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domenica 11 dicembre 2016

Referendum costituzionale 6

Entrambi gli schieramenti hanno fatto campagna elettorale presentando le conseguenze apocalittiche che avrebbe portato la vittoria della controparte.

Balle, solo balle.

Ha vinto il no? Le conseguenze saranno minime.
Avesse vinto il sì? Le conseguenze sarebbero state comunque minime.

Diciamoci la verità: entrambi gli schieramenti - per ragioni politiche e non di merito - hanno estremamente esagerato l'importanza di questo referendum.

A parte il caos iniziale che c'è sempre dopo un referendum importante... non ci saranno altre particolari conseguenze.
Il popolo è più maturo (o più menefreghista, probabilmente) di quanto i politici credono (o vorrebbero) e alle prossime elezioni voterà fregandosene del referendum (ergo: se voterà contro il PD significa che lo avrebbe fatto anche senza referendum).

In fondo gli unici a credere (o a voler far credere) che il referendum fosse veramente importante sono stati i giornalisti.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
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giovedì 8 dicembre 2016

Referendum costituzionale 5

Un grosso errore che hanno fatto i promotori del referendum è stato chiaramente il chiedere che le modifiche venissero votate in blocco: o tutto o niente.

Vorrei ricordare che gli articoli modificati erano 47.
47 sui 139 totali di cui la Costituzione è composta (non conto come articoli le Disposizioni Transitorie e Finali).

È evidente che chi ha votato nel merito (e non, come purtroppo molti, pro o contro Renzi) ha trovato in mezzo a tutta la messe di articoli modificati sia cambiamenti che approvava, sia cambiamenti che disapprovava.
Io stesso, per esempio, se avessi potuto votare articolo per articolo avrei votato molti no, ma un paio di sì a determinate modifiche li avrei dati volentieri.
E invece no: o tutto o niente.
Chi ha votato sì, si sarebbe trovato cambiati anche articoli che gli sarebbe piaciuto mantenere.
Chi ha votato no, ora si trova immutate anche cose che avrebbe voluto cambiare.

Non dico di presentare 47 quesiti separati al referendum (con 47 quesiti col cavolo che sarebbe andato alle urne il 65% degli aventi diritto), ma almeno raggruppali per titoli (la Costituzione è divisa in 10 titoli, 4 nella prima parte e 6 nella seconda).
Con 10 quesiti separati la gente avrebbe comunque votato e soprattutto avrebbe potuto votare ancora più coscientemente e nel merito.

Invece...

Con questa tattica Renzi ha chiaramente favorito il no.
Perché?

In una situazione del genere per uno che vorrebbe dare tutti no o tutti sì non c'è problema.
Ma uno che vorrebbe dare qualche no e qualche sì (come il sottoscritto, per esempio) cosa pensa?
Pensa che:
- se vota sì, non si torna indietro, quindi si deve tenere anche i cambiamenti che non gli piacciono;
- se vota no, può sempre sperare che un domani si faccia una riforma "ridotta" occupandosi di singoli articoli o titoli, quindi non blocca il cambiamento.

E quindi vota no.

Saluti,

Mauro.

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Referendum costituzionale 4

Una delle cose più sorprendenti di questo referendum (oltre al divario tra sì e no) è stata l'alta affluenza al voto: oltre il 65% complessivo (oltre il 68% per il voto in Italia, oltre il 30% per il voto all'estero).
Per un referendum, almeno negli ultimi due decenni, una percentuale incredibile.

Tutti i fini analisti hanno pensato a due ragioni per tale affluenza:
1) l'importanza del quesito stesso;
2) la forte polarizzazione "costruita" da entrambi gli schieramenti.

Entrambe le ragioni sono corrette, nulla da dire, ma ne viene dimenticata una terza probabilmente ancora più importante: l'assenza del quorum.

Mi spiego meglio: i referenda "normali" valgono solo se vota il 50% +1 degli aventi diritto. I referenda costituzionali invece valgono anche se votasse un unico avente diritto.
Cosa significa questo?
Che in un referendum normale uno può non andare a votare perché non gliene frega nulla ma anche perché è contrario alle modifiche/abrogazioni legislative tema del referendum. Di fatto non presentarsi alle urne equivale a un no (anche se un no da vigliacchi, ma questo è un altro discorso).
Se invece non c'è quorum... se non te ne frega nulla non cambia niente in confronto a sopra... ma se sei contrario a dette modifiche/abrogazioni cambia eccome, visto che non presentarti al seggio per votare rischia in questo caso di fatto di aiutare il sì, non il no.

Ecco, molte persone sono di sicuro andate a votare per questo motivo (vale soprattutto per chi ha votato no, ma indubbiamente anche per molti che hanno votato sì: mancando il quorum, non votare significava mettersi nelle mani di chi votava), non per l'importanza del referendum in sé o per la campagna martellante che le ha convinte.

