domenica 1 ottobre 2017

Considerazioni in salsa catalana

Si è concluso il "referendum" per la secessione della Catalogna dalla Spagna.
Ho messo le virgolette perché date le condizioni in cui si è svolto non so come si possa in realtà considerare (indipendentemente dall'approvare o meno personalmente il referendum stesso).

I risultati non si sanno ancora (sempre che mai si sapranno, almeno in termini affidabili), ma un paio di considerazioni vorrei farle.

1) Nelle circostanze attuali è probabile che chi voleva votare no non sia andato alle urne.
La domanda è: quanti sostenitori del no sarebbero andati a votare se Madrid avesse tollerato il referendum?
La domanda non è oziosa, perché solo la presenza alle urne di questi avrebbe veramente legittimato il referendum e l'eventuale (forse comunque probabile) vittoria del sì.

2) Il governo catalano (guidato non dimentichiamolo da un personaggio sinceramente più simile a un Grillo che a un De Gasperi) avrebbe accettato una vittoria del no in caso di referendum in condizioni normali?
O sarebbe uscita una vittoria del sì comunque avessero votato i catalani?

3) E l'Europa? L'Europa avrebbe riconosciuto la Catalogna?
Ma soprattutto come avrebbero reagito i catalani nello scoprire che la Catalogna indipendente si sarebbe automaticamente trovata fuori dalla UE quando il governo catalano ha sempre promesso il contrario?

4) Una cosa va cinicamente detta: un paese alla fine non è indipendente quando esso tale si proclama. Un paese è indipendente solo se la comunità internazionale lo riconosce tale.
La comunità internazionale come si sarebbe regolata?

Saluti,

Mauro.

7 commenti:

  1. Le domande 1 e 2 sono lecite. Quello che scrivi nella 2, tuttavia, suona un po' troppo in stile argomentum ad hominem. Non sono invece lecite le domande 3 e 4, cioè non è lecito metterle al condizionale; vanno piuttosto poste al futuro: il referendum catalano non è consultivo (come la pagliacciata che avremo qui in Lombardia e nel vicino Veneto), ma vincolante; significa che in caso di vittoria dei sì (e i sì hanno vinto) il governo catalano dovrà proclamare l'indipendenza. A questo punto la comunità internazionale e quella roba chiamata UE dovranno realmente dare un risposta. Ora, fermo restando che il primo Paese a riconoscere la Catalogna sarà l'Islanda, la domanda è: quale sarà il secondo?

    Domanda che invece faccio a te: quali sono le probabilità che la questione catalana alimenti la causa indipendentista bavarese?

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  2. 1) concordo.
    2) i personaggi "alla grillo" hanno sempre una scusa buona per tutto, proprio perché tanti vogliono una scusa per continuare a credere.
    3) gli scenari politici che si aprono sarebbero molto interessanti. Dovrebbe trattare per entrare. le conseguenze sia nel caso resti che nel caso esca sono molto interessanti e si intrecciano con la questione brexit e scozia. Da una parte sarebbe opportuno evitare troppe spinte centrifughe: un europa con 200 e passa stati (compreso il regno di Tavolara dei Bertoleoni e la repubblica di Malu 'Entu) è molto più ingovernabile di un europa a 28.
    Di contro mettendo la catalogna alla porta rischi di crearti una sorta di "libano" in casa.
    Brutta gatta da pelare.
    4) Cina, Russia e America che interessi avrebbero a mettere, stabilmente, un piede in europa grazie ad una loro "repubblica delle banane"?.

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  3. 1) Impossibile saperlo
    2) Come la 1
    3) Questa roba chiamata europa se ne strabatte di chi ne fa parte; un visto su un documento burocratico e la Catalogna verrà riconosciuta senza nemmeno pensarci su, tanto, uno più, uno meno...
    4) Al resto della comunità internazionale basterà il giudizio di questa roba chiamata europa.

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  4. Tutti commenti interessanti. Proverò a rispondere collettivamente domani.

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  5. Io trovo che le conseguenze del referendum catalano superino ampiamente la questione stessa, vada come vada. Mi spiego meglio. Sono ormai decenni che le società occidentali sono ferme, a livello culturale, di sviluppo, di innovazione, di miglioramento delle condizioni di vita; quando mai si è visto, perlomeno nell'ultimo secolo, figli fare le stesse cose che i padri facevano alla loro età? E quegli stessi figli anelare a un futuro mediamente peggiore di chi li ha preceduti? Ebbene, questa stagnazione generale porta con sè una certa cupa rassegnazione, nessuno pensa più di poter essere davvero padrone del proprio destino, ai più il futuro appare tanto fosco quanto ineluttabile e governato da una sorta di ordine insoverchiabile.
    La questione catalana, quali che siano le conseguenze per i catalani, porta con sè l'idea che decidere del nostro futuro è ancora possibile; quando si vedono teste di anziani che potrebbero essere i nostri nonni spaccate come meloni per aver cercato di esprimere un'opinione pacificamente, beh, è una cosa che fa riflettere sul funzionamento della democrazia, ammesso che sia mai davvero esistita.
    La rivoluzione francese ha avuto conseguenze soprattutto al di fuori della Francia, e la chiappe più strette non erano quelle di Luigi Capeto, ma quelle delle corti di mezza Europa, terrorizzate all'idea che l'avvento di una forma di democrazia avrebbe potuto produrre imitazioni, come poi è effettivamente avvenuto. Finchè la cosa riguardava solo gli Stati Uniti, ben lontani al di là dell'oceano, chissenefrega.
    Personalmente, spero che quello catalano possa essere il primo squillo di tromba che annunci il ritorno di una forma di sovranità popolare, forse sta tornando il momento di far sapere a chi governa le nostre vite che deve fare un pochino anche il nostro interesse, se no gli mettiamo paura un'altra volta.
    Sulle questioni 1 e 2: era proprio Madrid a ritenere talmente scontato l'esito del referendum da non volere neppure che si tenesse, se il no avesse avuto una seppur minima speranza avrebbero cercato di cavalcarla, invece che di buttare tutto in vacca. Non si fanno domande di cui non si vuol conoscere la risposta. Va altresì ricordato che la Catalogna non è mica la Padania, che esiste solo nella testa di Bossi e di qualche invasato, la Catalogna esiste per davvero, sia come territorio, che come popolo, che come lingua e come storia, le cui origini risalgono addirittura al tempo della liberazione spagnola dal dominio arabo.
    Sulle questioni 3 e 4: il problema non è tanto che la Catalogna voglia entrare in Europa, quanto che voglia uscire dalla Spagna, se il governo di Madrid dovesse mai riconoscerne l'indipendenza tutti gli altri si adegueranno, altrimenti no, semplice. Ma, dato che, piuttosto che riconoscergliela, andranno verso un'altra guerra civile, bisognerà vedere quali saranno gli alleati, da ambo le parti. Nel caso, meglio prepararsi a qualche sorpresa, dato che è ben difficile che tutti i potenziali attori scelgano di fare da spettatori.

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  6. Sto preparando una risposta a tutti i commenti in un articolo ad hoc.

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  7. Mauro, mai pensato di mettere sulla sinistra un riferimento agli ultimi commenti? Potrebbe essere utile per vedere se qualcuno ha messo commenti sui vecchi post.

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