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giovedì 26 settembre 2019

Greta non ci fornisce soluzioni. Non può e non deve farlo.

Io credo che molti miei lettori si siano stupiti che non abbia ancora parlato del fenomeno Greta, la ragazzina diventata icona mondiale dell'ambientalismo.
Eppure è un tema che tocca (anche se molti commentatori, sia pro che contro Greta, se ne dimenticano) due ambiti a me molto cari: scienza e politica.

Non ne ho parlato perché, con o senza Greta, il problema c'è, va affrontato e si conosce da anni. Non lo si è scoperto con l'arrivo di Greta.
Per questo motivo il tema "Greta" è per me semplicemente non interessante, non rilevante.
Il tema "riscaldamento globale" lo è.

Prima di andare avanti però va fatta un'osservazione più generale: tutti parlano della Terra, del pianeta.
Ecco, anche questo è un tema sbagliato, non è il punto corretto da affrontare.
Vedo già che strabuzzate gli occhi: Mauro allora dove vive? Su Marte? Su Venere?
No, vivo qui sulla Terra come voi.
Ma il pianeta non ha bisogno di essere salvato: si salva da solo senza problemi. Come ha sempre fatto.
Guardatevi la storia geologica della Terra: il nostro pallido punto blu (il nostro pale blue dot) ha passato ere molto peggiori di questa eppure è sempre lì a rotolare allegramente o meno attorno al Sole.

Quello che noi stiamo cercando di salvare (o che neghiamo sia in pericolo) è l'umanità o, al limite, la biosfera. Non la Terra, non il pianeta.

Ma torniamo a Greta.
Perché mi sono deciso a parlarne? Mi ha stimolato un articolo sul blog di Cristiana Alicata (chi mi segue da tempo si ricorderà di lei per il mio articolo Indignazione Prêt-à-Porter): W Greta (e una postilla per il resto del mondo).
Soprattutto ho trovato l'ultima frase dell'articolo significativa e importante: "Greta ci sta chiedendo soluzioni, non ce le sta dando".
E ciò mi ha portato a fare qualche riflessione su Twitter che sto ora cercando di ampliare in questo articolo.

Perché è infatti qui, sul discorso relativo alle soluzioni, che molti commentatori, nella frenesia di accodarsi a Greta o nell'opposta frenesia di attaccarla, sbagliano: cercano proposte per le soluzioni nei suoi discorsi.
Guardano il dito, non la Luna.

Io, sono sincero, non so se Greta ha concretamente proposto soluzioni al di là delle belle intenzioni, del grido d'allarme.
Se lo avesse fatto: non ascoltatele. Greta è il dito, non la Luna.
Ascoltate il problema.
E poi cercate le soluzioni. O meglio, cercate chi può effettivamente trovarle e applicarle.
Non è una 16enne a dovercele e potercele dare. Ma neanche un adulto non preparato sul tema può darcele.

Le soluzioni vanno cercate su due altri piani:
1) la scienza deve trovarle e proporle;
2) la politica deve poi decidere se e come finanziarle e attuarle.

Scienziati e politici.
Nessun altro.
Né 16enne, né 30enne, né 80enne.

Gli altri, tutti noi, possono/devono fare pressioni su scienza e politica perché le soluzioni vengano trovate e attuate.
Possono/devono, nel loro piccolo o nel loro grande, semplicemente inquinare il meno possibile (non inquinare è impossibile, a meno di non sterminare completamente l'umanità).
Niente di più e niente di meno.

Saluti,

Mauro.

venerdì 8 febbraio 2019

Politici fuori dalla realtà

Tutti ormai conoscete i venerdì di sciopero dalla scuola per protestare per il clima e per il futuro, lanciati dalla svedese Greta Thunberg e ormai diffusi in tutta Europa.

È lecito approvare l'iniziativa come è lecito disapprovarla. È lecito ritenere che possa funzionare come è lecito ritenere che non servirà a niente.
Ma il suo scopo e il perché viene fatta in orario scolastico sono palesi, sarete d'accordo che solo un cretino avrebbe difficoltà a capire.

Eppure c'è chi è così cretino. E questo chi è addirittura il presidente del Land più grande (come popolazione e PIL) della Germania, cioè il Nordreno-Vestfalia: Armin Laschet.
Guardate cosa è riuscito a dire (screenshot da un tweet della WDR, la TV pubblica regionale del Land):


Traduco la frase di Laschet: "Lo troverei un segnale molto più forte se venisse fatto nel tempo libero."
Mi sono cadute le braccia: che segnale sarebbe sarebbe nel tempo libero? Semplicemente nessun segnale. Uno sciopero deve disturbare (con civiltà, ma disturbare), se lo fai nel tempo libero chi se ne accorge?
Laschet ha tutto il diritto di disapprovare lo sciopero, l'iniziativa, ma una frase come quella che ha detto significa solo che vive sulla Luna.

Per chi fosse interessato traduco anche la mia risposta sotto: "Se venisse fatto nel tempo libero non sarebbe proprio un segnale. Del resto anche i lavoratori non scioperano durante le ferie. Nessuno se ne accorgerebbe. Armin Laschet, per favore torna sulla Terra!"

Saluti,

Mauro.