Ultimamente, in relazione alla seconda ondata del COVID19, ho sempre più vivido e chiaro il senso di una frase che usava dire il mio comandante a militare, un colonnello degli Alpini, 30 anni fa: "Le cose le devi fare quando non servono, perché quando servono è tardi".
Cosa significa?
Significa che devi prevenire le emergenze, prima di affrontarle.
Nel momento in cui l'emergenza arriva, se non avevi agito prima, puoi reagire anche nel modo più grandioso che ci sia, ma potrai solo limitare i danni.
La reazione è nella maggior parte dei casi solo un pannicello caldo.
E cosa c'entra col COVID19?
Che nel momento in cui la prima ondata sembra finire, tu devi pensare al dopo, non all'immediato.
Come coloro che venivano definiti "moriremo tutti" o "catastrofisti" (cioè noi che su Twitter ci riconosciamo nel #GruppoCassandra o nel #TeamFauci) da certi medici ed economisti hanno sempre sostenuto: non aprire perché i numeri calano, valuta prima come probabilmente andranno i numeri se (e come) apri. E poi decidi.
Invece no.
Invece liberi tutti.
Ma oltre a questo... sfrutta la "pausa" per rinforzare il sistema sanitario, il sistema di controllo.Non riposare sugli allori.
Invece no. Neanche questo.
Niente è stato fatto.
Ricordatevi poi sempre una cosa (e ve lo dico occupandomi di qualità nell'automotive e nella tecnologia medicale, quindi qualche conoscenza la ho): un sistema complesso deve sempre essere tarato sul "worst case".
E sanità, istruzione, protezione civile sono sistemi complessi.
Gli automatismi di sicurezza devono essere basati sul peggio che possa capitare, non sulla situazione media.
Vale in un'automobile come in un sistema sanitario.
E questo nella sanità, nell'istruzione, nella protezione civile non c'è (né in Italia né nella maggioranza degli altri paesi).
Tra la prima e la seconda ondata abbiamo fallito (fallimento anche figlio di politiche precedenti alla pandemia, comunque).
Ormai è evidente che falliremo anche tra seconda e terza (anche se la seconda non è ancora finita).
Speriamo che dopo la terza impareremo per le pandemie future (che ci saranno, eccome se ci saranno, anche grazie al cambiamento climatico, come scrissi qui).
Tornando al "fare le cose quando non servono", vi segnalo un'interessantissima intervista a Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento.
In particolare una frase: "Si deve intervenire quando la situazione non è ancora grave, perché se aspetti quel momento è già tardi".
Saluti,
Mauro.
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