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martedì 11 dicembre 2018

Il videodiscorso di Macron

Lasciamo perdere le idee politiche per un attimo.
Esaminiamo solo il video in sé.

Di video di politici costruiti a tavolino (quindi più fiction che politica) nella mia (ormai non più così corta) vita ne ho visti in abbondanza.
Politici di destra, di centro, di sinistra.
Politici democratici e politici populisti.
Nel 90% e passa dei casi si sapeva che erano costruiti, che non erano spontanei.

Ma...
Ma uno come quello di ieri di Macron non lo avevo mai visto neanch'io.
E ho sempre seguito molto la politica.

Però la rigidità, la non spontaneità, la gelidità, oserei quasi dire l'assenza e/o il disinteresse mostrate nella forma, indipendentemente dai contenuti, da Macron nel discorso suddetto non le avrei mai ritenute possibili.
Un politico deve anche saper recitare, a di là del credere in quel che dice o meno, ma Macron ieri aveva la vitalità di un robot con un'audiocassetta preregistrata che gira.

Giusto o sbagliato che fosse quel che ha detto, lo ha detto nella maniera meno credibile possibile.
E pensare che aveva puntato tutto sull'immagine, non sui contenuti... e alla fine sull'immagine crolla. Nonostante schiere di pubblicitari come consiglieri.

Saluti,

Mauro.

giovedì 31 agosto 2017

La maggioranza bulgara di Macron - Una conferma

Dopo le elezioni francesi avevo scritto qui che non mi sembrava una bella cosa per un paese democratico avere una maggioranza così schiacciante come quella ottenuta da Macron e che il rischio (al di là delle buone intenzioni o meno) è che la cosa potesse dargli alla testa.

Ora Ignace Danton sembra tra le righe - ma neanche poi tanto tra le righe - pensarla come me, infatti qui scrive:

Macron oggi sconta una certa arroganza post elettorale, quell’idea di cambiare tutto mettendo a soqquadro il quadro economico, politico e sociale in un colpo solo, impresa ardua dopo le rivoluzioni, figuriamoci dopo elezioni che, con il sistema rigorosamente maggioritario vigente in Francia, fanno vincere tutta la posta anche con il 40.% scarso dei voti.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 14 giugno 2017

La maggioranza bulgara di Macron

Macron ha ottenuto col suo partito En Marche all'Assemblea Nazionale una maggioranza assoluta, che un tempo avremmo definito bulgara.
Essendoci dei ballottaggi aperti non si conoscono ancora i numeri precisi, ma già si sa che En Marche otterrà più di 400 seggi sui 577 totali.
Una maggioranza, credo, mai vista in un paese europeo democratico (forse in paesi piccoli, ma di sicuro non in paesi di dimensioni medio-grandi).

I sostenitori della preminenza assoluta della governabilità rispetto a ogni altra cosa (democrazia compresa) staranno sbavando dall'invidia dietro al risultato di Macron.
Tanto a Roma, quanto a Berlino o Madrid o altrove.
Ma quello che mi sto chiedendo io è altro.

Premesso che il risultato di Macron è totalmente legittimo ed è arrivato in maniera democratica (un sistema elettorale perfettamente democratico in realtà non esiste... ma confronto, per esempio, a quello presidenziale USA quello francese è anni luce avanti): è un bene - in un Parlamento democratico - che un partito (non una coalizione, un singolo partito) abbia una maggioranza così schiacciante?

Non lo so, ma temo di no.
La politica è anche compromesso, è pensare al paese tutto.
Non è solo avere un programma (anche il migliore dei programmi) e portarlo avanti stile schiacciasassi.
Con una maggioranza così schiacciante rischi di confondere il paese col tuo elettorato.
E così non è. Non è mai, in nessun paese.
Una maggioranza del genere rischia di dare alla testa anche al più ragionevole dei politici.

Vero è che un tempo qualcuno (purtroppo non ricordo chi) disse che un voto plebiscitario è la forma più perfetta di democrazia, perché se tutti votano per te allora tu rappresenti veramente tutti... però (al di là dell'essere d'accordo o meno su quest'affermazione) qui abbiamo una maggioranza schiacciante, non un 100% dei voti... :-)

Saluti,

Mauro.

martedì 9 maggio 2017

Il voto francese col senno di poi

Ora che abbiamo scampato il pericolo Le Pen in Francia, un paio di considerazioni sparse sul voto dei galletti. Senza voler fare un'analisi politica completa, ma rigorosamente col senno di poi :-)

1.
Macron al ballottaggio ha ottenuto la piu alta percentuale di voti dopo Chirac II nel 2002. Interessante è che il contraente di Chirac ai tempi fosse Le Pen senior e che anche allora l'Europa tutta si appellò ai francesi.
L'alta percentuale (solo l'alta percentuale, non la vittoria) di Chirac e di Macron è dovuta al voto contro. Contro i Le Pen. Non per Macron e Chirac.
Molti dei suoi voti Macron dovrà conquistarseli ora, dopo essere stato eletto.

2.
Si è parlato tanto dell'effetto Trump (e Brexit) che dovrebbe far volare i populisti.
Ciò poteva valere appena insediato Trump. Ora, dopo tre mesi dall'insediamento e dopo avere visto i primi risultati, l'effetto Trump è un effetto boomerang: senza Trump la distanza tra Macron e Le Pen sarebbe stata minore.

3.
Prima del voto si diceva che l'astensionismo poteva favorire la Le Pen, vista la maggior fidelizzazione dei suoi elettori.
E questo dal voto è stato comunque dimostrato: le aree dove la Le Pen ha ottenuto i migliori risultati (Nord-Est e Sud mediterraneo) sono state anche in genere le aree con la maggior percentuale di astenuti.

4.
Il doppio turno favorisce l'aggregazione.
Infatti gli elettori dei candidati sconfitti al primo turno in parte al secondo si astengono, ma in buona parte invece vanno a votare per il meno peggio, per il candidato sentito come meno distante dalle proprie idee, rendendo così più facili alleanze dopo (non che sia sempre un bene, sia chiaro, ma talvolta lo è).

5.
L'Europa non è una carta perdente.
Macron ha puntato fin dal primo giorno sull'europeismo. Secondo la vulgata recente ciò avrebbe dovuto condannarlo a sconfitta sicura fin dal primo turno.
Invece...

Saluti,

Mauro.

sabato 6 maggio 2017

E se la Le Pen vincesse?

No, tranquilli, non succederà.

Ma se per un caso incredibile dovesse succedere... durerebbe poco. I francesi sono troppo anarchici (sia nei lati positivi della cosa che in quelli negativi) per sopportarla a lungo.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
È vero: i francesi hanno già sopportato (anzi: eletto) a lungo un fascista più fascista della Le Pen, cioè De Gaulle... ma erano altri tempi e oltretutto De Gaulle era sostenuto dagli anglosassoni (cosa che oggi sarebbe non così vantaggiosa, ma ai tempi lo era, eccome se lo era) e in più si dichiarava centrista, cosa che la Le Pen non fa.