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domenica 2 settembre 2018

Non tutti gli elettori hanno un colore

Dalle elezioni del 4 marzo in poi sento accuse incrociate su elettori di una certa parte che detta parte hanno tradito o che si sono fatti ingannare da un'altra parte mascherata da parte diversa. O viceversa, il che è alla fine lo stesso.

Ora, che "veri" elettori di sinistra possano aver votato per le più disparate ragioni per la destra pentastellata è vero.
Come è anche vero che qualche "vero" elettore di destra ha votato PD per arginare appunto il M5S.

Ma sono eccezioni, non significative nel computo totale dei voti.

La verità è che continuiamo a parlare di elettori di sinistra, di centro e di destra... dimenticando una cosa ben precisa ed esistente da sempre (anche se da sempre negata): esistono molti elettori senza alcun colore che votano in base a quella che credono essere la propria convenienza (e che quindi possono votare oggi una cosa, domani tutt'altra e dopodomani l'estremo opposto).

Gli elettori di sinistra, di centro e di destra esistono, sono sempre esistiti e sempre esisteranno.
Ma le elezioni le decidono gli elettori senza colore, le banderuole, quelli che votano in base alla propria convenienza (o a quella che credono tale).

È sempre stato così, non è una novità.
Ma prima si notava meno (o non si notava proprio) perché i partiti avevano posizioni più stabili, meno aleatorie e quindi le convenienze e le paturnie degli elettori senza colore non cambiavano poi tanto da un'elezione all'altra.
Tutto qui.

E prima di dimenticarcelo: i creatori di propaganda e fake news hanno capito ciò e su questa categoria lavorano.
Perché un vero elettore di destra, centro o sinistra, se deluso, solo raramente cambia schieramento o si lancia nel voto di protesta. Più facilmente si astiene o si tura il naso.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 4 luglio 2018

Razzismi di destra e di sinistra 2

Lunedì ho pubblicato questo articolo sul razzismo implicito nel modo in cui è stata trattata la foto delle ragazze italiane che hanno vinto la 4x400 nell'atletica leggera ai Giochi del Mediterraneo.

Shevathas ha lasciato un commento decisamente importante e condivisibile al mio articolo:

purtroppo molti pensano, magari anche in buona fede, che se il razzismo è A->B allora antirazzismo è B->A

Vorrei qui esplicitare meglio la mia risposta al suo commento.

Intanto è assolutamente vero che purtroppo molti credono che fare dell'antirazzismo significhi ribaltare il razzismo: se io dico che i bianchi sono superiori ai neri, allora tu reagisci privilegiando i neri e inferiorizzando i bianchi.
Ma questo è invece semplicemente un raddoppio del razzismo, perché i razzismi - come i torti - non si sommano algebricamente, ma in valore assoluto.

Poi ci sono coloro che per dimostrarsi superiori dicono che antirazzismo significhi fare A+B.
Certo, fare A+B è un notevole passo avanti in quanto non c'è più la contrapposizione tra A e B. Però ci sono sempre A e B e quindi i germi della contrapposizione non sono eliminati ma solo, per così dire, sedati.

Il problema è che l'antirazzismo si definisce (a autodefinisce) solo in base al razzismo.
Per cui se il razzismo sparisce (o meglio sembra sparire), sparisce anche l'antirazzismo, perché non ce n'è più bisogno (si crede). Però è il razzismo (e con lui l'antirazzismo) a essere sparito, non le differenze.
A e B esistono ancora.

L'antirazzismo non elimina le differenze, anzi le esalta. Generalmente in buona fede, ma le esalta. E questa esaltazione è il germe del razzismo.

Ciò di cui abbiamo bisogno non è l'antirazzismo, ma la civiltà.
E la civiltà non è "A+B", ma "né A né B".
La civiltà significa indiferrenza, non antirazzismo.

Vedo che saltate sulla sedia. Indifferenza!?!?

