mercoledì 22 maggio 2019

La bellezza è una cosa concreta

Questo tweet del Museo Tattile di Varese mi ha fatto riflettere su un tema spesso trascurato: l'arte, la bellezza nelle periferie, nelle baraccopoli, nei luoghi dove si potrebbe pensare che le urgenze siano altre.
La persona di cui il tweet parla, un dirigente scolastico, cos'ha fatto?
Ha curato chi non poteva curarsi? Ha creato posti di lavoro? Ha dato da mangiare a qualcuno? No, niente di tutto questo.
Ha colorato la baraccopoli. Ha portato un po' di bellezza, un po' di luminosità in un luogo dove prima era solo bruttura.

Vedo già qualcuno che storce il naso.
Che perdita di tempo! Che cretinata! Invece di fare qualcosa di concreto, butta via soldi in vernice.
Non poteva occuparsi di istruzione o salute?
A parte il fatto che non sappiamo se fa anche dell'altro per la baraccopoli, non credete che anche la bellezza e l'arte siano cose concrete? Siano cose che possano aiutare a elevarsi da una situazione disperata?
Se non lo credete, sbagliate. E tanto.

Certo le prime cosa da portare in certi luoghi sono cibo e salute. E poi l'istruzione.
Ma se queste cose ai disperati gliele dai dentro la bruttura, la bruttura resterà dentro di loro.
Magari riusciranno a elevarsi dalla povertà materiale (non che sia poco, intendiamoci, eh!), ma dentro continueranno a portarsi la bruttura.
Difficilmente riusciranno a vedere un senso nella vita al di là della sopravvivenza.
Anche dovessero fare i soldi!
Se invece le cose "concrete" gliele dai in un ambiente di bellezza (e magari di allegria!) gli toglierai anche la bruttura dentro, non solo la povertà.
Farai di loro delle persone migliori.
Sia che divengano poi ricche, sia che rimangano povere.

Perché non solo gli darai la possibilità di lasciare le baracche, ma gli darai anche la voglia di far diventare quelle baracche dei palazzi senza dimenticarle.
Gli darai la capacità di sognare concretamente, di voler migliorare la società.

Gli insegnerai la gioia di vivere, non gli darai solo la capacità di sopravvivere.

Saluti,

Mauro.

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