domenica 6 novembre 2011

Genova 1970 - Genova 2011

Nel 1970 ero un bimbetto di due anni. Quell'alluvione per me non è un evento "concreto" ma un pezzo di storia, anche se storia non letta su un libro bensì sentita dalla viva voce di genitori, zii, amici più grandi.

Ora nel 2011 ho la "fortuna" di essere qui a Colonia mentre accade il casino... però questo casino non è storia. Questo casino mi sta passando sulla pelle, mi sta entrando sotto la pelle. Mi ritrovo nella mente a camminare in mezzo al fango nelle strade in cui ogni volta che sono a Genova cammino senza fango, mi sento rinchiuso nei negozi in cui normalemte entro senza problemi a fare la spesa, mi ritrovo scaraventato via dall'edicola dove normalmente mi fermo minuti e minuti senza problemi a guardare quali nuove riviste ci sono.

Genova mia, scusa se non sono lì ora. Mi vergogno di non esserci.

Ma forse nei prossimi giorni ci sarò, dopo aver contattato la Protezione Civile, che (nonostante i casini di Bertolaso e cricca) a livello locale funziona. Eccome se funziona. Grazie ragazzi della Protezione Civile.

Saluti,

Mauro.

4 commenti:

  1. Carissimo, i tuoi stanno bene vero? Noi l'anno scorso abbiamo perso tutti i nostri ricordi che avevamo in cantina. Tutto si e' amalgamato nel fango....tutto perso. 30 anni di vita che custodivamo in cantina, ricordi dell'infanzia....tutto perduto. In confronto alle case e alle persone che altri hanno perso, mi sento fortunata

    un abbraccio

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  2. I miei stanno bene. Però sono rimasti prigionieri nel palazzo, nessuno poteva entrare e uscire.
    E tenendo conto che mio padre è invalido e può aver bisogno in ogni momento di chiamare medici e/o infermieri, non è stato proprio divertente...

    Per fortuna il peggio è passato.

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  3. Meno male Mauro che la situazione si sta appianando. Avrai avuto un sacco di pensieri e preoccupazioni. Che disastro a Genova e che paura. Adesso ci sono tutte le polemiche e le solite parole su parole. Ma ci fosse qualcuno capace di fare un pò di fatti...
    Ciao Sonia

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  4. Come sai ho abitato alla Foce per quasi tutta la mia vita e ora sono "solo" a Sanpierdarena ma provo quello che provi tu: la sensazione forte, straziante di non essere tra la "mia gente" a condividere con loro quello che è successo. Serena

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