giovedì 28 giugno 2018

Quegli sconosciuti dei brevetti

Un dialogo con un collega l'altro giorno mi ha fatto capire come poco sia conosciuto e compreso il tema della proprietà intellettuale anche da chi nell'industria, nella tecnologia ci lavora.
Il dialogo verteva su una possibile idea brevettabile e sul come - a detta del collega - il proprietario di quel brevetto ci guadagni per sempre o quasi.

Dato che io nel campo della proprietà intellettuale ci ho lavorato posso raccontare qualcosa e, forse, contribuire a cancellare qualche leggenda metropolitana al proposito.

Intanto va fatta una premessa.
Quando si parla di proprietà intellettuale si pensa quasi sempre solo a brevetti e diritti d'autore.
In realtà la proprietà intellettuale comprende molte altre cose, tra cui per esempio i marchi registrati e i modelli di utilità.

Ma torniamo al punto.

Chi ottiene il brevetto per qualcosa (prima leggenda da sfatare: sì, "chi ottiene il brevetto" e non "chi brevetta", perché tu inventi, non brevetti, e poi chiedi il brevetto all'ufficio competente che esamina la richiesta e te lo concede o meno) non guadagna a vita su quel brevetto.
Non guadagna a vita su quel brevetto semplicemente perché un qualsiasi prodotto può essere coperto da brevetto per al massimo venti (20) anni, sempre che il proprietario del brevetto paghi annualmente la corrispondente tariffa all'ufficio brevetti (se no, la copertura brevettuale finisce nel momento in cui smette di pagare*).
Quindi, seconda leggenda da sfatare, sul brevetto in sé - cioè vendendo il prodotto brevettato in esclusiva o concedendo ad altri licenza di produrlo - ci si guadagna al massimo per vent'anni. Dopo quel termine puoi continuare a produrre e vendere quel determinato prodotto (e guadagnarci sulla vendita), ma il brevetto non ti porta più niente: chiunque può a quel punto produrre e vendere lo stesso prodotto senza pagarti nulla.

E a questo punto generalmente la gente mi salta su dicendo: "E allora l'Aspirina? La Bayer la produce da oltre 100 anni e nessun altro può produrla!" (terza leggenda da sfatare).
No, signori miei: tutti oggi possono produrre l'Aspirina (e possono farlo da più di ottant'anni). Il fatto è che nessuno (Bayer esclusa) può chiamarla Aspirina.
Il discorso è semplice: Aspirina è il nome commerciale dato dalla Bayer all'acido acetilsalicilico (più precisamente acido 2-(acetilossi)benzoico), nome che la Bayer ha registrato e quindi che nessun altro può usare.
Infatti in giro trovate vari prodotti alternativi all'Aspirina, tutti a base di acido acetilsalicilico, ma nessuno che si chiami Aspirina. E la Bayer guadagna sulle nude vendite dell'Aspirina, non più però grazie al brevetto.
E allora la storia dei vent'anni? La storia dei vent'anni vale per i brevetti, non per i marchi registrati. Questi ultimi puoi riservarteli per l'eternità, basta che paghi.

Sulla proprietà intellettuale ci sono tanti altri malintesi da chiarire e fatti interessanti da scoprire (e magari ne riparlerò), ma quanto sopra è ciò che per la nostra vita quotidiana è più interessante. E al tempo stesso forse la questione più malintesa/fraintesa (talvolta anche in malafede da parte di chi vorrebbe eliminare la proprietà intellettuale tout court).

Saluti,

Mauro.

* Ci sono addirittura casi in cui si fa richiesta di brevetto ma poi non si paga o si smette di pagare dopo solo un anno perché a quel modo si impedisce ad altri di presentare a propria volta richiesta di brevetto, non perché si sia interessati ad avere quel brevetto per sé.

7 commenti:

  1. Comunque 'sto post mi è piaciuto, solo che non ho un vero contributo da offrire. Solo mi ha ricordato una lezione sui brevetti tenuta dal mio prof. di logistica industriale molti anni fa, tra l'altro quello con cui ho fatto la tesi (che poi non ho mai discusso).

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    1. Cioè hai fatto la tesi e poi non ti sei laureato? O mi sfugge qualcosa?

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  2. Non ti sfugge nulla. Ho fatto i miei 29 esami, ho studiato il trentesimo (ma senza darlo) e ho fatto la tesi in collaborazione con un altro studente. Tesi alla Sandvik di Milano, lui si è occupato della parte di logistica più tradizionale (riorganizzare il layout dell'impianto), io ho sviluppato un modello statistico previsionale per tener conto dei fenomeni di stagionalità e altre variabili. Lui ha deciso di laurearsi, io no. Lo so, sembra un po' strano :)

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    1. Va beh, che non eri tutto normale lo avevo già capito 😜

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  3. Vediamo cosa mi dirai quando mi incontri; sono sicuro che ti sembrerò la persona più normale del mondo. Ricordati che da inizio Agosto ai primi di Settembre (se non finisco in carcere qui in Lituania per l'omicidio di mia suocera) sono ad Albenga. Fai un salto a trovarci.

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    1. Io in Liguria ci sarò a partire dall'11 luglio per 2-3 settimane.

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  4. Ecco, non ci incontriamo. Peccato!

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