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domenica 14 marzo 2021

Un'interessante questione linguistica

Stavo riflettendo su una interessante questione linguistica.

Come tutti (o quasi) sapete, io sono genovese di origine veneziana. Se io voglio dare dello stupido, del tonto (anche talvolta dello stronzo) a qualcuno a Genova gli do della belina, a Venezia del mona. Già il fatto che a Genova la parola sia di genere femminile e a Venezia di genere maschile ha la sua stranezza (capirete poi perché).

Entrambe le parole derivano da organi genitali. Il genovese belina è una "deformazione" di belin (italianizzato in belino). E in genovese belin/belino indica l'organo genitale maschile, il pene. La parola veneziana mona invece, anche se nel senso "intellettivo" del termine ha esattamente lo stesso significato del genovese belina, indica l'organo genitale femminile, la vagina.

Ma della belina (quindi del pene) te la do al femminile e del mona (quindi della vagina) al maschile 😂

Interessante è anche il fatto che il termine dialettale genovese per vagina, cioè mussa, indica anche la bugia, la frottola, la menzogna. Cosa che non mi risulta abbia paralleli (o controparalleli, visto il discorso maschile/femminile di cui sopra) in veneziano.

Saluti,

Mauro.

venerdì 18 maggio 2018

Gli slavi e le metafonesi

O, per essere più precisi, gli slavi e le metafonesi tipiche della lingua tedesca.

Per chi sa il tedesco, le metafonesi nella lingua tedesca principalmente altro non sarebbero che i famosi (o famigerati?) Umlaut: ä, ö, ü.

Ora, cosa c'entrano gli slavi con tutto ciò?
C'entrano perché, tra tutte le persone che conosco, le persone di lingua slava sono quelle che con queste metafonesi hanno i problemi maggiori.
Ergo: non riescono a pronunciarle correttamente. Anche quelli che parlano un tedesco quasi perfetto.

Gli esempi migliori io personalmente li ho coi polacchi (sono talmente tanti qui in Germania che è impossibile non aver a che fare con loro) e coi cechi (per lavoro ho quasi quotidianamente a che fare con un nostro stabilimento ceco).
In realtà la cosa la ho un po' osservata anche coi croati... ma con loro generalmente riesco a parlare italiano (soprattutto coi miei parenti croati), quindi logicamente ho rilevazioni statistiche molto più ridotte e perciò meno affidabili.

Polacchi e cechi hanno, come detto, grossi problemi a pronunciare ä, ö e ü. In particolare ü.

Inciso
Graficamente si possono anche scrivere ae, oe e ue, per chi non ha i caratteri corretti sulla propria tastiera.
Inciso chiuso

Come sono le pronunce corrette?
ä: IPA ɛː (una via di mezzo tra a ed e, ma più vicina alla e);
ö: IPA øː oppure œ (dipende dalla parola, comunque una via di mezzo tra o ed e, ma più vicina alla o);
ü: IPA yː oppure ʏ (dipende dalla parola, comunque un po' una ju con la j che si sente molto poco).

Polacchi e cechi spesso pronunciano la ä come una normale a, la ö la pronunciano in modo vario ma per loro si avvicina più alla e che alla o e la ü... la ü (soprattutto per i polacchi) diventa spesso una i o quasi.


Ora, la mia domanda è: è un problema culturale-linguistico o fisico-fisiologico? Hanno qualche caratteristica particolare alle corde vocali (o altri organi legati alla pronuncia) che gli impedisce una corretta articolazione di quei suoni?


Saluti,


Mauro.