martedì 18 settembre 2018

Gli scienziati sui social

Il collega blogger Shevathas in uno dei suoi ultimi articoli pone una questione interessante:

Se abitui la gente a pensare che gli scienziati dicano cavolate e che il parere di zia Maria sia equivalente a quello del luminare negli argomenti sopra riportati, perché se parla Burioni deve stare zitta mentre se parlano Silvio Garattini, Enzo Boschi o Ilaria Capua, invece può parlare e straparlare? Cosa hanno di speciale Burioni e i vaccini?

A parte il fatto che zia Maria purtroppo non tace neanche con Burioni, ma semplicemente in quel caso non viene ascoltata, a mio parere la risposta a questa domanda è abbastanza semplice.

Il fatto è che Burioni, pur continuando a comportarsi da scienziato per quanto riguarda i contenuti, ha capito che sui social networks si usa però un linguaggio (oserei quasi dire una lingua) diverso.
Al di là di tutto l'odio e la volgarità che debordano su Twitter, Facebook & co., anche quando riesci a intavolare un dialogo civile non puoi comunque scrivere come lo faresti su una rivista (anche se divulgativa o proprio non scientifica) o come parleresti a una conferenza, per informale che sia.

Ecco, Burioni questo lo ha capito e si è adeguato.

Gli altri, altrettanto ammirevoli da un punto di vista scientifico, però non si sono resi conto di ciò e usano sui social networks lo stesso stile che userebbero nello scrivere un testo divulgativo, che è sì destinato a tutti, ma che è comunque più vicino allo stile di una conferenza o di una lezione universitaria che a quello di Twitter o Facebook.

A questo poi dobbiamo comunque aggiungere che i vaccini sono un tema particolarmente sensibile in quanto visto come più concreto degli altri e riguardante in primis i bambini, quindi coloro che tutti (almeno a parole) vorremmo proteggere.

Saluti,

Mauro.

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