Sì, lo so che abbiamo già avuto già altri due referenda costituzionali (2001 e 2006) con affluenze decisamente inferiori, però il discorso del quorum "assente" allora non era conoscenza comune (infatti nel 2001 dove nessuno lo aveva capito la partecipazione fu del 34%, nel 2006 dove la cosa cominciava a essere chiara fu oltre il 52% e ora che quasi tutti lo hanno capito siamo andati oltre il 65%).

Saluti,

Mauro.

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martedì 6 dicembre 2016

Referendum costituzionale 3

Comunque parliamoci chiaro: se il legislatore per il referendum avesse previsto anche l'opzione "dipende"... sia il sì che il no avrebbero ottenuto percentuali omeopatiche.

Saluti,

Mauro.

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lunedì 5 dicembre 2016

Referendum costituzionale 2

Io ero per il no, quindi sono soddisfatto del risultato.
Per sapere comunque cosa succederà ora, bisogna vedere come si comporteranno i due schieramenti nelle consultazioni che seguiranno alle dimissioni di Renzi.

Paradossalmente (e senza aver mai apprezzato la sua azione di governo) ritengo che ora la cosa migliore sarebbe lasciarlo andare avanti.
In questo momento un'altra maggioranza sarebbe possibile solo con nuove elezioni, ma abbiamo una legge elettorale che fa schifo e che va cambiata PRIMA di tornare a votare.
E dopo questa sconfitta Renzi non può più permettersi di andare avanti da solo senza parlare con le opposizioni (sia interne al PD che nel senso classico del termine).

Saluti,

Mauro.

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Referendum costituzionale 1

La vittoria del no era facilmente prevedibile.
La sua entità (se il trend attuale verrà confermato) invece proprio per niente.

A quanto pare la scelta di Renzi di farne un referendum pro o contro il governo è stata un boomerang.

Saluti,

Mauro.

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lunedì 21 novembre 2016

Statevene a casa per favore

C'è chi voterà no per mandare a casa Renzi.
E c'è chi voterà sì per evitare ribaltoni.

Se andrete a votare per uno di questi due motivi... statevene a casa, per favore.
Si vota per la Costituzione, non per un governo.
È vero che il risultato del referendum avrà anche effetti politici sul governo (ed è anche giusto che sia così). Ma non è questo un motivo per scegliere sì o no.

Andate a votare se siete favorevoli o contrari alla riforma, non se siete favorevoli o contrari al governo.

Saluti,

Mauro.

sabato 29 ottobre 2016

L'incapacità di dire sì o no

Vivo e lavoro in Germania da vent'anni. Diverse città e diverse aziende.
Recentemente - come forse avrete letto - ho cambiato nuovamente lavoro e casa (anzi proprio regione).

Una cosa però rimane in Germania costante, particolarmente nel mondo lavorativo: l'incapacità di dire sì o no.

Mi spiego meglio.
Tu poni una domanda che richiede un semplice sì o no come risposta. La risposta non sarà sì o no. Sarà un blabla in cui tu dovrai capire tra le righe se è sì o no. C'è la paura (talvolta il rifiuto a priori, anche senza paura) di prendersi la responsabilità di una risposta chiara.

Voi direte: prendersi responsabilità può rovinarti la carriera, è umano delegare e/o tentennare.
Sì è umano. Ma ciò non è una giustificazione. Le debolezze umane possono essere combattute e vinte.

Ma, a parte l'essere umano o meno, ciò porta a situazioni assurde.

Ieri mi è capitato di dover moderare una riunione per la definizione e valutazione di misure e controlli destinate a migliorare (o almeno a garantire) la qualità dei prodotti/processi (FMEA, per chi è del mestiere). È una delle componenti principali del mio lavoro, se non la principale.
E per l'ennesima volta ho sbattuto contro l'incapacità dei tedeschi di dire sì o no.

A un certo punto ho chiesto al responsabile di un certo tipo di lavorazione se tra la sua strumentazione è presente un determinato macchinario.
E lui a girare intorno alla cosa, a fare una specie di conferenza su detta strumentazione. E io a interromperlo ripetutamente chiedendo ripetutamente "Ma questo strumento c'è o non c'è?". E lui a incartarsi e a balbettare pur di non dire sì o no.
Alla fine ho dovuto dire "Allora non c'è. Però serve, quindi segno qui che lei deve gestirne l'acquisto". E lui, spaventato, finalmente "Ma lo abbiamo già, sì, c'è".
E io serafico: "Glielo sto chiedendo da un'ora, poteva evitarci questa perdita di tempo".

Ma, cacchio, non ti stavo chiedendo di prenderti chissà quale responsabilità... ti stavo solo chiedendo se una cosa c'è o non c'è. Neanche se la usi o non la usi, solo se c'è o non c'è.

Questo è stato chiaramente un caso molto estremo, ma in forma più "morbida" l'incapacità di dire sì o no è la norma in Germania.
In particolare nelle riunioni di lavoro in Germania.

Da questo punto di vista è per me una liberazione quando ho a che fare con latini e anglosassoni.
Tedeschi e, peggio ancora, scandinavi in riunione sono "omertosi". Devi parlargli a quattr'occhi per ottenere risposte chiare (e non sempre ci riesci).

Saluti,

Mauro.