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domenica 17 giugno 2018

I virgolettati

Negli ultimi tempi ci sono state varie polemiche perché sono state riportate in vari articoli citazioni non corrette, però comunque riportate come virgolettate, quindi ufficialmente come letterali (io stesso ne ho parlato qui riguardo a un'intervista a Günther Oettinger).

Cosa significa riportare qualcosa tra virgolette?
Significa che quel qualcosa - bello o brutto che sia - è ciò che letteralmente ha detto o scritto la persona citata. Non un riassunto (per quanto fedele), solo quanto ha letteralmente detto. Niente di più, niente di meno.
Un riassunto è assolutamente accettabile e - si spera - generalmente corretto, ma solo se non virgolettato ed esplicitamente definito come tale.

E fin qua, spero, siamo tutti d'accordo.

Ma ciò non basta. Anche una citazione letterale può essere comunque sbagliata.
Ora mi direte: ma se hai appena detto che le citazioni devono essere letterali... non puoi ora dirci che essere letterali non basta!
E invece sì, ve lo dico. Le citazioni devono sì essere letterali, ma devono anche essere complete.

Mi spiego meglio con un esempio.
Mettiamo che io dichiari: "Se fosse dimostrato che la categoria X è dannosa per il paese, allora cacciamo la categoria X" (lo so, la grammatica non è perfetta, ma avete mai sentito grammatica perfetta nei comizi, anche in quelli della vostra parte?).
Un giornale di una determinata parte politica prenderebbe le parole "cacciamo la categoria X" e le userebbe come espressione del mio pensiero.
La citazione sarebbe letterale, nessuno potrebbe protestare al proposito, ma sarebbe comunque sbagliata, fuorviante... perché mancherebbero parti essenziali (spero che non serva che vi dica quali).

Cosa ci insegna ciò?
Ci insegna che una citazione deve essere letterale, sì, ma che senza un collegamento alla fonte originaria, alla fonte che ci permetta di risalire al contesto... anche la letteralità non dice in fondo nulla.

Saluti,

Mauro.

giovedì 7 giugno 2018

Il discorso di Oettinger

A fine maggio è scoppiato un casino per le dichiarazioni del commissario europeo Oettinger (qui il perché non dovrebbe essere commissario indipendentemente da dette dichiarazioni) sugli elettori italiani e il nuovo governo, rilasciate in un'intervista alla Deutsche Welle.
Per chi sa il tedesco, qui si può vedere e ascoltare l'intervista completa.

Il casino è nato però non direttamente dall'intervista, ma da un tweet del giornalista della Deutsche Welle stessa Bernd Thomas Riegert (tweet ora cancellato) in cui quest'ultimo riassumeva le parole sull'Italia con "The markets will teach the Italians to vote for the right thing" (per chi ha problemi con l'inglese: "I mercati insegneranno all'Italia a votare per ciò che è giusto"), parole forti, ma soprattutto virgolettate come si dovrebbe fare solo con citazioni letterali.
E letterale questa citazione non la è proprio per niente.

Oettinger è famoso per farla (molto) fuori dal vasino quando parla e le sue parole sull'Italia non sono comunque state felici - anzi - ma comunque ben diverse da quanto riportato sopra.

Ma cosa ha detto di preciso Oettinger sull'Italia in quell'intervista?
Riprendo la trascrizione fatta dalla Süddeutsche Zeitung delle parole incriminate.

Oettinger ha detto (qui le virgolette ci stanno in quanto trascrizione letterale):
"Meine Sorge und meine Erwartung ist, dass die nächsten Wochen zeigen, dass die Märkte, dass die Staatsanleihen, dass die wirtschaftliche Entwicklung Italiens so einschneidend sein könnten, dass dies für die Wähler doch ein mögliches Signal ist, nicht Populisten von links und rechts zu wählen."

