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sabato 17 marzo 2018

Lettera aperta a Salvo Di Grazia

Caro Salvo,

io seguo il tuo blog da una vita, non proprio da quando lo hai creato ma quasi.
Non apprezzo solo il contenuto medico o scientifico (che da scienziato, pur in altro settore, considero comunque fondamentale), ma soprattutto la tua capacità di esprimerti in maniera comprensibile da chiunque.

Però l'otto marzo scorso la hai fatta fuori dal vasino. Molto fuori. Ma veramente molto.
Pur di associarti alla vulgata attuale sul femminismo (perché, nonostante il titolo Donne del tuo articolo, tu non hai parlato alle donne bensì alle femministe) hai offeso, anzi diffamato, buona parte dell'umanità.

Quindi ora io chiedo apertamente le tue scuse.
Tu hai il dovere di scusarti verso tutti gli uomini (o maschi, se preferisci) che sono estremamente corretti sia nei confronti delle donne che in generale.

Tu scrivi: Nulla a che vedere con noi uomini, rozzi, pesanti, banali. E non lo dico per luogo comune ma proprio perché noi uomini siamo in genere più prevedibili e superficiali.

Ecco, io non so che uomini tu frequenti, ma se veramente sono uomini che rispecchiano quanto scrivi (ma voglio sperare che tu lo abbia scritto solo per renderti bello presso i talebani del politicamente corretto) posso solo darti un consiglio: cambia amicizie e frequentazioni, visto che gli uomini sono solo in minima parte (ma veramente molto minima) come tu li descrivi.

Io non sono come tu descrivi gli uomini. E nessuno dei miei amici e conoscenti lo è.
Quindi o ti scusi o potrei prendere in considerazione l'idea di querelarti.

Con immutata stima (femminismo a parte),

Mauro.

martedì 20 febbraio 2018

Una piccola storia di social

Qualche giorno fa mi sono ritrovato a rilanciare una bufala: l'assenteismo di Salvini al Parlamento Europeo.
Come dimostrano i numeri è una leggenda metropolitana, ma dura a morire. Salvini non è certo recordman di presenze, ma (almeno rispetto alla media) non lo si può definire assenteista.
Una persona che ha letto il mio tweet mi ha corretto (pacatamente e portando argomenti, come dovrebbe sempre essere, e non come spesso accade accusando chi sbaglia di chissà cosa).
Preso nota della sua correzione non ho cancellato il mio tweet originario ma ne ho pubblicato uno in cui ammettevo l'errore e mi scusavo con Salvini e con i lettori per l'errore stesso (trovo scorretto cancellare gli errori facendo finta di non averli mai commessi come ha fatto, per esempio, il Post in una recente occasione).

E la cosa normalmente finirebbe qui.
Uno sbaglia, viene corretto, rettifica e si scusa e poi la vita va avanti.

Se non fosse che la cosa è successa su un social network...
E quindi?
E quindi il mio tweet originario (quello con l'errore) ha ricevuto vari "like" e "retweet". Il tweet con cui sono stato corretto e quello in cui mi scusavo no. Io e il mio "correttore" ci siamo apprezzati a vicenda con un like, ma praticamente nessun altro lo ha fatto.
La cosa più grave però non è tanto questa... quanto che il mio tweet originario ha ricevuto like e retweet anche dopo la pubblicazione di correzione e scuse.

Perché?
Io personalmente vedo due motivi (due motivi principali, in realtà ce ne sono più di due):
1) La gente agisce prima di leggere tutto, cioè pur vedendo che la discussione continuava con altri tweet, molti lettori si sono fermati al mio primo;
2) Essendo sia io che la persona che mi ha corretto non certo salviniani (anzi né io né lui lo apprezziamo, ma proprio per niente) è probabile che anche la maggioranza dei nostri lettori non lo apprezzino... quindi meglio una notizia falsa contro, che una vera a favore.

Tempi tristi.

Saluti,

Mauro.