martedì 29 gennaio 2013

Il patrimonio, il reddito e gli economisti

Da più parti, in Italia e all'estero, si invoca la "patrimoniale", cioè una tassa (una tantum o meno) sui patrimoni mobiliari e immobiliari dei ricchi.
Poi si chiede agli economisti e ai politici a essa favorevoli come e a chi dovrebbe essere applicata. E dalle risposte si capisce che la maggioranza di essi non sa cosa sia detta patrimoniale, anche se tutti se ne riempiono la bocca (per inciso: anche i contrari alla stessa, quando portano le ragioni per non introdurla mostrano di non sapere cosa sia o cosa debba essere).

Ora, da un economista mi aspetto che non capisca di economia e finanza (anzi mi stupisco sempre di quei pochissimi economisti che dimostrano di capire qualcosa di economia, cioè di matematica, visto che l'economia in fondo è matematica, anzi banale aritmetica), viste le innumerevoli dimostrazioni date al proposito nei decenni, sia a destra che a sinistra.
Da un politico, da un giurista, da un matematico, eccetera... però mi aspetto qualcosa di meglio.

E cioè che non confonda patrimonio con reddito.
Eppure quasi tutti lo fanno. Infatti la risposta standard alla domanda "A chi andrebbe applicata la patrimoniale?" è "Ai redditi elevati".
Ora... che c'entra il reddito col patrimonio?

Proviamo a definire i due concetti, con parole da povero ignorante, non da grande linguista.
Reddito: ciò che uno guadagna;
Patrimonio: ciò che uno possiede.

Per esempio un laureato di doti eccezionali, ma di famiglia povera o media è capacissimo a 35 anni di guadagnare 250000 € l'anno, ma - essendo partito da zero - è probabile che nel momento in cui arrivi a detto reddito abbia sul suo conto bancario al massimo 50000 €.
Dall'altra parte troviamo l'erede di una dinastia industriale che, cresciuto viziato, non sa fare un belino (per i non genovesi: non sa fare un cazzo) e quindi a 35 anni non guadagna nulla di suo, ma il padre industriale appena morto gli ha lasciato in eredità un patrimonio di dieci milioni di Euro.

Ora secondo tutte queste anime belle secondo cui la patrimoniale andrebbe applicata "ai redditi alti" il laureato senza eredità dovrebbe pagare decisamente di più dell'ereditiero nullafacente. Pur avendo quest'ultimo (al di là di tutti i discorsi morali) un patrimonio ben superiore.

Ora, ci sono motivi sia pro sia contro la patrimoniale (qui non voglio né approvarla né condannarla)... ma prima di parlarne dovremmo almeno imparare che la patrimoniale ha a che fare col patrimonio e non con il reddito.
Le tasse sul reddito del resto tengono già conto di ricchi e poveri, essendo progressive (va beh, gli evasori non pagano nulla, ma io qui sto parlando del concetto di base, non di chi svicola).

Saluti,

Mauro.

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