L'ONU ha oggi votato (a larghissima maggioranza ma purtroppo non all'unanimità) l'ammissione della Palestina come stato osservatore non membro.
E sottolineo: STATO. Non movimento, territorio, nazione, popolo. Proprio stato.
E bellissime (e da vero statista e uomo di pace) sono state le parole di Abu Mazen, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (nome ufficiale dello stato palestinese): Non siamo qui per delegittimare uno stato, Israele, ma per legittimare uno stato, la Palestina.
Assolutamente opposte le parole di Netanyahu (primo ministro israeliano, uomo di guerra e odio, statista da quattro soldi), secondo cui l'ammissione della Palestina come stato osservatore sarebbe un attentato alla pace almeno fino a quando i palestinesi non riconosceranno Israele... peccato che questo riconoscimento Abu Mazen lo avesse fatto con la frase di cui sopra pronunciata di fronte al mondo intero!
E assolutamente vergognoso è stato il comportamento degli USA (uno degli unici 9 stati a votare contro l'ammissione della Palestina come stato osservatore, gli altri sono stati - oltre chiaramente Israele - Canada, Repubblica Ceca, Isole Marshall, gli Stati federati di Micronesia, Nauru, Panama, Palau) per bocca del segretario di stato Hilary Clinton, secondo cui l'unico modo di raggiungere la pace e il riconoscimento di uno stato palestinese siano le trattative bilaterali... peccato che dette trattative siano in piedi da decenni e vengano constantemente boicottate e disattese da Israele... l'esempio migliore sono gli accordi di Oslo del 1993 (per cui Arafat, Rabin e Peres ebbero il Nobel per la Pace), accordi firmati da Israele e Palestina e poi sabotati e disattesi da Israele dopo l'omicidio di Rabin per mano di un estremista israeliano contrario a detti accordi.
In pratica gli USA vorrebbero un dialogo infinito per dare il tempo allo stato israeliano di sterminare il popolo palestinese.
Grazie sinceramente, cara ONU, per aver, di fatto, riconosciuto la Palestina come stato. Per una volta almeno hai fatto il tuo dovere, hai fatto ciò per cui eri nata dopo la seconda guerra mondiale.
Anche se non so ciò che effetti pratici avrà. Soprattutto pensando che alla guida del governo israeliano non c'è un politico, ma uno psicopatico (appunto Netanyahu).
Saluti,
Mauro.
giovedì 29 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
Altre stragi sul lavoro
Oggi in Germania, per la precisione nel ricco e avanzato Baden-Württemberg, sono morte sul lavoro 14 persone (bilancio provvisorio, potrebbero aumentare). Per un incendio.
Qui la notizia come riportata da Repubblica (riportata correttamente, cosa non proprio abituale ormai...).
Riporto la notizia non perché ci siano (almeno allo stato attuale delle conoscenze) colpe o situazioni particolari o per il fatto che si trattasse di uno stabilimento dove lavoravano disabili o per farvi vedere che le morti sul lavoro esistono anche in Germania e non solo in Italia.
No, la riporto perché - qualunque siano le cause di questo incidente - ormai siamo abituati in Europa (grazie alle misure di sicurezza che esistono e che, generalmente, funzionano) a considerare che da noi possano esistere solo "stragi" a una cifra (basti pensare che i 7 morti alla Thyssen-Krupp di Torino del 2007 - a parte il fatto che lì è stato omicidio più che incidente - erano considerati una tragedia praticamente ineguagliabile nell'Europa odierna).
No, le stragi a due cifre possono esistere anche nella civile Europa e indipendentemente dalle misure di sicurezza esistenti. E le stragi a tre cifre (che talvolta sentiamo dalla Cina e dall'oriente in generale) qui in Europa (in tutta Europa) sono sì improbabili, ma non impossibili.
Bisogna sempre tenere alta la guardia, da parte di tutti. Lavoratori, imprenditori, autorità. Anche dove il rispetto delle regole è abitudine.
Perché per quanto gli uomini possano rispettare le regole... gli imprevisti delle regole se ne fregano.
Saluti,
Mauro.
Qui la notizia come riportata da Repubblica (riportata correttamente, cosa non proprio abituale ormai...).
