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lunedì 1 febbraio 2021

Come difendersi dal phishing (e non fare l'Augias)

Tutti avrete seguito in questi giorni la storia di Corrado Augias, che non si è accorto di essere stato vittima di phishing e ne ha scritto nella sua rubrica su Repubblica, dimostrando di aver preso per autentica la mail che, apparentemente, l'ENEL gli aveva mandato.

Prima di venire al tema (cioè come difendersi e non cascarci) un commento sulla storia di Augias.
In realtà non è grave che lui ci sia cascato. È sì una persona intelligente e preparata, ma viene dal punto di vista digitale da un'altra epoca. Anzi, senza offesa, proprio da un'altra era geologica (Augias è del 1935).
La cosa grave è che il suo testo sia andato in stampa. Ciò dimostra che nelle redazioni non c'è più nessuno che controlla i testi prima di mandarli in stampa. Un tempo una rilettura terza (da parte dei correttori di bozze o altre figure redazionali) era la norma. E quindi ad Augias sarebbe stato risparmiato lo scivolone.

Torniamo al punto.
Come riconoscere il phishing o altri intenti maliziosi?

La prima cosa da fare, sempre, è controllare il mittente prima di aprire la mail.
E con mittente non intendo il "nome". Io posso attaccare per esempio il nome Mauro Venier a qualsiasi indirizzo di posta elettronica. Sia al mio vero "mvenier@gmx.de" che a un ipotetico "orsacchiotto@goldrake.ufo".
Controllate l'indirizzo di e-mail sempre: praticamente tutti i programmi di gestione posta vi permettono di vederlo intero senza aprire la mail. Approfittate di questa possibilità.
La maggioranza delle e-mail di phishing arrivano da indirizzi di posta che con l'ipotetico mittente non c'entrano niente o al limite sembrano solo simili.
Per esempio, se vi arriva una mail apparentemente dall'ENEL, ma l'indirizzo elettronico non è ***@enel.it bensì ***@enel.gov, ***@enelr.it o, addirittura, ***@xyz.it/com/eu... potete cancellare la mail senza leggerla.

Questo è il primo passo da fare. Sempre!

Seconda cosa. Molti servizi di posta elettronica hanno un buon riconoscimento automatico di mail di spam/phishing/ecc. e quindi le mail sospette finiscono in una cartella a parte.
È umano comunque andare a controllare anche quella cartella perché uno pensa sempre che magari l'algoritmo può sbagliare e vedere come malevola una mail seria.
È vero, può capitare, ma la maggioranza dei fornitori di servizi di posta elettronica sono affidabili su questo punto. Non perfetti, ma affidabili.
Quindi controllate pure la lista delle mail nella cartella spazzatura, ma pensateci bene, molto bene, prima di spostare quelle mail in altra cartella o aprirle.

Però alla fine avete aperto la mail.
Cosa fare ora?
Leggetela molto attentamente: una banca, un'azienda, un ufficio pubblico magari scrivono con una terminologia oscura per il profano... ma scrivono in italiano corretto! Magari usano qualche anglicismo di troppo, ma scrivono in italiano corretto!
Se la mail è scritta in italiano traballante, se contiene parole straniere che non sono il classico anglicismo... è spam, phishing o simili. Mai cliccare sui link presenti in queste mail.
Esempio stupido: sa la mail contiene una frase tipo "se lei decide di usare l'online banking", questo è un classico anglicismo e (se non ci sono altri motivi di dubbio) potete fidarvi, se la mail invece contiene una frase tipo "if lei decide di usare l'online banking", quell'if non è un anglicismo. Cancellate la mail.

Un'altra cosa da tenere presente è quando le mail sembrano arrivare da banche, aziende, fornitori di servizi di cui non siete clienti: se non siete clienti, la cosa non vi riguarda, cancellate (non se arriva dagli uffici pubblici, quelli possono riguardarvi in ogni modo, quindi in questo caso riflettete comunque un attimino più a lungo, negli altri casi potete cancellare senza riflettere).
E se, per ipotesi, dovesse riguardarvi nonostante non siate clienti, verrete contattati di sicuro al proposito anche da un corrispondente, referente di cui siete clienti. Aspettate questa comunicazione prima di rispondere.

