Stanno per riaprire le scuole dopo le vacanze natalizie.
E riparte il dibattito "didattica (scuola) in presenza" contro "didattica a distanza" (alias DAD).
Con la solita conflittualità che spesso (purtroppo) trascende i limiti dell'educazione e del rispetto.
Ora mi darete del benaltrista, ma se ci pensate bene il problema vero non è né la scuola in presenza né la DAD.
Il problema vero è il sabotaggio ormai decennale operato dalla politica (con il silenzio accondiscendente della cittadinanza e il plauso delle varie conf, Confindustria in particolare) nei confronti della scuola, dell'istruzione, dell'educazione (e non voglio qui parlare di università e ricerca, che è già di per sé un tema vastissimo).
Non si è fatto niente per mettere in sicurezza le scuole (per tacere poi dei trasporti da e per le scuole).
Niente aerazione meccanica.
Niente filtri.
Niente rivelatori di CO2.
Niente distanziamento (le classi pollaio esistono ancora, eccome se esistono).
Le mascherine poi... a scuola bastano le chirurgiche, non sia mai che siano obbligatorie le museruole FFP2!
Solo finestre aperte a intervalli più o meno regolari (ma poco, se no gli scolari prendono il raffreddore).
Insomma... quarantene, chiusure, classi dimezzate a gogò di fatto già programmate.
E prima o poi DAD di fatto.
Ma non si è fatto niente neanche per permettere una DAD ben fatta.
L'informatica nelle scuole? Primitiva.
Connessioni internet veloci? Beh, sì, veloci rispetto a una tartaruga, questo sì.
Istruzione dei docenti all'uso dei supporti informatici? Non serve, tanto tutti sanno usare uno smartphone (sì, per certi ministri per la DAD basta uno smartphone!).
Fornitura di detti supporti? Lasciamo perdere.
Garanzia di poter seguire in DAD per tutti i discenti? Tutti ormai hanno uno smartphone (vedi sopra)! Non si è tenuto conto delle enormemente diverse possibilità sia economiche che culturali delle varie famiglie. Non tutti gli scolari hanno adeguato collegamento internet e famiglie in grado di seguirli (ne parlai qui già nel marzo 2020... e la situazione non è cambiata di una virgola).
Ergo: in presenza o in DAD sarà comunque una strage.
La politica ha sfruttato la pandemia per dare il definitivo colpo di grazia alla scuola, all'istruzione.
A questo punto non si dovrebbe più discutere su scuola in presenza o DAD.
Come spiegato sopra, ormai sarà un fallimento, una strage comunque.
Ciò che servirebbe sarebbe unirsi tutti per mettere la politica spalle al muro e difendere - anzi ormai ricostruire, visto che è rimasto ben poco da difendere - l'istruzione.
Bisogna mettere da parte particolarismi, egoismi e convenienze personali e rendersi conto di ciò che serve per il futuro (ma anche per il presente!) della società e per le nuove generazioni.
Se no il sogno politico populista di creare una generazione di ignoranti e incompetenti manipolabili si avvererà.
E il processo rischierà di essere irreversibile.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Quest'articolo è uno sviluppo di un thread scritto ieri su Twitter. Qui il thread originale, con vari commenti interessanti da parte dei lettori.
P.S.2:
Il problema non è solo italiano: lo ha fatto notare qui relativamente alla Germania anche l'avvocato Thorsten Frühmark, specializzato in diritto del lavoro e di famiglia.
Sono talmente d'accordo con te che mia figlia è in una scuola privata gestita da suore, io ateo.
RispondiEliminaNautilus
Il problema è che su certe cose anche le private dipendono dallo Stato... per esempio possono dotarsi di tutti gli strumenti per la DAD o per l'informatizzazione delle lezioni in presenza... ma se il backbone è pachidermico si attaccano anche loro... e il backbone dipende dallo Stato, non da loro.
Elimina(E questo è solo l'esempio più banale).
P.S.:
Tu sei fortunato ad averne trovato una seria... la maggioranza delle private sono solo "promozioni e diplomi a pagamento", sia quelle religiose che quelle no.