sabato 1 maggio 2021

Pensa prima a te stesso, così aiuterai gli altri

Oggi durante una telefonata ho fatto una considerazione (considerazione che ho fatto già molte volte, ma più invecchio più ne sono convinto).

Io non ho una gran fiducia nell'umanità (e purtroppo i comportamenti durante la pandemia hanno dimostrato che avevo ragione).
Però è indubbio che per fortuna esistono persone altruiste, persone che si sacrificano per gli altri. Persone che talvolta proprio dimenticano sé stesse per gli altri. Bello? Beh, apparentemente sì. Ma sbagliato. Se dimentichi te stesso, agli altri non servi a nulla. E no, non ti sto dicendo che devi essere egoista.

Cosa voglio dire?
Da non credente ve lo spiego partendo da un versetto dei Vangeli, per la precisione Marco 12,31: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Esaminiamo questa semplice frase. La formulazione è chiara: devi amare te stesso e poi amerai il prossimo.
Ora lasciamo da parte i discorsi teologici e filosofici su chi sia il prossimo (ci infileremmo in un ginepraio senza fine) e guardiamo al senso della frase. Ci dice semplicemente che se non amiamo noi stessi non possiamo amare gli altri. Non c'è la base per farlo.

E di conseguenza non puoi aiutare gli altri se prima non aiuti te stesso. Tutti abbiamo problemi, chi piccoli e chi grandi, ma se io non risolvo i miei (o almeno non ci vengo a patti), col cavolo che posso aiutare te a risolvere i tuoi, anche se voglio, anche se mi impegno.
Chi vi dice "io non conto", chi si butta ad aiutarvi ignorando i propri problemi spesso è veramente una brava persona, altruista. Ma sbaglia. Se è in buona fede, danneggerà o sé stesso o voi (o entrambi). Se è in mala fede, vuole imporvi la propria visione delle cose.

Saluti,

Mauro.

2 commenti:

  1. Nelle istruzioni sugli aerei c'è scritto che in caso di avaria, con la caduta delle mascherine dell'ossigeno dalle cappelliere, bisogna prima indossare la propria mascherina e poi aiutare gli altri ad indossare la propria. Questo perché solo dopo aver indossato bene la propria mascherina si può essere certi di essere di aiuto agli altri. Al contrario si rischia di dover aver bisogno noi di un aiuto. Quello che ha scritto Mauro lo trovo molto simile a quanto esposto sopra. Non si tratta di egoismo ma del mettersi in condizione di poter dare agli altri un aiuto concreto e davvero efficace senza rischiare di essere poi noi quelli che abbiamo bisogno di aiuto.

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    1. Esempio perfetto. Ma se ne potrebbero fare anche molti altri.
      (E si potrebbero anche smontare leggende metropolitane come il "prima le donne e i bambini" nei naufragi, mai esistito come regola ufficiale... anche se talvolta praticato per una malcompresa forma di cavalleria... che alla fine condannava donne, bambini e cavalieri, ergo faceva solo danni).

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