Tutti (almeno quelli di voi che leggono giornali e seguono telegiornali) avrete sentito della contestazione all'università di Bologna contro Panebianco, professore in detta università ed editorialista del Corriere della Sera.
Su una (sola e unica) cosa difendo Panebianco: tu contestatore ti definisci pacifista e impedisci con violenza (anche se non fisica) di fare lezione? Per me questo non è proprio per niente pacifismo, al di là del fatto che tu nei contenuti abbia ragione o torto.
[Intermezzo: già dieci anni fa espressi qui dubbi sul "pacifismo"]
A parte ciò, quello che mi lascia perplesso è il perché scegliere proprio Panebianco per la contestazione. Perché?
Avete mai letto gli editoriali e gli articoli di Panebianco? Il conformismo più trito, il vuoto col nulla intorno.
Panebianco riempe le pagine di parole senza il minimo contenuto. Non ha idee, non ha argomenti. È solo piattitudine dedicata a chi non ha idee e quindi legge con piacere chi non ha nulla da dire ma lo dice bene.
Insomma... a cosa serve contestare il nulla, alias Panebianco?
Saluti,
Mauro.
…E i fogli di carta non sono rettangoli
29 minuti fa
perché si pensa che almeno all'università qualche contenuto ci dovrebbe pur essere?
RispondiEliminaAppunto: dovrebbe.
EliminaA pensar male direi che il contestare il prof. Panebianco invece che un prof. Tizio a caso garantisca una maggiore gran cassa mediatica.
RispondiEliminaE rinforza il prestigio di Panebianco che ora può continuare a parlare di nulla però con le stimmate della vittima.
EliminaContestare è un conto, costringere le FF.OO. a mettere sotto protezione un docente, è un altro.
RispondiEliminaI gruppi di contestatori, sicuramente, hanno scelto Panebianco solo come scusa per farsi un bel po' di pubblicità e visti i modi della contestazione, fossi il rettore, li espellerei immediatamente dalla facoltà di Scienze Politiche, visto che il corso serve a formare funzionari pubblici, amministratori e apre la strada alla carriera diplomatica.
E con i modi utilizzati hanno solo dimostrato di non aver compreso un principio fondamentale: la libertà di parola.
Non è stato Panebianco a istigare gli studenti a contestarlo con la violenza e la prevaricazione. Perché quando una persona ti sta sui cabasisi, smetti di essere obiettivo? Magari, farà quello che hai detto tu ma il "prestigio" gli è caduto addosso, senza che lui lo chiedesse, quindi non ne è responsabile.
RispondiEliminaE' lo stesso genere di prestigio che può ottenere chi viene investito da un autobus impazzito... non desiderato e non cercato, quindi non farlo passare come l'ennesima colpa di Panebianco.