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venerdì 12 febbraio 2021

Veneziani in Alaska

Tutti avrete letto la notizia dei vetri di Murano ritrovati in Alaska e databili a tempi precedenti a Cristoforo Colombo.

A parte che sappiamo già che Colombo non fu il primo ad arrivare in America (anche tralasciando le migrazioni tramite lo stretto di Bering 15000 anni fa, è provato che i vichinghi intorno all'anno 1000 d.C. arrivarono a Terranova, nell'attuale Canada)... c'è un'altra cosa da osservare.
Cosa che la stampa, ovviamente, tace (anzi, forse neanche si è resa conto del punto).

Sì, si sono scoperti vetri di Murano in Alaska.
Sì, questi vetri sono stati datati ad anni precedenti al viaggio di Colombo.
Sì, anche le fibre tessili a loro legate sono state datate ad anni precedenti al viaggio di Colombo.

Ma no, nulla di tutto ciò ci dice che siano arrivati in Alaska prima che Colombo arrivasse nei Caraibi.

Nessuna analisi (per lo meno nessuna analisi pubblicata) ha dimostrato quando questi vetri siano arrivati in Alaska.
Le analisi pubblicate ci dicono solo quando sono stati prodotti.

Facendo un paragone un po' eretico (del resto questo blog si chiama Pensieri Eretici 😉) sarebbe come se un giorno un archeologo o uno storico valutassero il mio arrivo in Germania in base a un ciondolo che porto al collo.
Quel ciondolo è del 1968, essendomi stato regalato per il battesimo.
Ma io in Germania sono arrivato nel 1996 (portandomi dietro il ciondolo).
Per loro io però sarei arrivato qui nel 1968... visto che una qualsiasi analisi confermerebbe che il ciondolo è del 1968.
Ma io sono arrivato qui 28 anni dopo 😛

Saluti,

Mauro.

giovedì 19 aprile 2018

La sicurezza totale non esiste e non può esistere

Uno degli argomenti che gli antivaccinisti generalmente portano a difesa delle proprie posizioni è: "Ma la vedete la lista dei possibili effetti collaterali sui bugiardini? È lunghissima!".

Argomento assurdo: proprio tale lista parla a favore dei vaccini (o di altri farmaci).
Vi sembra assurdo? Comprensibile, ma solo perché (purtroppo) non si sa come viene gestita la qualità nell'industria.

Io non lavoro nell'industria farmaceutica, ma mi occupo comunque di qualità nell'industria. Oggi nell'industria automobilistica, in passato anche nella tecnologia medicale e nell'elettrotecnica.
Quindi vi posso raccontare qualcosa al proposito.

La parte centrale del mio lavoro è la cosiddetta FMEA, cioè la valutazione dei possibili problemi di un prodotto o processo con l'analisi di possibili cause ed effetti e la ricerca di misure per evitare o almeno ridurre il verificarsi di detti problemi e di misure sul come scoprirli il prima possibile se alla fine comunque si presentano (detto in maniera grossolana, se siete interessati a maggiori dettagli, chiedete pure).
Se voi vedeste le tabelle che ottengo come risultati di queste analisi e valutazioni vi spaventereste e non comprereste più nessun prodotto, che sia un'automobile, un televisore, un antibiotico, un vaccino, un divano, un martello o chissà cos'altro.

Però è proprio questa dettagliata analisi che è una garanzia per l'utente: tale lunga lista di possibili problemi (alias effetti collaterali nel bugiardino) dimostra che il prodotto in questione è stato analizzato fin nei minimi dettagli, che sono state considerate tutte le possibili misure per ridurre al minimo i rischi e che chi lo produce è consapevole che un rischio residuo esiste sempre e che - anche grazie alle leggi - non vuole e non può nascondercelo.

Però... appunto: rischio residuo.
Le valutazioni e le analisi che vi ho descritto servono a scoprire ed evitare i rischi.
Ma la perfezione non è di questo mondo: quindi la sicurezza totale non esiste, non può esistere.
Lo scopo di un qualsiasi processo di qualità (di qualsiasi tipo) è e sarà sempre quello di minimizzare i rischi, non quello di annullarli (ok, il marketing lo promette... ma infatti noi che lavoriamo sul prodotto concreto coi colleghi del marketing più che collaborare spesso litighiamo).
Il rischio zero non esiste: chi lo promette o dice che può essere raggiunto è solo un ciarlatano.

L'unico prodotto che non comporta assolutamente rischi è il prodotto che non esiste.

Saluti,

Mauro.