testa.

Ora Ignace Danton sembra tra le righe - ma neanche poi tanto tra le righe - pensarla come me, infatti qui scrive:

Macron oggi sconta una certa arroganza post elettorale, quell’idea di cambiare tutto mettendo a soqquadro il quadro economico, politico e sociale in un colpo solo, impresa ardua dopo le rivoluzioni, figuriamoci dopo elezioni che, con il sistema rigorosamente maggioritario vigente in Francia, fanno vincere tutta la posta anche con il 40.% scarso dei voti.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 14 giugno 2017

La maggioranza bulgara di Macron

Macron ha ottenuto col suo partito En Marche all'Assemblea Nazionale una maggioranza assoluta, che un tempo avremmo definito bulgara.
Essendoci dei ballottaggi aperti non si conoscono ancora i numeri precisi, ma già si sa che En Marche otterrà più di 400 seggi sui 577 totali.
Una maggioranza, credo, mai vista in un paese europeo democratico (forse in paesi piccoli, ma di sicuro non in paesi di dimensioni medio-grandi).

I sostenitori della preminenza assoluta della governabilità rispetto a ogni altra cosa (democrazia compresa) staranno sbavando dall'invidia dietro al risultato di Macron.
Tanto a Roma, quanto a Berlino o Madrid o altrove.
Ma quello che mi sto chiedendo io è altro.

Premesso che il risultato di Macron è totalmente legittimo ed è arrivato in maniera democratica (un sistema elettorale perfettamente democratico in realtà non esiste... ma confronto, per esempio, a quello presidenziale USA quello francese è anni luce avanti): è un bene - in un Parlamento democratico - che un partito (non una coalizione, un singolo partito) abbia una maggioranza così schiacciante?

Non lo so, ma temo di no.
La politica è anche compromesso, è pensare al paese tutto.
Non è solo avere un programma (anche il migliore dei programmi) e portarlo avanti stile schiacciasassi.
Con una maggioranza così schiacciante rischi di confondere il paese col tuo elettorato.
E così non è. Non è mai, in nessun paese.
Una maggioranza del genere rischia di dare alla testa anche al più ragionevole dei politici.

Vero è che un tempo qualcuno (purtroppo non ricordo chi) disse che un voto plebiscitario è la forma più perfetta di democrazia, perché se tutti votano per te allora tu rappresenti veramente tutti... però (al di là dell'essere d'accordo o meno su quest'affermazione) qui abbiamo una maggioranza schiacciante, non un 100% dei voti... :-)

Saluti,

Mauro.