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domenica 4 febbraio 2018

No, non è un folle

Non serve che vi parli per esteso di quanto successo ieri a Macerata.
Tutti ne hanno scritto e tutti ne avete letto.

Qui voglio solo ribadire un'ovvietà, un'ovvietà che purtroppo molti (anche dalla parte avversa a Traini) stanno negando o per lo meno tacendo.
Traini non è un pazzo. O almeno non è per prima cosa un pazzo.

Per prima cosa è un terrorista.

Come lo fu Breivik (vedasi qui) nel 2011.
Non solo quelli che vengono da altre culture possono essere terroristi. Lo possono essere (e spesso lo sono) anche i "nostri".

Perché un terrorista è una persona che compie reati politicamente motivati. E quelli di Traini e Breivik lo sono.

E noi italiani questo, vista la nostra storia degli anni '70 e '80 del secolo scorso, dovremmo saperlo bene, anzi benissimo. E dovremmo saperlo riconoscere. Al di là delle posizioni politiche di ciascuno di noi.

Saluti,

Mauro.

martedì 23 luglio 2013

Due anni da Utøya

Due anni fa, il 22 luglio 2011, avvenne la strage di Utøya.
Credo tutti ricordiate ancora abbastanza gli eventi e del resto anche su questo blog ne parlammo più volte; qui, qui, qui e qui.

Ora due anni dopo, a mente fredda, oltre a ricordare e a piangere le vittime si può fare un'ulteriore osservazione "politica" sulla strage stessa. E (forse) imparare qualcosa.

La strage di Utøya fu un atto terroristico, un atto politico. E questo è ormai accettato. Almeno dalle persone che sanno usare i propri neuroni (quindi non il Feltri citato in uno degli articoli di cui sopra).
Oggi però possiamo anche dire chiaramente che fu anche una strage razzista.
Ed è questo che pochi capiscono: un norvegese che uccide altri norvegesi! Mica ha sterminato congolesi o vietnamiti! Come fa a essere razzista?
Eppure sì, il punto principale è proprio questo: il razzismo. Perché Breivik "accusava" i socialdemocratici (in particolare i giovani socialdemocratici) norvegesi di aprire le porte del paese al multiculturalismo.
E in questo Breivik si è comunque dimostrato molto più intelligente del razzista medio (il Calderoli o il Le Pen per intendersi): quest'ultimo si scaglia contro altri popoli, altre "razze" (tra virgolette perché la biologia, in particolare grazie agli studi di Luca Cavalli-Sforza, ha dimostrato che non esistono se non a livello, per così dire, estetico) e quindi è subito visibile, è subito attaccabile e alla fine può far più casino che danni.
Un Breivik invece attacca non chi è straniero, ma chi allo straniero apre... quindi spesso non viene riconosciuto come razzista (ma solo come pazzo) e per di più dimostra di capire chi sono i suoi veri nemici (lo straniero delle sue idee generalmente non sa niente, il connazionale antirazzista sì e le combatte).

Insomma, Breivik è sì psicopatico... ma sa benissimo quello che ha fatto (e che rifarebbe se ne dovesse avere l'occasione).
Non è incapace di intendere e di volere.

Saluti,

Mauro.