Adesso siete comunque lì con la mail aperta.
Al di là di tutto quanto sopra avete comunque la tentazione di cliccare sul link per saperne di più o perché in qualche modo quella mail vi convince.
Bene: non cliccate, a meno di non aver fatto tutti i controlli di cui sopra e di essere sicuri al 100% (e anzi, forse meglio non farlo neanche se siete sicuri al 100%).
Cosa potete fare in questo caso?
Molto semplice: andate sul sito ufficiale di chi sembra avervi contattato (digitandolo da voi nello spazio apposito del vostro browser e ricontrollandolo bene prima di cliccare invio) e, se avete un profilo cliente con password, troverete lì tutte le informazioni che vi riguardano.
Se non avete un profilo cliente con password, sul sito comunque troverete un indirizzo e-mail, un numero di telefono o un indirizzo postale classico a cui rivolgervi per chiarire le cose e chiedere informazioni.
Usate quelli, non il link nella mail.

Aggiornamento (grazie all'amico Nmarru per l'osservazione):
Oltretutto se passate il puntatore sul link presente nella mail... questo vi mostrerà l'URL (cioè l'indirizzo del sito web) vero senza neanche cliccarci sopra.
Leggete con molta attenzione quell'URL.
Controllatelo e ricontrollatelo, facendo attenzione a tutto. Grafia, punti, caratteri, ecc.

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 maggio 2019

Contro il rimborso ai "truffati"

Ora vi racconto una storia. Una storia personale. Vera.

Quasi 15 anni fa mio papà ha investito qualche soldino in azioni CaRiGe (credo ca. 3000€, non ricordo bene, comunque la cifra precisa non è importante).
CaRiGe. Per voi oggi significa Banca CaRiGe. Per noi vecchi genovesi significa Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

Poi papà si è ammalato e non se ne è più curato. Aveva altri problemi.
Quando è mancato quelle azioni sono andate, come legge prescrive, metà a mia mamma e metà a me (cioè metà al coniuge e metà ai figli, ma io sono figlio unico).
Ora entrambi possediamo meno di 0,01€ di azioni della CaRiGe.

E no, non ne abbiamo vendute: le abbiamo tenute tutte. La quantità di azioni che io e mamma possediamo è in totale la stessa di quando papà le comprò.
Oggi con 3000€ rischio di comprarmi tutta CaRiGe, immobili esclusi.
Però non chiederò nessun rimborso truffati, visto che la prima truffa è il rimborso stesso: noi abbiamo investito male. Nessuno ci ha costretto a farlo.
E dico "noi" coscientemente: io, ai tempi, se fossi stato a Genova e non in Germania avrei accondisceso al suo investimento. Anzi ci avrei aggiunto di mio.

E quello che sta dopo il primo dei due punti nel passaggio sopra scritto vale per almeno i tre quarti (e mi tengo basso) dei cosiddetti "truffati" (e vale per tutte le banche nei casini, non solo per CaRiGe).
Non sono truffati (o "risparmiatori", come i grillini vogliono farli passare). Nella maggioranza sono semplicemente investitori coscienti dei rischi che correvano e che hanno avuto sfortuna. O che hanno calcolato male per scarse conoscenze (ergo ignoranti).

Quindi il rimborso generalizzato è una truffa verso tutti quelli che non hanno investito in dette banche.
Qualche truffato c'è stato veramente. E questi meritano sì il rimborso. Ma sono una minoranza.
La maggioranza ha investito conoscendo i rischi. Magari non conoscendo nei dettagli ogni signolo rischio, ma comunque sapendo che non era un investitmento sicuro al 100%. Che nessun investimento può essere sicuro al 100%.

E no, l'essere truffato o no non dipende dal tuo essere ricco o povero (il M5S vorrebbe far passare tutti i poveri come truffati).
Dipende dalle informazioni che ti sono state messe a disposizione al momento dell'investimento: possono quindi benissimo esserci ricchi truffati e poveri non truffati (anche se obiettivamente è più facile che il povero, non esperto di questioni finanziarie, venga truffato).

Saluti,

Mauro.

venerdì 4 agosto 2017

Al vostro servizio... o no?

Oggi sono andato a fare un prelievo al bancomat.
Essendo la mia carta emessa da una banca tedesca senza succursali o partner in Italia, prelevare da una banca o dall'altra per me è lo stesso.
Casualmente mi sono trovato davanti allo sportello della ING-DiBa, banca tedesca appartente al gruppo olandese ING.
Inserisco la carta nell'apposita fessura e il software, riconoscendo che la carta è tedesca, mi fa apparire sullo schermo il testo in tedesco.

Peccato che mi accolga con questa schermata:


Cosa significa il testo?
Semplicemente... "Pregasi aspettare, mentre non diamo corso alla sua richiesta".

Molto gentili.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Poi il prelievo è andato bene... era la traduzione andata male... e per fortuna che era una banca tedesca 😀