martedì 21 novembre 2017

Un dibattito da bar

Parliamoci chiaro: il dibattito sulle molestie sessuali nel mondo dello spettacolo nato dopo le accuse a Weinstein si è incartato.

Ormai, per qualsiasi persona minimamente senziente, entrambi i partiti hanno perso credibilità.
Il livello è ormai da entrambe le parti quello delle chiacchiere da bar.

Peccato che accuse (soprattutto) e difese (in seconda battuta) debbano entrambe basarsi su fatti concreti e provabili, non su blabla.

Ma forse è per questo che pochi casi finiscono davanti a un giudice, perché c'è molto blabla e pochi fatti (sia da parte di chi pretende di essere stato/a molestato/a sia da parte di chi pretende di essere vittima di complotti).

Però una differenza tra le due parti c'è: nel mondo civile l'onere della prova sta sulle spalle dell'accusa.
Senza se e senza ma.

Saluti,

Mauro.

7 commenti:

  1. Sono ovviamente d'accordo. E allo stesso tempo consapevole che se/quando facciamo questi discorsi lo stesso popolo da bar ci vede come i difensori dei molestatori e degli stupratori. C'è bisogno di dire che non lo siamo?

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    1. In un mondo civile non ce ne sarebbe bisogno.

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  2. A me sembra che tutto questo bric-à-brac di dive che denunciano abusi sessuali dopo vent'anni sia stato messo su a bella posta proprio per alimentare le ciance da bar, in quel bar virtuale che è il web e che dà a tutti i webeti la possibilità di strepitare a gogò su argomenti del tutto irrilevanti.

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    1. Messo su per quello non credo.
      Ma una volta partito sì, sfruttato e ingigantito con quello scopo, sì.

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    2. Guarda che una testimonianza circostanziata è una prova.

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    3. A parte che molte di circostanziato hanno poco, infatti stanno cominciando le ritrattato in (le denunce per diffamazione fanno giustamente paura).
      A parte ciò, sono prove se rilasciate in tribunale, non in TV o sulla stampa.

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  3. E pensare che potevamo gonfiare il petto di orgoglio nazionalistico all'idea che uno scandalo internazionale fosse partito da un'attrice (forse cagna sarebbe più appropriato, dato che, in venti e passa anni di mediocre carriera, il ruolo che le ha dato maggior celebrità è ancora quello in cui limonava con un rottweiler) italiana, e invece niente, sipario. Peccato, l'isteria collettiva cominciava a divertirmi, la parte migliore è stata quando hanno annunciato (vediamo se si farà) la cancellazione di House of Cards, della qual non mi può fregar di meno, ma, cosa c'entri la bontà o meno di una serie con la vita privata di uno dei suoi interpreti, è uno di quei misteri destinati a rimanere irrisolti per l'eternità.

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