Riporto la notizia non perché ci siano (almeno allo stato attuale delle conoscenze) colpe o situazioni particolari o per il fatto che si trattasse di uno stabilimento dove lavoravano disabili o per farvi vedere che le morti sul lavoro esistono anche in Germania e non solo in Italia.
No, la riporto perché - qualunque siano le cause di questo incidente - ormai siamo abituati in Europa (grazie alle misure di sicurezza che esistono e che, generalmente, funzionano) a considerare che da noi possano esistere solo "stragi" a una cifra (basti pensare che i 7 morti alla Thyssen-Krupp di Torino del 2007 - a parte il fatto che lì è stato omicidio più che incidente - erano considerati una tragedia praticamente ineguagliabile nell'Europa odierna).
No, le stragi a due cifre possono esistere anche nella civile Europa e indipendentemente dalle misure di sicurezza esistenti. E le stragi a tre cifre (che talvolta sentiamo dalla Cina e dall'oriente in generale) qui in Europa (in tutta Europa) sono sì improbabili, ma non impossibili.
Bisogna sempre tenere alta la guardia, da parte di tutti. Lavoratori, imprenditori, autorità. Anche dove il rispetto delle regole è abitudine.
Perché per quanto gli uomini possano rispettare le regole... gli imprevisti delle regole se ne fregano.
Saluti,
Mauro.
venerdì 23 novembre 2012
L'ignoranza delle curve
Tutti avrete di sicuro letto la notizia dell'assalto degli ultras della Lazio contro dei tifosi inglesi del Tottenham in un pub di Roma ieri sera.
L'assalto non era dovuto a ragioni calcistiche. Il Tottenham è (o almeno storicamente era) la squadra della comunità ebraica di Londra. E gli aggressori laziali erano spinti da idee antisemite.
Fin qui tutto da - logicamente - condannare, ma nulla di sorprendente.
Il problema è che oggi, durante la partita Lazio-Tottenham, nella curva laziale sono apparsi striscioni con la bandiera palestinese e con la scritta "Free Palestine".
Qualcosa non quadra.
E cosa non quadra ve lo riassumo qui:
- Gli ultras laziali sono di spirito fascista;
- Il governo d'Israele (almeno quello attuale, quello di Netanyahu) è di spirito fascista;
- Hamas è legato alla sinistra (magari non a quella presentabile e democratica, ma pur sempre sinistra), non al fascismo;
- Il Tottenham è legato alla comunità ebraica londinese (ma ciò non significa che apprezzi e sostenga Israele, anzi...).
Ciò significa che i laziali attaccano i propri sodali (i fascisti che governano Israele oggi, tipo Netanyahu e Lieberman) usando bersagli sbagliati e superati (una squadra di calcio ormai slegata dalle proprie origini) e inneggiano ai propri nemici (i palestinesi, che santi certo non sono, ma sono comunque più vicini alla sinistra che alla destra).
Ergo... gli ultras della Lazio (e non solo quelli della Lazio) dovrebbero prima di tutto mettersi a studiare.
L'ignoranza delle curve è il vero problema.
Non sanno neanche distinguere tra "amici" e "nemici".
Saluti,
Mauro.
L'assalto non era dovuto a ragioni calcistiche. Il Tottenham è (o almeno storicamente era) la squadra della comunità ebraica di Londra. E gli aggressori laziali erano spinti da idee antisemite.
Fin qui tutto da - logicamente - condannare, ma nulla di sorprendente.
Il problema è che oggi, durante la partita Lazio-Tottenham, nella curva laziale sono apparsi striscioni con la bandiera palestinese e con la scritta "Free Palestine".
Qualcosa non quadra.
E cosa non quadra ve lo riassumo qui:
- Gli ultras laziali sono di spirito fascista;
- Il governo d'Israele (almeno quello attuale, quello di Netanyahu) è di spirito fascista;
- Hamas è legato alla sinistra (magari non a quella presentabile e democratica, ma pur sempre sinistra), non al fascismo;
- Il Tottenham è legato alla comunità ebraica londinese (ma ciò non significa che apprezzi e sostenga Israele, anzi...).
Ciò significa che i laziali attaccano i propri sodali (i fascisti che governano Israele oggi, tipo Netanyahu e Lieberman) usando bersagli sbagliati e superati (una squadra di calcio ormai slegata dalle proprie origini) e inneggiano ai propri nemici (i palestinesi, che santi certo non sono, ma sono comunque più vicini alla sinistra che alla destra).
