Ho appena letto sulla Stampa un'intervista al tennista Rafael Nadal.
Mi è piaciuta soprattutto la risposta alla prima domanda:
"Nadal, lei crede in Dio? Ci sono calciatori che pregano prima di un rigore o dopo un gol, lei al massimo si è concesso una capriola."
"È una cosa personale, non mi piace parlarne. È difficile dire che non credo in Dio, ma è anche qualcosa che va oltre la mia comprensione. Mi piacerebbe sapere che c'è, esserne sicuro, ma non lo sono. Di certo se Dio esiste non c'è bisogno di pregare o di farsi il segno della croce, lui è molto più intelligente e guarda come ti comporti nella vita."
Giusto. Io non credo in Dio, ma - per citare Nadal - se Dio esiste il giorno che lo incontrerò non mi chiederà quante volte ho pregato in vita mia, ma come mi sono comportato nei confronti degli altri.
E, se il Paradiso esiste, sono convinto che lassù si incontreranno ben pochi "pregatori".
Saluti,
Mauro.
Senza Pitagora e senza Erone
18 ore fa
Condivido la tua osservazione.
RispondiEliminaAglaja (certa solo dei propri dubbi)
..diciamo che se non credi, personalmente credo anche che sarà molto improbabile che tu lo possa incontrare in Paradiso....Forse avrete una conversazione a quattr'occhi nel giorno del Giudizio piuttosto...Sicuro é che sarà sorprendente vedere chi sarà in Paradiso e chi invece no: su questo condivido in pieno la tua osservazione. La fede e la religione sono questioni del cuore e non di apparenza.
RispondiEliminaAlla prossima.
Bb
È proprio l'inizio del tuo commento che non condivido: se io mi sono sempre comportato bene e se lui esiste, lo incontrerò, eccome se lo incontrerò.
RispondiEliminaPerché, se esiste, lui è uno solo, indipendentemente dai tanti nomi che gli diamo, e se ne frega che io sia cristiano, musulmano, buddhista, ateo, agnostico, animista, ebreo o chissà che altro.
Se esiste e non lo incontrerò, sarà perché non sono stato una brava persona, non perché non ho creduto in lui.
Almeno, così la vedo io.
Ciao,
Mauro.
.....Sicuramente Dio é uno solo e guarda ai nostri cuori che sono ben al di là di denominazioni, rituali abitudini, geografia, paramenti e tradizioni e comportamenti buoni e/o cattivi. Credere in Dio al di là della ragione e del ragionamento scientifico non è altro che una "Deliberazione vitale" che ogni credente stabilisce ma che é assolutamente necessaria per permettergli di acquisire lo statuto di "certezza". Al di là dell'avere o meno la fede trovo assolutamente irrazionale mettere il "se" all'esistenza di Dio e allo stesso tempo avere l'assoluta certezza di incontrarLo un bel giorno. L'atto di credere é condizione necessaria. Direi che per te questo fatidico incontro è l'ultima frontiera al di là dell'ultima frontiera della scienza, spero solo che ci arriverai preparato sarà sicuramente sorprendente!
RispondiEliminaUn abbraccio
Bb