Sì, indifferenza.
Ma non indifferenza verso il razzismo: il razzismo va combattuto sempre e comunque. Su questo non ci piove.
Però indifferenza verso le differenze: non essere razzista significa che se io ti ho davanti neanche mi accorgo se sei bianco, nero o che altro. Significa che è una cosa che non considero proprio. Né per attaccarti né per difenderti.
Significa che se ti do del coglione o del profittatore tu mi quereli perché ti ho diffamato come cittadino, non che ti metti a sbraitare al razzismo perché magari io sono bianco e tu nero (o viceversa).
Significa che se incontro un razzista lo rivolto per la sua ignoranza, non perché gli altri siano belli e bravi. Rivolto lui e in quel momento per me esiste solo lui, lui come ignorante, non lui come bianco o nero.
Significa che quando ti incontro non mi viene neanche in mente di pensare a quali diritti hai o non hai, perché tanto questi li decide la legge, non i razzisti o gli antirazzisti.

Voi mi direte: va bene, però ammetterai anche tu che l'antirazzismo è un passaggio utile, se non necessario, per arrivare a questo.
E se mi dite così vi do anche ragione.

Il problema è che l'antirazzismo per molti è la meta, lo scopo. Non un passaggio, un mezzo.
E così mettono le basi di nuovi razzismi.

Saluti,

Mauro.

lunedì 2 luglio 2018

Razzismi di destra e di sinistra

Purtroppo oggigiorno bisogna spiegare (oserei dire giustificare) tutto quello che si fa, si dice e si scrive... visto che la regola è strumentalizzare, non capire.

Ieri è stata l'ultima giornata dei Giochi del Mediterraneo e l'Italia ha vinto un bel po' di medaglie, tra cui quella della 4x400 femminile, vittoria tutto sommato insperata.
E su Twitter è apparsa la foto delle ragazze della staffetta, che io ho ritwittato. Questa foto:


Ora mi sono trovato costretto a cancellare il retweet.
Perché? Appunto perché questa foto è stata strumentalizzata. E non voglio che venga strumentalizzato anche il mio retweet.

Perché strumentalizzato? Perché se io (io Mauro Venier, non io persona generica) pubblico in qualsiasi termine una foto del genere o comunque ne scrivo... pubblico o ne scrivo perché voglio celebrare una vittoria o altra impresa sportiva fatta da atlete (o atleti) italiane... io vedo per prima cosa quella maglietta azzurra con la scritta "Italia". Il resto non mi interessa, anzi neanche lo vedo.

Chi inorridisce per il colore della pelle di quelle ragazze o non pubblica la foto per quel colore ha problemi seri sia di razzismo che di identità, visto che così facendo nega il colore più importante: l'azzurro.
Ma - e questo è il punto importante e sottovalutato - anche chi pubblica questa foto e gioisce proprio per il colore della pelle delle quattro ragazze ha gli stessi identici problemi di coloro che inorridiscono: problemi di razzismo e di identità, perché anche a lui alla fine del colore più importante - l'azzurro - non gliene frega nulla.

Ma allora, ve lo dico chiaramente, se non ve ne frega nulla dell'azzurro... cosa ve ne frega di questa foto e delle circostanze che a essa hanno portato? Ignoratela e non rompeteci le balle!

Io non posso che associarmi a quanto Fabrizio Biasin ha scritto su Twitter:


Per questo ho cancellato il mio retweet e di questa foto ne parlo solo qui sul mio blog, spazio mio personale anche se aperto al pubblico: perché qui sopra, a casa mia, se mi strumentalizzate vi prendo a calci in culo e cancello i vostri commenti.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Sarebbe anche interessante sapere quanti di coloro che hanno incensato e pubblicato o ritwittato la foto di cui sopra abbiano fatto lo stesso con la foto dei ragazzi vincitori della 4x100 alla stessa manifestazione (foto per me ugualmente bella, visto che riprende gli stessi colori: l'azzurro e il tricolore):


P.S.2:
Qui un ulteriore sviluppo del mio pensiero su razzismo e antirazzismo.