Negli ultimi giorni tante persone hanno accusato il PD di essere colpevole dell'attuale stallo per aver rifiutato Rodotà.
Il PD di colpe (o forse errori, non colpe) ne ha tante, solo un cieco non le vedrebbe, però questa no. Non ce l'ha.
Rodotà era veramente ineleggibile (non per colpe o demeriti suoi, anzi).
E questo nonostante Rodotà sia persona corretta, degna e competente. Certo, personalmente io per la carica avrei ritenuto più adeguati Zagrebelsky o Prodi (parlando di figure politiche o comunque istituzionali... al di fuori di questa cerchia ricorderete invece tutti il mio apprezzamento per Rubbia).
Ma queste doti da sole non bastano. Per una carica del genere bisogna anche considerare come un candidato viene presentato.
E Rodotà - e mi dispiace per lui - è stato "proposto" in maniera completamente inaccettabile e antidemocratica.
Tanti hanno contestato il modo in cui il M5S è arrivato a scegliere Rodotà come proprio candidato. Ma questo non è importante. Ogni partito ha il diritto di scegliere i propri candidati a qualsiasi carica come cavolo vuole.
Quindi queste contestazioni sono pretestuose e scorrette.
Il problema comincia dopo la scelta del proprio candidato.
In democrazia i partiti quando si tratta di eleggere alte cariche dello Stato dialogano tra loro prima delle votazioni, per vedere se possono esistere soluzioni condivise.
In democrazia un partito può (anche se non dovrebbe) rifiutare il dialogo solo se ha la maggioranza assoluta.
Nel Parlamento italiano repubblicano una maggioranza assoluta di un partito non vi è mai stata, e tanto meno vi è ora, con tre partiti (PD, M5S e PdL) che hanno ottenuto quasi lo stesso numero di voti. E al Senato hanno più o meno lo stesso numero di seggi (a causa della legge elettorale attuale alla Camera invece una maggioranza assoluta c'è).
Però stavolta un partito - per di più di minoranza - ha preteso di rifiutare il dialogo a priori e di imporre il proprio candidato.
Il M5S - secondo partito come voti ricevuti e, a causa della legge elettorale, terzo partito come seggi in Parlamento - ha detto "Votate il nostro candidato e poi, forse, dialoghiamo".
L'ultima volta che si sono sentiti discorsi del genere da un partito di minoranza è stato nel 1930, quando la NSDAP entrò nel Parlamento della cosiddetta Repubblica di Weimar.
E tutti sappiamo come andò poi a finire.
Saluti,
Mauro.
(2, 4, 4, 1, 3, 5)
13 ore fa
C'è un grave vizio di fondo, in quello che hai scritto. Se PD e PDL, si (per dirla alla Camilleri) "appattano" per far votare Napolitano, è tutto giusto, legale e buono ma se il M5S, dice "Votate Rodotà e potremo parlare di un governo di larghe intese." non va bene. Insomma: il voto di scambio è invenzione del M5S, prima nessuno ci aveva mai pensato.
RispondiEliminaHo mai detto che è stato giusto rivotare Napolitano?
RispondiEliminaNon mettermi in bocca cose che non ho detto, per favore.
E, sinceramente, il tuo commento è senza senso: il M5S non ha proposto uno scambio, ha tentato di imporre il proprio volere senza dialogo. Proprio come Hitler a Weimar.
Forse non hai capito quello che volevo dire. Proviamo senza nomi e acronimi. Due partiti si accordano per votare un Presidente della Repubblica. Uno dei due partiti dice all'altro: "Io vorrei come Presidente il signor X. Mi dai i tuoi voti?". Il secondo partito risponde: "Io ti do i miei voti se...", Ed è proprio in quel "se" il punto centrale della situazione. Nessuno (tantomeno i partiti o il singolo politico) fa niente per niente. Quindi, la sola differenza tra i primi due partiti e il terzo è che noi italiani non sappiamo cosa viene dopo il "se" detto dai primi due partiti, mentre le condizioni del terzo partito sono state dette alla luce del sole. Inoltre, perdonami tanto, ma dire: "Se voti "Y" sono disponibile ad un governo di larghe intese", non mi sembra una proposta così disdicevole. O, tantomeno, dittatoriale. Alla resa dei conti sono stati fatti due nomi, uno è stato accettato, l'altro no. Ricorda però, che noi non sappiamo ancora cosa viene dopo il "se...". E quando lo scopriremo, temo dovremo fare scorta di vaselima.
RispondiEliminaNon fare l'ingenua.
RispondiEliminaStavolta non c'era nessun "se".
Grillo, pur essendo minoranza, ha semplicemente detto "prima fate quello che decido io, poi parleremo del resto".
Tutto qui.
Forse sei tu a peccare di ingenuità. La mia ipotesi è basata sulle migliaia di precedenti. La tua affermazione, invece, è così netta da far pensare fossi presente agli accordi. Quanto alla "minoranza" di Grillo, vorrei ricordarti che tutti e tre i partiti erano in minoranza, quindi... Quello che tu non vuoi capire o, probabilmente vedere, è che la frase che hai attribuito a Grillo è stata sicuramente detta anche dai due partiti che si sono accordati per l'elezione di Napolitano. E la sola differenza tra loro e Grillo, è che sono stati abbastanza furbi da dirla a bassa voce.
RispondiEliminaE continui a insistere sulla rielezione di Napoliutano come se io la difendessi... si vede proprio che non hai argomenti e che sai di non averne.
RispondiEliminaParlo di Napolitano, solo perchè è lui a essere stato eletto. Due partiti si sono accordati per eleggere un Presiniente della Repubblica, va meglio così? Il problema non è chi è stato eletto ma gli accordi SOTTERRANEI che sono stati fatti per permetterne l'elezione. E se non capisci questo concetto, mi rimangono solo i disegnini.
RispondiEliminaE continui a insistere su cose che non c'entrano nulla su quello che vorresti contestare.
RispondiEliminaForse proprio perché in realtà non c'è nulla da contestare a quello che ho scritto e lo sai.
E lascia perdere i disegnini: vengono male se li fai mentre ti arrampichi sugli specchi.
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RispondiEliminaSpecchi a parte, sono anche incapace a disegnare, perciò... Io la sola cosa che contesto sono gli accordi (che noi conosceremo quando sarà troppo tardi)che hanno portato all'elezione del Presidente. E' solo e soltanto questo che contesto.
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