Ergo... gli ultras della Lazio (e non solo quelli della Lazio) dovrebbero prima di tutto mettersi a studiare.
L'ignoranza delle curve è il vero problema.
Non sanno neanche distinguere tra "amici" e "nemici".
Saluti,
Mauro.
mercoledì 21 novembre 2012
Sei domande per il futuro dell'Italia - Le risposte
Nei giorni scorsi vi ho parlato qui dell'iniziativa nata su Facebook con il gruppo Dibattito Scienza per domandare ai candidati alle primarie dei vari partiti cosa ne pensano su vari temi scientifico-politici.
Oggi sono state pubblicate le risposte dei candidati del PD. Leggetele.
Nei prossimi giorni pubblicherò i miei commenti a dette risposte.
Saluti,
Mauro.
Oggi sono state pubblicate le risposte dei candidati del PD. Leggetele.
Nei prossimi giorni pubblicherò i miei commenti a dette risposte.
Saluti,
Mauro.
lunedì 19 novembre 2012
Quando ci si monta la testa
Per anni il mio bloghettino ha avuto una media di circa 15-20 lettori giornalieri.
Da un paio di mesi c'è stata un'esplosione di interesse e viaggio sui 50-100 lettori giornalieri (lo so, rimane un bloghettino, però un po' meno "ino").
Oggi ho avuto "solo" 38 lettori e sono qui deluso a chiedermi perché nessuno mi legge.
Quando ci si monta la testa...
;-)
Saluti,
Mauro.
Da un paio di mesi c'è stata un'esplosione di interesse e viaggio sui 50-100 lettori giornalieri (lo so, rimane un bloghettino, però un po' meno "ino").
Oggi ho avuto "solo" 38 lettori e sono qui deluso a chiedermi perché nessuno mi legge.
Quando ci si monta la testa...
;-)
Saluti,
Mauro.
domenica 18 novembre 2012
L'errore e la colpa
Oggi pomeriggio ho ascoltato in radio un discorso del presidente tedesco Joachim Gauck a un forum economico (per chi volesse ascoltarlo, in tedesco, qui la registrazione).
Gauck ha detto cose interessanti e cose banali, cose giuste e cose sbagliate. Ma una cosa in particolare mi ha colpito.
Quando Gauck ha raccontato che un suo amico straniero (non ha specificato di quale nazionalità) gli ha spiegato la differenza nel concetto di errore tra la Germania e il suo (di questo amico) paese.
Secondo questa persona la differenza stava nel fatto che per un tedesco errore è sinonimo di fallimento, di incapacità, mentre per i connazionali di questa persona errore è invece un'occasione per imparare, per crescere e per non ripetere l'errore in futuro.
Ecco, io vivo da 16 anni in Germania e da molto di più la conosco e la studio, e posso solo confermare.
Anzi, in realtà ho anticipato Gauck e il suo amico (non posso dimostrarlo, purtroppo), in quanto ho spesso sostenuto in discussioni con amici tedeschi e non che i tedeschi hanno grossi problemi a distinguere tra i concetti di errore (Fehler) e di colpa (Schuld).
Un errore è, per la maggioranza del mondo, appunto un errore.
Un errore è, per i tedeschi, spesso una colpa.
Saluti,
Mauro.
Gauck ha detto cose interessanti e cose banali, cose giuste e cose sbagliate. Ma una cosa in particolare mi ha colpito.
Quando Gauck ha raccontato che un suo amico straniero (non ha specificato di quale nazionalità) gli ha spiegato la differenza nel concetto di errore tra la Germania e il suo (di questo amico) paese.
Secondo questa persona la differenza stava nel fatto che per un tedesco errore è sinonimo di fallimento, di incapacità, mentre per i connazionali di questa persona errore è invece un'occasione per imparare, per crescere e per non ripetere l'errore in futuro.
Ecco, io vivo da 16 anni in Germania e da molto di più la conosco e la studio, e posso solo confermare.
Anzi, in realtà ho anticipato Gauck e il suo amico (non posso dimostrarlo, purtroppo), in quanto ho spesso sostenuto in discussioni con amici tedeschi e non che i tedeschi hanno grossi problemi a distinguere tra i concetti di errore (Fehler) e di colpa (Schuld).
