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sabato 26 aprile 2014

La "laicità" della Borsa

La Borsa è un luogo che ci si immagina il più laico (oserei quasi dire anarchico) possibile, dove nessuna etica - né civile né religiosa - vale.
Ciò non vuol dire che la Borsa sia senza regole e senza leggi, vuol solo dire che esistono regole e leggi materiali (ergo interne o statali) da rispettare (o far finta di), ma che queste regole sono solo burocratiche, non hanno niente a che spartire con l'etica.
Tanto meno con quella cristiana, almeno a voler prendere sul serio il Vangelo.

A quanto sopra si aggiunge che la Borsa, per operare efficacemente (comunque si valuti la cosa moralmente, visto quanto successo in Borsa nel corso dei decenni) ha bisogno di libertà... ergo di democrazia (nelle dittature le Borse - sempre che vengano permesse - operano sotto più o meno diretto controllo del potere).
E, in Italia, la democrazia è arrivata grazie al 25 aprile.

Ergo... io mi aspetto che la Borsa non rispetti nessuna festività ufficiale - né civile né religiosa - o al limite rispetti giusto il 25 aprile e stop.

Invece che succede?

Venerdì 18 aprile 2014 (alias Venerdì santo, festività religiosa non più riconosciuta dallo Stato): Borsa di Milano chiusa.
Venerdì 25 aprile 2014 (più importante festività civile, anzi assoluta, riconosciuta dallo Stato): Borsa di Milano aperta.

E non venitemi a dire che ciò ha a che fare con la necessità di allinearsi con le Borse internazionali: negli altri paesi generalmente ci se ne frega di ciò e comunque nella maggioranza degli stessi il Venerdì santo le Borse sono aperte.

Saluti,

Mauro.