Visualizzazione post con etichetta finanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta finanza. Mostra tutti i post

domenica 12 settembre 2021

I giovani sono il futuro. Per questo i vecchi se ne fregano.

Si dice sempre che i giovani sono il futuro, il nostro futuro. E quindi bisogna operare pensando a questo futuro.
Il problema è che questi sono i discorsi ipocriti dei vecchi. Vecchi che sono, per chiarire, la maggioranza degli elettori. Maggioranza crescente.
Ma i vecchi non hanno futuro. Hanno solo presente.
E questo presente vogliono goderselo.
Se poi tutto questo lo pagheranno i giovani di oggi... chi se ne frega?
Noi vecchi non ci saremo più. Non ne soffriremo.

Il problema principale è questo.
Non la politica o la finanza o l'industria.

Il problema siamo noi.
Noi vecchi.

Saluti,

Mauro.

domenica 1 maggio 2016

Primo Maggio

Festa del lavoro e dei lavoratori.

Ma se il lavoro non c'è e i lavoratori sono precari... cosa si festeggia?

E no, non ditemi che basta guadagnare per essere lavoratori... un lavoratore guadagna e produce, soprattutto produce a voler essere sinceri...
Mentre nel mondo della finanza che oggi è dominante si guadagna sì... ma cosa cavolo si produce?
A voler essere ottimisti: nulla.
A voler essere realisti: danni.

Saluti,

Mauro.

sabato 23 aprile 2016

Parafrasando Ungaretti 1

Si sta
come in banca
sul conto
gli interessi

Saluti,

Mauro.

sabato 26 aprile 2014

La "laicità" della Borsa

La Borsa è un luogo che ci si immagina il più laico (oserei quasi dire anarchico) possibile, dove nessuna etica - né civile né religiosa - vale.
Ciò non vuol dire che la Borsa sia senza regole e senza leggi, vuol solo dire che esistono regole e leggi materiali (ergo interne o statali) da rispettare (o far finta di), ma che queste regole sono solo burocratiche, non hanno niente a che spartire con l'etica.
Tanto meno con quella cristiana, almeno a voler prendere sul serio il Vangelo.

A quanto sopra si aggiunge che la Borsa, per operare efficacemente (comunque si valuti la cosa moralmente, visto quanto successo in Borsa nel corso dei decenni) ha bisogno di libertà... ergo di democrazia (nelle dittature le Borse - sempre che vengano permesse - operano sotto più o meno diretto controllo del potere).
E, in Italia, la democrazia è arrivata grazie al 25 aprile.

Ergo... io mi aspetto che la Borsa non rispetti nessuna festività ufficiale - né civile né religiosa - o al limite rispetti giusto il 25 aprile e stop.

Invece che succede?

Venerdì 18 aprile 2014 (alias Venerdì santo, festività religiosa non più riconosciuta dallo Stato): Borsa di Milano chiusa.
Venerdì 25 aprile 2014 (più importante festività civile, anzi assoluta, riconosciuta dallo Stato): Borsa di Milano aperta.

E non venitemi a dire che ciò ha a che fare con la necessità di allinearsi con le Borse internazionali: negli altri paesi generalmente ci se ne frega di ciò e comunque nella maggioranza degli stessi il Venerdì santo le Borse sono aperte.

Saluti,

Mauro.