Un errore è, per la maggioranza del mondo, appunto un errore.
Un errore è, per i tedeschi, spesso una colpa.
Saluti,
Mauro.
giovedì 15 novembre 2012
Sei domande per il futuro dell'Italia
Da bravo fisico (anche se lavorante nell'industria e non nella ricerca) condivido anch'io l'idea di un gruppo di blogger, ricercatori, giornalisti scientifici, ecc. - nata sul gruppo Facebook Dibattito Scienza e appoggiatasi a Le Scienze come punto di raccolta - di porre sei domande riguardanti la ricerca scientifica in Italia a tutti i candidati alle primarie di tutti i partiti (partendo dal PD solo perché questo è l'unico partito che ha già i candidati definiti):
Primarie, sei domande per la scienza
Vorrei qui riportare un estratto significativo della presentazione dell'iniziativa:
Un gruppo di giornalisti scientifici, blogger, ricercatori e cittadini, constatata la mancanza di domande ai candidati alle primarie del centrosinistra sulle loro posizioni politiche in materia di scienza e ricerca, e ritenendo invece che da queste politiche dipenderà il futuro sociale ed economico a medio e lungo termine del paese, ha quindi deciso di chiedere ai candidati di rispondere a sei temi di grande respiro, in modo da offrire ai cittadini un panorama più completo della loro proposta politica.
E qui le sei domande:
1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?
Vi invito a seguire numerosi e attivamente il dibattito: la scienza è il futuro del paese!
Saluti,
Mauro.
Primarie, sei domande per la scienza
Vorrei qui riportare un estratto significativo della presentazione dell'iniziativa:
Un gruppo di giornalisti scientifici, blogger, ricercatori e cittadini, constatata la mancanza di domande ai candidati alle primarie del centrosinistra sulle loro posizioni politiche in materia di scienza e ricerca, e ritenendo invece che da queste politiche dipenderà il futuro sociale ed economico a medio e lungo termine del paese, ha quindi deciso di chiedere ai candidati di rispondere a sei temi di grande respiro, in modo da offrire ai cittadini un panorama più completo della loro proposta politica.
E qui le sei domande:
1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?
Vi invito a seguire numerosi e attivamente il dibattito: la scienza è il futuro del paese!
Saluti,
Mauro.
mercoledì 14 novembre 2012
Non dimentichiamoci di Gaza
A Gaza si sta perpetrando un nuovo massacro.
Non tacciamo e diffondiamo questo appello dell'International Solidarity Movement.
Saluti,
Mauro.
Non tacciamo e diffondiamo questo appello dell'International Solidarity Movement.
Saluti,
Mauro.
Le assurdità della Germania
Le aziende tedesche si lamentano della mancanza di personale qualificato, in particolare ingegneri (e chiedono allo stato agevolazioni per assumere ingegneri stranieri).
Però quando leggi le statistiche ti rendi conto che in Germania ci sono un sacco di ingegneri disoccupati o impiegati in altre mansioni.
Boh.
Saluti,
Mauro.
Però quando leggi le statistiche ti rendi conto che in Germania ci sono un sacco di ingegneri disoccupati o impiegati in altre mansioni.
Boh.
Saluti,
Mauro.
domenica 11 novembre 2012
La Fornero, la SLA e quant'è difficile
Ultimamente gira per il web una frase apparentemente detta dalla ministra Fornero. E sottolineo "apparentemente". Poi capirete perché.
La frase in questione sarebbe una risposta alle affermazioni di un malato di SLA (sclerosi laterale amiotrofica, forse più nota alle masse come morbo di Gehrig) che lamentava le sue difficoltà, aumentate dopo i tagli ai fondi della sanità.
"Apparentemente" (vedi sopra) la Fornero avrebbe risposto che anche fare il ministro è difficile. Ed è questa la frase contestata (e non dimostrata).
Partiamo dalla fonte della notizia: Informare per Resistere (devo essere sincero, visto il livello - infimo - del sito, non so se ho fatto bene a mettere il link, forse il mio è un autogol, visto che chi urla - come il sito in questione - viene ascoltato più di chi argomenta - come me e altri migliori di me).
Tutti i blog e simili che hanno riportato la frase contestata la hanno copiata da detto sito.
