venerdì 4 gennaio 2013

Razzismo e calcio: no, non sono quattro imbecilli

Ogni volta che durante partite di calcio si verificano episodi di razzismo (cioè ormai praticamente una partita sì e una no) si sentono poi sempre le solite frasi: "quelli non sono tifosi", "sono quattro imbecilli" e simili.

Chi pronuncia queste frasi è connivente o complice dei razzisti. Punto.

Quelli sono tifosi, che vi piaccia o no, che piaccia o no a voi piccole anime innocenti del calcio (del resto si sa, società calcistiche e club di tifosi sono in pratica associazioni di dame di carità, vero?).
Se non fossero tifosi non andrebbero allo stadio, visto che le occasioni di fare i razzisti senza essere filmati e riconosciuti sono più frequenti fuori dagli stadi che dentro.

E no, non sono quattro imbecilli. Se lo dite in buona fede, vuol dire che non siete mai entrati in uno stadio: in uno stadio se solo quattro gatti urlano qualcosa (che siano frasi razziste o qualsiasi altra cosa) col cavolo che li si sente (a parte i tifosi seduti immediatamente di fianco a questi quattro gatti). E col cavolo soprattutto che riuscirebbero a sentirli i giocatori.

E oltretutto: non venitemi a parlare di parte "sana" del tifo, della maggioranza di "brave persone" sugli spalti... se questa maggioranza fosse veramente di brave persone, arbitri e giocatori non avrebbero neanche il tempo di accorgersi degli insulti razzisti in quanto questa maggioranza sommergerebbe i razzisti di fischi e insulti immediatamente.
E invece queste "brave persone" si guardano bene dall'intervenire... aspettano che l'arbitro interrompa la partita o che i giocatori si rifiutino di continuare a giocare per farsi sentire. Giusto per farsi belli e lavarsi la coscienza senza in realtà fare niente, ma proprio niente contro i razzisti.

Saluti,

Mauro.

1 commento:

  1. potrebbe essere mio questo post.
    condivido appieno.
    Tommaso

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