mercoledì 7 marzo 2018

I torti non si sommano algebricamente ma in valore assoluto

Il titolo di questo articolo non è mio, lo ho rubato all'amico Shevathas.

Però credo di poterglielo rubare senza rischio di denuncia o querela, visto che lui lo ha preso da un mio commento al suo blog di qualche tempo fa: Razzismo e torti (come anche i diritti, quelli veri) si sommano in valore assoluto infatti, non algebricamente. :-)

Sul discorso torti ha spiegato benissimo lui la cosa, quindi riporto esplicitamente le sue parole: Per i non tecnici: se si sommassero algebricamente 1 Torto A->B + 1 Torto B->A = 0 Torti; se si sommano in valore assoluto 1 Torto A->B + 1 Torto B->A = 2 Torti.

Però, come scritto nella mia frase originale, la cosa vale anche per razzismo e diritti (oltre che per altre cose che non ho citato).

Quindi ritengo utile fare esempi per razzismo e diritti.

Quando si parla di razzismo noi siamo abituati a vedere il razzismo dei bianchi contro i neri (sempre che le parole bianchi e neri significhino qualcosa).
Però il razzismo è generalizzato: ogni popolo ha le sue frange razziste, più o meno ampie, più o meno violente.
Ora in Europa molti giustificano il razzismo antieuropeo col razzismo degli europei verso gli altri.
Io non nego assolutamente il nostro razzismo verso popoli extraeuropei (e talvolta anche verso popolazioni europee viste come meno "europee" di altre), ma questo non giustifica nessun altro razzismo.
Se un europeo odia gli africani, il fatto che un africano odii gli europei non è una compensazione, è solo un altro razzismo. Siamo di fronte a due stronzi da bastonare entrambi, non a due cose che si compensano.

Lo stesso per quando riguarda i diritti.
L'esempio migliore sono le unioni civili (in Italia, in altri paesi sono matrimoni in tutto e per tutto).
Il Vaticano e i suoi lecchini alla Adinolfi le contestano in quanto attacchi alla famiglia tradizionale. Ma dove? (Ne scrissi già più di dieci anni fa qui).
Qui si concede un diritto a qualcuno che prima non lo aveva, senza togliere nessun diritto a chi già lo aveva.
Dove prima c'era un diritto per qualcuno, ora c'è un diritto per qualcuno in più (o altrimenti detto: dove prima c'era un diritto, ora ce ne sono due). Ma, appunto, nessun diritto è stato cancellato, quindi abbiamo una somma di valori assoluti, non due diritti che si annullano a vicenda.

Saluti,

Mauro.

7 commenti:

  1. Ma siamo sicuri che oggi si possa davvero parlare di razzismo o che il razzismo sia un problema? Mi piacerebbe avere una tua definizione di razzismo.

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    1. La mia definizione di razzismo è: attaggiamento di chi crede che una particolare popolazione o gruppo di persone con alcune caratteristiche comuni sia superiore o abbia più diritti degli altri proprio a causa di queste caratteristiche comuni.

      E sì esiste ancora ed è un problema.
      Anche se la stampa e alcuni partiti lo ingigantiscono per proprio vantaggio.

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    2. Che è la stessa definizione che do io. Che poi significa che chi oggi crede a questo tipo di superiorità è un po' come chi crede alla Terra piatta o cava. E così torniamo nuovamente alla questione psichiatrica.

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  2. Secondo me la crociata degli integralisti cristiani tipo Adinolfi contro le unioni civili è molto più sottile di così ed è lo stesso principio che ha motivato la battaglia contro aborto e divorzio. Il punto è che se io sono un'autorità morale, e sulla base di questa autorità e di miliardi di seguaci nel mondo ottengo potere e privilegio, influenza e posso esercitare pressioni lobbistiche, voglio poter mantenere questo privilegio.
    Però è chiaro che se la mia dottrina morale impone: niente sesso fuori dal matrimonio, niente divorzio, niente aborto, niente omosessualità e così via, e invece la secolarizzazione delle civiltà porta a delle leggi che lo consentono (e di conseguenza a delle persone che ne beneficiano) il mio potere di autorità morale (con quel che ne consegue) ne risulta indebolito e minato alla base.
    Ora come ora la Chiesa Cattolica in Italia si erge a portavoce dell'87% di persone battezzate fra i cittadini italiani. Però poi diventa chiaro che fra l'essere battezzati (in fase e quando non si ha scelta) e aderire liberamente alla dottrina morale della Chiesa, c'e' un bel salto. Se la maggior parte dei cittadini se ne infischia di quel che dice la Chiesa e di conseguenza sposa e tromba con chi gli pare e quando gli pare divorzia e abortisce, l'autorità che deriva dall'essere guida di queste persone, solo nominalmente cattoliche, ne esce indebolita e minata. Da li poi deriva tutta la perdita di potere, denaro e privilegio che l'essere parte della casta clericale ha sempre portato nei secoli.
    Per quello il discorso "ma se due gay si sposano, a te che fastidio danno?" che sarebbe un discorso di minimo buon senso e ragionevolezza, non attacca.

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    1. Per quanto riguarda Adinolfi e prelati giusto, poco da dire.
      Ma non solo chi pende dalle loro labbra pensa che certi diritti danneggino i propri diritti.
      È questo che è preoccupante.

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  3. Dato che tutti i torti hanno segno meno, la somma algebrica corrisponde a quella in valore assoluto, no? E i diritti invece hanno un segno più, quindi vale lo stesso discorso. Gente come adinolfi invece riesce ad annientare un diritto (le unioni civili) sommandolo algebricamente al loro razzismo antigay.

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    1. Il grave non è tanto la sua omofobia.
      Il grave è che riesce a far credere a dei tonti che i diritti degli omosessuali siano un pericolo per i diritti degli eterosessuali.

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