sabato 11 giugno 2011

Chiariamo una cosa

Un paio di settimane fa si è votato per le elezioni amministrative. Tra cui quelle di alcune città estremamente importanti come Milano, Torino, Bologna e Napoli.
Domani e dopodomani si voterà per dei referenda su temi non proprio da sottovalutare.

Ma tutti fanno in modo di fraintendere tutto.

Le amministrative sono, appunto, amministrative: esse decidono su chi e come (si) deve amministrare città, province o regioni. Non decidono sulla politica di una nazione.
I referenda sono domande su temi ben precisi, non sulla politica complessiva di un governo o di un parlamento (e quindi di una nazione).

Però entrambe ci vengono vendute come una decisione sul pro o contro il governo Berlusconi.

No! Non lo sono! Né le amministrative, né i referenda.

Ve lo dico da uomo di sinistra, di sinistra vera: se noi italiani non siamo in grado di mandare a casa Berlusconi quando si va a votare per il Parlamento... allora ci meritiamo semplicemente che ci governi lui.
Cercare di farlo cadere tramite amministrative o referenda, quando non si è stati capaci di metterlo in difficoltà alle politiche, dimostra solo che noi sinistra non siamo in grado di governare. Punto.

Saluti,

Mauro.

4 commenti:

  1. Ciao Mauro,
    non entro del merito contenutistico dei tuoi commenti, solo un appunto riguardo alla forma. Non capisco perché tu continui a parlare di "referenda", quando in italiano la parola referendum è invariabile (fonte: Zingarelli, ed. 1989). Può darsi che in altre lingue esista il plurale referenda, ma perché questo scimmiottare regole di grammatiche straniere? il che tra l'altro denota una sorta di complesso di inferiorità nei conronti delle altre lingue. Ciao, Leo Belardo

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  2. Sinceramente, Leo, da una persona con le tue competenze linguistiche mi sarei aspettato un commento più... "competente".

    Il tuo tirare in ballo lingue straniere non so a cosa si riferisca, non ne ho la minima idea.

    Io quando uso parole latine (e referendum è latino, non italiano) le uso seguendo le regole del latino. Punto.

    Se per ciò vuoi accusarmi di snobismo o complesso di superiorità, magari (anzi probabilmente) hai ragione, ma - senza offesa - il complesso di inferiorità lo dimostri tu tirando fuori commenti su lingue straniere dove queste non c'entrano nulla.

    Saluti,

    Mauro.

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  3. Completamente d'accordo sulla questione amministrative/referendum/politiche. Da un punto di vista teorico.

    Pero' e' stato Berlusconi a politicizzare entrambi i voti, per cui una trombatina ci sarebbe stata bene. Tanto per ricordargli che le affermazioni hanno delle conseguenze.

    Sul latino no! I sostantivi di altre lingue diventano indeclinabili in Italiano. La questione e' se considerare il latino una lingua straniera o meno.

    Tutti i dizionari italiani riportano le parole latine come invarianti in italiano.

    I dizionari riportano le parole come indeclinabili, ma gli accademici della crusca dicono che si possono usare entrambe le forme

    http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=3940&ctg_id=93

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  4. E io sono con la crusca :)

    Per quanto riguarda la "politicizzazione" degli ultimi voti, non so se hai ragione a dire che ha iniziato Berlusconi: per mesi ho letto su giornali e siti di sinistra "se Berlusconi perde Milano (o se perde il legittimo impedimento) se ne deve andare.

    E comunque, a parte questo, anche fosse stato lui... motivo in più per non abbassarsi al suo livello e mostrarsi politici veri, seri.

    Saluti,

    Mauro.

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