Questa fonte è un sito che sostiene che esista il complotto delle scie chimiche, che Di Bella avesse ragione, che in Germania esistano banche segrete e varie altre cose. Già questo dovrebbe chiarire la credibilità della fonte in questione.
Ma al di là di quanto sopra ci sono altri due punti che rendono la notizia ben poco credibile:
1) Nessun quotidiano italiano ha riportato la frase incriminata, neanche quei quotidiani (vedi Libero o la Padania, per esempio) che sono programmaticamente e aprioristicamente contro la Fornero e il governo attuale, cosa che dovrebbe far sorgere dubbi, visto che per detti quotidiani una frase del genere sarebbe grasso che cola;
2) Il malato di SLA protagonista dell'incontro (Salvatore Usala) ha lodato la sensibilità dei due ministri che lo hanno visitato (Fornero e Balduzzi); dato che Usala non è né un idiota né un venduto, non credo proprio che avrebbe lodato detta sensibilità se la Fornero si fosse lasciata sfuggire la frase in questione (Usala non è proprio un amico del governo, quindi non avrebbe avuto remore a dire la verità).
Insomma, mettendo insieme tutte le fonti credibili (quindi Informare per Resistere è esclusa) quello che si può supporre è che la Fornero (o il ministro della salute Balduzzi, non dimentichiamoci che non esistono registrazioni né audio né video dell'incontro, quindi non è detto che sia stata proprio la Fornero a parlare, presenti erano in fondo due ministri, non uno solo) abbia detto che anche per un ministro non è facile trovare i fondi.
Onestamente, prima di sparare conclusioni, bisognerebbe anche valutare le fonti delle presunte notizie, non solo le presunte notizie in sé.
Saluti,
Mauro.
La frase in questione sarebbe una risposta alle affermazioni di un malato di SLA (sclerosi laterale amiotrofica, forse più nota alle masse come morbo di Gehrig) che lamentava le sue difficoltà, aumentate dopo i tagli ai fondi della sanità.
"Apparentemente" (vedi sopra) la Fornero avrebbe risposto che anche fare il ministro è difficile. Ed è questa la frase contestata (e non dimostrata).
Partiamo dalla fonte della notizia: Informare per Resistere (devo essere sincero, visto il livello - infimo - del sito, non so se ho fatto bene a mettere il link, forse il mio è un autogol, visto che chi urla - come il sito in questione - viene ascoltato più di chi argomenta - come me e altri migliori di me).
Tutti i blog e simili che hanno riportato la frase contestata la hanno copiata da detto sito.
Questa fonte è un sito che sostiene che esista il complotto delle scie chimiche, che Di Bella avesse ragione, che in Germania esistano banche segrete e varie altre cose. Già questo dovrebbe chiarire la credibilità della fonte in questione.
Ma al di là di quanto sopra ci sono altri due punti che rendono la notizia ben poco credibile:
1) Nessun quotidiano italiano ha riportato la frase incriminata, neanche quei quotidiani (vedi Libero o la Padania, per esempio) che sono programmaticamente e aprioristicamente contro la Fornero e il governo attuale, cosa che dovrebbe far sorgere dubbi, visto che per detti quotidiani una frase del genere sarebbe grasso che cola;
2) Il malato di SLA protagonista dell'incontro (Salvatore Usala) ha lodato la sensibilità dei due ministri che lo hanno visitato (Fornero e Balduzzi); dato che Usala non è né un idiota né un venduto, non credo proprio che avrebbe lodato detta sensibilità se la Fornero si fosse lasciata sfuggire la frase in questione (Usala non è proprio un amico del governo, quindi non avrebbe avuto remore a dire la verità).
Insomma, mettendo insieme tutte le fonti credibili (quindi Informare per Resistere è esclusa) quello che si può supporre è che la Fornero (o il ministro della salute Balduzzi, non dimentichiamoci che non esistono registrazioni né audio né video dell'incontro, quindi non è detto che sia stata proprio la Fornero a parlare, presenti erano in fondo due ministri, non uno solo) abbia detto che anche per un ministro non è facile trovare i fondi.
Onestamente, prima di sparare conclusioni, bisognerebbe anche valutare le fonti delle presunte notizie, non solo le presunte notizie in sé.
