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venerdì 20 luglio 2018

La legge percepita

A ogni nuova sentenza di qualche tribunale su temi sensibili si scatena in rete (e non solo) la polemica su questi giudici che disattendono la legge o si ergono al di sopra di essa.
Come quei giudici, per esempio, che decidono che in caso di stupro se la vittima è ubriaca lo stupratore ha diritto a uno sconto di pena (decisione mai presa dai giudici, vedasi qui, ma ormai quella è la lettura che è passata e che viene ripetuta a pappagallo).
Ora voi mi direte, beh, i lettori profani hanno capito male la sentenza, c'è chi gliela ha spiegata e ora a parte quattro caproni analfabeti la gente ha capito.
Magari! Ingenui che siete.
A parte il fatto che molta gente preferisce credere alle bufale che alla realtà (nel caso in questione alla concessione di attenuanti, mai concesse, e non al solo cancellamento di un'aggravante precedentemente inflitta), il problema qui è molto più serio: molta gente si è formata in testa una propria idea di legge, di diritto, e pretende che i giudici sentenzino in base a questa, non in base a quella dei codici penale e civile del Paese (ehi, non capita solo in Italia, ma ultimamente in Italia un po' troppo spesso).
Nel caso particolare citato, quando alla gente è stata spiegata la sentenza, questa ha sbraitato ancora di più contro i giudici, scandalizzandosi del fatto che l'ubriachezza della vittima non fosse stata considerata un'aggravante (e molti continuando a sostenere che i giudici avevano deciso che detta ubriachezza giustificasse uno sconto di pena, sconto di pena che non c'è mai stato!).
Però, no, cari miei, l'ubriachezza in sé non è aggravante. Diventa aggravante se è indotta allo scopo di stuprare, non se la vittima si è ubriacata spontaneamente.
E no, l'ubriachezza non è stato un fattore minimizzante la pena nella decisione dei giudici, anzi è stata dai giudici stessi di fatto usata come prova per lo stupro visto che hanno sentenziato che se una persona ubriaca dà consenso al sesso, questo consenso non vale in quanto la persona non è padrona di sé (ergo i giudici si sono schierati senza riserve dalla parte della vittima, oltre che della legge, senza applicare nessun cavillo come voleva la difesa).
Eppure le proteste contro i giudici criminali che difendono gli stupratori non bastonandoli con l'aggravante sono continuate. Vergogna! Scandalo! Indignanzione! Giudici al rogo!
E casi simili si verificano continuamente quando, come scritto all'inizio, i giudici sentenziano su temi sensibili (stupro, legittima difesa, migranti, omicidi di genere e simili). Da ogni parte politica e da ogni fascia della società.

Ormai siamo alla legge percepita.
I giudici non devono decidere in base alle vere leggi del Paese, ma in base a quello che io credo (o, peggio, voglio) che dicano le leggi.

No, signori miei, non funziona così. La legge è quella che sta scritta nei codici e che viene votata dal Parlamento, non quella che la vostra morale (o più spesso le vostre fisime) vorrebbe.
Esistono leggi sbagliate? Sì, è purtroppo naturale che in un corpus legislativo vasto e complesso ci sia anche qualche legge sbagliata (o giusta di principio, ma assurda di logica). Capita in ogni Paese.
Ma, a meno che questa legge non sia anche anticostituzionale, il giudice la deve applicare (e se è anticostituzionale rinviarla alla Corte Costituzionale, non decidere in proprio di andarci contro). Punto.
Poi sarà giusto adoperarsi perché il Parlamento torni a discutere quella legge per riscriverla o cancellarla. Ma questo è un altro punto. E comunque non autorizza a confondere la propria morale con la legge.

La legge percepita tenetevela per i vostri romanzi, se ne scrivete.
Nella realtà esiste la legge scritta e codificata. Non quella percepita.

Saluti,

Mauro.

lunedì 21 agosto 2017

Temperatura percepita. Corretta ma inutile.

Uno dei temi preferiti dai telegiornali e dalle trasmissioni meteo (o più correttamente pseudo-meteo) quando arriva l'estate è la "temperatura percepita", cioè la temperatura che uno "sente" sulla pelle indipendentemente dalla temperatura effettivamente indicata dai termometri.

Osservazione: Perché se ne parla solo d'estate? Boh!
La temperatura percepita è una grandezza che può essere calcolata (sì, calcolata, contrariamente alla temperatura vera che si misura e non si calcola) in ogni stagione.
E che può anche essere inferiore o uguale alla temperatura effettiva, non solo superiore come sembra guardando le trasmissioni pseudo-meteo.

La temperatura percepita viene calcolata tenendo conto di umidità, venti e altri parametri misurabili, usando algoritmi messi a punto da meteorologi e che vengono costantemente raffinati e migliorati (o almeno così dovrebbe succedere).
E fin qui tutto bene.

Il problema è che la temperatura che percepiamo sulla nostra pelle è soggettiva.
È vero che può essere diversa (anche molto) dalla temperatura effettiva, ma non dipende solo dai parametri misurabili di cui sopra. Anzi.
Dipende anche dal metabolismo, dalle condizioni fisiche, dall'età, dalla costituzione di ciascuno di noi.
Nello stesso identico luogo e tempo io percepisco una temperatura, mia madre quasi anziana un'altra, il bambino piccolo del mio vicino un'altra ancora e così via.

Quali conclusioni possiamo trarre da quanto sopra?
La temperatura percepita è una grandezza derivata (non misurata) corretta e non aleatoria, se calcolata seriamente, tenendo conto di tutti i parametri noti.
Ma è comunque una grandezza che non dice nulla, che non serve a nulla.
Per dare consigli alle singole persone serve un'analisi personale, per dare consigli generali basta considerare temperatura e umidità effettive.

Saluti,

Mauro.