Che tradotto significa:
"La mia preoccupazione e ciò che mi attendo è che le prossime settimane mostrino che i mercati, che i titoli di stato, che l'evoluzione economica dell'Italia possano essere così drastici da far sì che siano un possibile segnale agli elettori a non votare populisti di sinistra e di destra."

Ha anche aggiunto:
"Schon jetzt ist die Entwicklung bei den Staatsanleihen, bei dem Marktwert der Banken, beim wirtschaftlichen Verlauf Italiens generell deutlich eingetrübt, negativ. Dies hat mit der möglichen Regierungsbildung zu tun. Ich kann nur hoffen, dass dies im Wahlkampf eine Rolle spielt, im Sinne eines Signals, Populisten von links und rechts nicht in die Regierungsverantwortung zu bringen."

Che significa:
"Già adesso l'evoluzione dei titoli di stato, del valore di mercato delle banche, dell'andamento economico dell'Italia è in genere nettamente opaco, negativo. Questo a che fare con la possibile formazione del governo. Io posso solo sperare che questo giochi un ruolo in campagna elettorale, come segnale di non portare populisti di sinistra e di destra a responsabilità di governo."

Parole gravi, indubbiamente, anche se meno di quanto Riegert voleva far credere.
Ma ancora più grave è stato da parte del giornalista spacciare per citazione letterale un suo riassunto (e neanche proprio corretto, oltretutto).
A quanto pare la deontologia professionale dei giornalisti non è in crisi solo in Italia.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 7 marzo 2018

I torti non si sommano algebricamente ma in valore assoluto

Il titolo di questo articolo non è mio, lo ho rubato all'amico Shevathas.

Però credo di poterglielo rubare senza rischio di denuncia o querela, visto che lui lo ha preso da un mio commento al suo blog di qualche tempo fa: Razzismo e torti (come anche i diritti, quelli veri) si sommano in valore assoluto infatti, non algebricamente. :-)

Sul discorso torti ha spiegato benissimo lui la cosa, quindi riporto esplicitamente le sue parole: Per i non tecnici: se si sommassero algebricamente 1 Torto A->B + 1 Torto B->A = 0 Torti; se si sommano in valore assoluto 1 Torto A->B + 1 Torto B->A = 2 Torti.

Però, come scritto nella mia frase originale, la cosa vale anche per razzismo e diritti (oltre che per altre cose che non ho citato).

Quindi ritengo utile fare esempi per razzismo e diritti.

Quando si parla di razzismo noi siamo abituati a vedere il razzismo dei bianchi contro i neri (sempre che le parole bianchi e neri significhino qualcosa).
Però il razzismo è generalizzato: ogni popolo ha le sue frange razziste, più o meno ampie, più o meno violente.
Ora in Europa molti giustificano il razzismo antieuropeo col razzismo degli europei verso gli altri.
Io non nego assolutamente il nostro razzismo verso popoli extraeuropei (e talvolta anche verso popolazioni europee viste come meno "europee" di altre), ma questo non giustifica nessun altro razzismo.
Se un europeo odia gli africani, il fatto che un africano odii gli europei non è una compensazione, è solo un altro razzismo. Siamo di fronte a due stronzi da bastonare entrambi, non a due cose che si compensano.

Lo stesso per quando riguarda i diritti.
L'esempio migliore sono le unioni civili (in Italia, in altri paesi sono matrimoni in tutto e per tutto).
Il Vaticano e i suoi lecchini alla Adinolfi le contestano in quanto attacchi alla famiglia tradizionale. Ma dove? (Ne scrissi già più di dieci anni fa qui).
Qui si concede un diritto a qualcuno che prima non lo aveva, senza togliere nessun diritto a chi già lo aveva.
Dove prima c'era un diritto per qualcuno, ora c'è un diritto per qualcuno in più (o altrimenti detto: dove prima c'era un diritto, ora ce ne sono due). Ma, appunto, nessun diritto è stato cancellato, quindi abbiamo una somma di valori assoluti, non due diritti che si annullano a vicenda.

Saluti,

Mauro.