Saluti,
Mauro.
venerdì 9 novembre 2012
L'unico voto sempre e comunque sbagliato è il voto non dato
E dopo gli Stati Disuniti d'America ricordiamoci che nel 2013 si vota in Italia e in Germania, parte degli Stati Mai Uniti d'Europa.
Due elezioni che ci interessano molto di più e che, entrambe, avranno influenza notevole non solo su Italia e Germania ma sull'Europa tutta, UE e non UE.
Per ora posso solo ricordarvi, al di là delle mie idee politiche, che l'unico voto sempre e comunque sbagliato è il voto non dato.
Quindi assumetevi le vostre responsabilità e, quando verrà il momento, votate.
Votate, votate, votate (nella peggiore delle ipotesi schedabianca annullata, ma almeno andate alle urne).
E se sarete così vigliacchi da non votare... poi non lamentatevi di chi vi governerà: l'astensionismo nutre e merita i peggiori governi.
Saluti,
Mauro.
Due elezioni che ci interessano molto di più e che, entrambe, avranno influenza notevole non solo su Italia e Germania ma sull'Europa tutta, UE e non UE.
Per ora posso solo ricordarvi, al di là delle mie idee politiche, che l'unico voto sempre e comunque sbagliato è il voto non dato.
Quindi assumetevi le vostre responsabilità e, quando verrà il momento, votate.
Votate, votate, votate (nella peggiore delle ipotesi scheda
E se sarete così vigliacchi da non votare... poi non lamentatevi di chi vi governerà: l'astensionismo nutre e merita i peggiori governi.
Saluti,
Mauro.
giovedì 8 novembre 2012
Gli USA hanno scelto il presidente (e hanno limitato i danni)
A parte il fatto che non credo che oggi chi sia presidente negli USA faccia quella gran differenza per il resto del mondo (e forse neanche per gli USA stessi, visto che non è detto che comandi veramente), comunque un paio di considerazioni sparse le voglio fare.
I repubblicani volevano perdere: insomma, un partito che ti presenta alle finali un Romney solo perché gli altri suoi candidati erano ancora più impresentabili è un partito minimo minimo masochista... confronto ai candidati repubblicani alle primarie di quest'anno persino Bush figlio avrebbe fatto la figura dello statista di rango.
No, Obama non è una rivoluzione. E non la è stata neanche quattro anni fa. Smettiamola di ragionare per categorie estetiche/etniche. Ciò che conta è la cultura, l'ambiente in cui uno è cresciuto. E Obama è cresciuto in una famiglia bianca, in un ambiente bianco, in un ambiente non ricco ma neanche da sottoproletariato. Obama non è il risultato di un Martin Luther King. È il risultato di un Bill Clinton o al massimo di un Jimmy Carter (magari fosse come Jimmy!).
Obama negli scorsi quattro anni non ha mantenuto le promesse (che comunque in gran parte non aveva neanche fatto, ce le eravamo sognate noi, bisogna onestamente ammettere), però almeno non ha fatto danni. Insomma le elezioni statunitensi di quest'anno hanno confermato che nel mondo d'oggi non vince il migliore, vince il meno peggio.
Comunque, almeno Obama sa trovare su una carta geografica pure l'Europa (incredibile per uno statunitense!), Romney dubito che su una carta geografica con i nomi degli stati scritti a caratteri cubitali sia in grado di trovare anche solo Canada e Messico. Forse neanche gli USA, a parte il suo Michigan.
Insomma, tutto sommato... bene così... perché è sì andata male, ma le alternative erano peggio.
Saluti,
Mauro.
I repubblicani volevano perdere: insomma, un partito che ti presenta alle finali un Romney solo perché gli altri suoi candidati erano ancora più impresentabili è un partito minimo minimo masochista... confronto ai candidati repubblicani alle primarie di quest'anno persino Bush figlio avrebbe fatto la figura dello statista di rango.
No, Obama non è una rivoluzione. E non la è stata neanche quattro anni fa. Smettiamola di ragionare per categorie estetiche/etniche. Ciò che conta è la cultura, l'ambiente in cui uno è cresciuto. E Obama è cresciuto in una famiglia bianca, in un ambiente bianco, in un ambiente non ricco ma neanche da sottoproletariato. Obama non è il risultato di un Martin Luther King. È il risultato di un Bill Clinton o al massimo di un Jimmy Carter (magari fosse come Jimmy!).
