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domenica 16 dicembre 2018

L'arte delle installazioni

Io ho sempre considerato l'arte come qualcosa che - salvo incidenti o imprevisti - deve durare nel tempo, deve essere fruibile anche dai famigerati posteri.

Però il '900 - e ancora più gli anni 2000 - hanno portato alla ribalta le cosiddette installazioni o forme simili, cioè forme d'arte a tempo, destinate a "morire" dopo un periodo determinato (parlo chiaramente in particolare delle cosiddette arti plastiche).

Ecco, al di là delle loro qualità estetiche, tecniche, innovative... si possono considerare vera arte, visto che non sono destinate a durare?
Io penso di no... ma forse io sono antiquato.

Che ne dite voi?

Saluti,

Mauro.

giovedì 26 gennaio 2017

Essere insonni...

... detto così mica suona tanto bene.

Però ti fornisce il tempo di fare tante cose che altrimenti non avresti il tempo di fare.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 27 gennaio 2016

E cosa vuoi che sia un minuto a Capodanno?

Ho letto oggi la notizia che il dirigente RAI responsabile della diretta di Capodanno è stato allontanato.

Perché è stato allontanato? Perché ha anticipato volontariamente di un minuto il conto alla rovescia (oltre ad altri errori durante la stessa trasmissione, ma questo è stato quello che ha fatto partire la valanga).

Ora, se lui ha fatto quell'errore (anticipare il conto alla rovescia) volontariamente è giusto che ne paghi le conseguenze, su questo non si discute: uno sul lavoro deve fare le cose per bene. E sbagliare volontariamente non è farle per bene.

Però la notizia mi ha fatto tornare in mente tutte le polemiche dei giorni e settimane successive al fattaccio.
Sembrava che quel minuto di anticipo avesse dato la stura all'Apocalisse definitiva!
E io già allora pensavo quanto scemi siamo talvolta.

E cosa vuoi che sia un minuto a Capodanno?
Cosa ti cambia nella vita?
Ti serve veramente una precisione assoluta per stappare una bottigilia (perché poi alla fine è solo quello lo scopo)?
Il tuo anno sarà di schifo solo perché hai stappato un minuto prima o un minuto dopo?
Ma allora sei proprio coglione!

Che poi... a volerla dire tutta: se uno avesse veramente bisogno (per chissà quale astruso motivo) di stappare con precisione al secondo o migliore, nulla da dire... però allora dovrebbe seguire lo scorrere del tempo sul sito web di un qualche istituto di metrologia, non certo su RAI o Mediaset.

Saluti,

Mauro.

martedì 22 settembre 2015

Impariamo a distinguere clima e tempo

Due fatti sono incontestabili, in quanto ci sono i dati a corroborarli:
1) il riscaldamento globale prosegue e quest'estate è stata a livello globale una delle più calde, se non la più calda, della storia;
2) quest'estate nella regione dove vivo io (Colonia, Renania) è stata particolarmente brutta, una delle più piovose e fredde degli ultimi anni, se non decenni.

Fin qua nulla di strano, le due cose non si contraddicono in quanto nel punto 1) parliamo di clima e nel punto 2) di tempo (o al limite di meteo).

Il problema è la differenza tra clima e tempo. O meglio la confusione tra clima e tempo.

Due esempi di cose che mi sono sentito dire di recente:
1) a Colonia c'è stata un'estate molto calda, lo dicono gli scienziati;
2) cosa cavolo dicono i climatologi, qui fa freddo, altro che riscaldamento globale.

Avete già capito quali sono gli errori commessi da chi ha sparato queste due fregnacce (per inciso... la fregnaccia 1 la ha detta un mio amico, la fregnaccia 2 mia mamma):
1) ha preso il clima e lo ha messo al posto del tempo;
2) ha preso il tempo e lo ha messo al posto del clima.

Cerchiamo di definire cosa sono clima e tempo.

Clima: evoluzione dei parametri meteorologici (temperatura, piovosità, ecc.) sul lungo periodo, quando si ragiona a livello globale (e non locale) si può parlare di clima anche sul medio-breve periodo;
Tempo (o volendo meteo): valori dei parametri meteorologici a livello locale e loro evoluzione nel medio-breve periodo (sempre a livello locale).

La distinzione, a parte rare eccezioni, è come vedete abbastanza chiara e semplice da fare.
Perché allora si fa confusione?
Le ragioni sono varie e si sommano tra loro:
a) sulla nostra pelle noi sperimentiamo il tempo e non il clima, quindi il secondo diventa un'entità astratta (se qui oggi fa freddo io ho freddo, non sento se a livello globale è la giornata più calda dell'anno, del decennio o più);
b) i meteorologi che ci propongono le previsioni del tempo in TV o sui giornali generalmente usano le parole clima e tempo in maniera corretta però non spiegano perché in un determinato caso usano l'una o l'altra (e quindi chi ascolta/legge le prende per sinonimi);
c) meteorologi e climatologi hanno cose in comune ma sono figure diverse... però chi conosce le differenze? Nell'immaginario comune sono la stessa figura (e a questa figura il profano attribuisce le caratteristiche esclusive del meteorologo);
d) la classica idiosincrasia dell'informazione nei confronti delle tematiche scientifiche (quando mai un giornalista che scrive o parla di clima si premura di informarsi su quanto sopra o di spiegare bene la cosa?);
e) il dare molte cose per scontate da parte degli scienziati (non solo climatologi e meteorologi hanno chiare le differenze tra clima e tempo, ma chiunque abbia un'istruzione scientifica di discreto livello... però si dà - erroneamente! - per scontato che anche i profani le abbiano chiare, quindi non si spiegano).

Però... il clima non è il tempo, benedetta gente. Imparatelo!

Saluti,

Mauro.