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giovedì 8 dicembre 2016

Referendum costituzionale 5

Un grosso errore che hanno fatto i promotori del referendum è stato chiaramente il chiedere che le modifiche venissero votate in blocco: o tutto o niente.

Vorrei ricordare che gli articoli modificati erano 47.
47 sui 139 totali di cui la Costituzione è composta (non conto come articoli le Disposizioni Transitorie e Finali).

È evidente che chi ha votato nel merito (e non, come purtroppo molti, pro o contro Renzi) ha trovato in mezzo a tutta la messe di articoli modificati sia cambiamenti che approvava, sia cambiamenti che disapprovava.
Io stesso, per esempio, se avessi potuto votare articolo per articolo avrei votato molti no, ma un paio di sì a determinate modifiche li avrei dati volentieri.
E invece no: o tutto o niente.
Chi ha votato sì, si sarebbe trovato cambiati anche articoli che gli sarebbe piaciuto mantenere.
Chi ha votato no, ora si trova immutate anche cose che avrebbe voluto cambiare.

Non dico di presentare 47 quesiti separati al referendum (con 47 quesiti col cavolo che sarebbe andato alle urne il 65% degli aventi diritto), ma almeno raggruppali per titoli (la Costituzione è divisa in 10 titoli, 4 nella prima parte e 6 nella seconda).
Con 10 quesiti separati la gente avrebbe comunque votato e soprattutto avrebbe potuto votare ancora più coscientemente e nel merito.

Invece...

Con questa tattica Renzi ha chiaramente favorito il no.
Perché?

In una situazione del genere per uno che vorrebbe dare tutti no o tutti sì non c'è problema.
Ma uno che vorrebbe dare qualche no e qualche sì (come il sottoscritto, per esempio) cosa pensa?
Pensa che:
- se vota sì, non si torna indietro, quindi si deve tenere anche i cambiamenti che non gli piacciono;
- se vota no, può sempre sperare che un domani si faccia una riforma "ridotta" occupandosi di singoli articoli o titoli, quindi non blocca il cambiamento.

E quindi vota no.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui il primo commento.
Qui il secondo commento.
Qui il terzo commento.
Qui il quarto commento.
Qui il sesto commento.

domenica 6 aprile 2014

Riforme, siamo sicuri di sapere cosa siano?

Renzi si lancia in avanti usando la parola magica "riforme".
Io che vivo in Germania ho già vissuto la stessa cosa quando Schröder nel 1998 conquistò qui il governo promettendo "riforme".

Ma siamo sicuri che le riforme siano la panacea di tutti i mali?
No! Assolutamente no!
Dipende semplicemente da quali riforme: le riforme in sé non sono né positive né negative.
Tutto dipende da cosa cambiano e da come lo cambiano.

Una cosa sola è chiara: chi presenta le riforme come idolo assoluto (leggasi Renzi, per esempio) vuole solo incularvi. Non dimenticatelo.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Per quanto riguarda il fatto che gli effetti positivi delle "riforme" siano solo una leggenda metropolitana posso solo consigliare il libro di Albrecht Müller "Die Reformlüge" ("La bugia delle riforme", come prevedibile non tradotto in italiano).