Obama negli scorsi quattro anni non ha mantenuto le promesse (che comunque in gran parte non aveva neanche fatto, ce le eravamo sognate noi, bisogna onestamente ammettere), però almeno non ha fatto danni. Insomma le elezioni statunitensi di quest'anno hanno confermato che nel mondo d'oggi non vince il migliore, vince il meno peggio.
Comunque, almeno Obama sa trovare su una carta geografica pure l'Europa (incredibile per uno statunitense!), Romney dubito che su una carta geografica con i nomi degli stati scritti a caratteri cubitali sia in grado di trovare anche solo Canada e Messico. Forse neanche gli USA, a parte il suo Michigan.
Insomma, tutto sommato... bene così... perché è sì andata male, ma le alternative erano peggio.
Saluti,
Mauro.
martedì 6 novembre 2012
Oggi gli USA scelgono il presidente
E tutti noi pecoroni nel resto del mondo a chiedersi cosa succederà se vincerà (ergo comanderà) Obama e cosa succederà se vincerà (ergo comanderà) Romney.
Però, al di là dei miei (e vostri) giudizi sui due protagonisti della contesa, nessuno che si ponga la vera giusta domanda: ma, chiunque vinca, quanto comanda veramente il presidente degli USA?
Io non lo so, ma un forte sospetto lo ho... e se ho ragione, la vera domanda diventerebbe un'altra ancora: cosa glielo fa fare a Obama e a Romney di candidarsi?
Saluti,
Mauro.
Però, al di là dei miei (e vostri) giudizi sui due protagonisti della contesa, nessuno che si ponga la vera giusta domanda: ma, chiunque vinca, quanto comanda veramente il presidente degli USA?
Io non lo so, ma un forte sospetto lo ho... e se ho ragione, la vera domanda diventerebbe un'altra ancora: cosa glielo fa fare a Obama e a Romney di candidarsi?
Saluti,
Mauro.
lunedì 5 novembre 2012
È questo il futuro dell'innovazione?
Oggi mi sono recato a una conferenza (che durerà fino a martedì prossimo) della Deutsche Physikalische Gesellschaft (Società Tedesca di Fisica), di cui sono membro.
Il tema della conferenza era l'innovazione, quindi il futuro.
Ora se si parla di futuro, si pensa ai giovani. Quindi io, che ho 44 anni, in una manifestazione del genere dovrei essere, se non tra i più vecchi in assoluto, comunque al di sopra dell'età media presente.
E invece no. Io ero perfettamente nella media, se non addirittura un pochino al di sotto.
E anche tra quelli più giovani di me, nessuno (e ribadisco NESSUNO) era sotto i 30 anni e pochissimi sotto i 35.
Al contrario erano numerosi quelli oltre i 50.
È questo il futuro dell'innovazione? Un'innovazione fatta da vecchi?
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Prima che qualcuno faccia battutacce sui fisici: analoghe manifestazioni però per ingegneri, almeno qui in Germania, mostrano età medie ancora più alte.
Il tema della conferenza era l'innovazione, quindi il futuro.
Ora se si parla di futuro, si pensa ai giovani. Quindi io, che ho 44 anni, in una manifestazione del genere dovrei essere, se non tra i più vecchi in assoluto, comunque al di sopra dell'età media presente.
E invece no. Io ero perfettamente nella media, se non addirittura un pochino al di sotto.
E anche tra quelli più giovani di me, nessuno (e ribadisco NESSUNO) era sotto i 30 anni e pochissimi sotto i 35.
Al contrario erano numerosi quelli oltre i 50.
È questo il futuro dell'innovazione? Un'innovazione fatta da vecchi?
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Prima che qualcuno faccia battutacce sui fisici: analoghe manifestazioni però per ingegneri, almeno qui in Germania, mostrano età medie ancora più alte.
domenica 4 novembre 2012
Siate schizzinosi... ma anche no
Nei giorni scorsi ha suscitato scandalo una frase della ministra Fornero in cui invitava i giovani a non essere "choosy" per quanto riguarda le offerte di lavoro.
Due cose mi hanno colpito, due cose che dimostrano (al di là del condividere o meno l'invito della Fornero) una notevole ignoranza di base.
Primo: tutti (anche coloro che si sono schierati con la Fornero) hanno tradotto "choosy" con "schizzinoso". È sbagliato.
L'inglese "choosy" (come anche il tedesco "wählerisch", per esempio) indica il volersi permettere una scelta, il voler avere qualcosa di adeguato alla propria preparazione, alle proprie capacità, ma NON implica il disprezzo verso ciò che non si ritiene adeguato alle proprie capacità. Tutt'altro.
L'italiano "schizzinoso" invece parte proprio da questo: dal disprezzo verso ciò che non si ritiene adeguato. Una persona schizzinosa ha la puzza al naso, una persona "choosy" o "wählerisch" no (e se la ha non viene chiamata "choosy" o "wählerisch", ma in maniera ben più sprezzante).
E proprio per questo credo che la Fornero abbia volutamente usato il termine inglese e non quello italiano.
Secondo (e più importante): in Italia l'essere "schizzinosi" in molti casi è un obbligo, non una scelta.
Mi spiego meglio. Se un/a ragazzo/a è laureato/a nella materia X e nell'attesa dell'occasione buona piuttosto che stare sulle spalle di papà e mamma accetta un lavoro nel settore Y (che con X non c'entra nulla), di fatto accetta di mettere una pietra tombale sopra X.
Perché? Perché l'imprenditoria italiana, se hai lasciato anche solo temporaneamente X per Y, non ti considererà più per X. Sarai condannato a Y a vita (a meno che tu non accetti di scendere di un paio di livelli e allora qualsiasi settore ti sarà aperto, come moderno schiavo).
Ergo... se vuoi sperare un giorno di fare qualcosa in X, non puoi permetterti di accettare Y o W o Z.
Il problema maggiore in Italia è l'imprenditoria, non la politica o la "gente" (e questo sia la Fornero che i suoi detrattori e i suoi estimatori lo dimenticano troppo spesso).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Sul secondo punto, anche se non proprio nei termini espressi, parlo anche per esperienza personale, non solo in base a dialoghi con persone rimaste in Italia, statistiche o ricerche giornalistiche.
Se vi interessa, racconterò la mia esperienza.
Due cose mi hanno colpito, due cose che dimostrano (al di là del condividere o meno l'invito della Fornero) una notevole ignoranza di base.
Primo: tutti (anche coloro che si sono schierati con la Fornero) hanno tradotto "choosy" con "schizzinoso". È sbagliato.
L'inglese "choosy" (come anche il tedesco "wählerisch", per esempio) indica il volersi permettere una scelta, il voler avere qualcosa di adeguato alla propria preparazione, alle proprie capacità, ma NON implica il disprezzo verso ciò che non si ritiene adeguato alle proprie capacità. Tutt'altro.
L'italiano "schizzinoso" invece parte proprio da questo: dal disprezzo verso ciò che non si ritiene adeguato. Una persona schizzinosa ha la puzza al naso, una persona "choosy" o "wählerisch" no (e se la ha non viene chiamata "choosy" o "wählerisch", ma in maniera ben più sprezzante).
E proprio per questo credo che la Fornero abbia volutamente usato il termine inglese e non quello italiano.
Secondo (e più importante): in Italia l'essere "schizzinosi" in molti casi è un obbligo, non una scelta.
Mi spiego meglio. Se un/a ragazzo/a è laureato/a nella materia X e nell'attesa dell'occasione buona piuttosto che stare sulle spalle di papà e mamma accetta un lavoro nel settore Y (che con X non c'entra nulla), di fatto accetta di mettere una pietra tombale sopra X.
Perché? Perché l'imprenditoria italiana, se hai lasciato anche solo temporaneamente X per Y, non ti considererà più per X. Sarai condannato a Y a vita (a meno che tu non accetti di scendere di un paio di livelli e allora qualsiasi settore ti sarà aperto, come moderno schiavo).
Ergo... se vuoi sperare un giorno di fare qualcosa in X, non puoi permetterti di accettare Y o W o Z.
Il problema maggiore in Italia è l'imprenditoria, non la politica o la "gente" (e questo sia la Fornero che i suoi detrattori e i suoi estimatori lo dimenticano troppo spesso).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Sul secondo punto, anche se non proprio nei termini espressi, parlo anche per esperienza personale, non solo in base a dialoghi con persone rimaste in Italia, statistiche o ricerche giornalistiche.
Se vi interessa, racconterò la mia esperienza.
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