Premetto che non ho mai fumato in vita mia neanche una singola sigaretta (sono sempre stato troppo impegnato a commettere altri peccati per averne il tempo ;-) ), quindi un mondo senza fumo mi sta benissimo.
Però, premesso ciò, devo dire che la crociata antifumo che dura da qualche anno mi ricorda tanto la caccia alle streghe...
Ultima notizia, proibire il fumo in auto (qui la notizia sul Corriere della Sera).
Se in auto sono presenti bambini o persone malate, tale divieto va benissimo, è sacrosanto.
Ma altrimenti mi sembra esagerato.
L'articolo riporta statistiche sulla pericolosità della sigaretta in auto... ma vorrei avere i dati originali, sapendo come i quotidiani siano adusi a maltrattare le statistiche.
Esempio 1:
Due secondi per rispondere al telefonino, 4-5 secondi per accendersi una sigaretta... va bene, ma poi al telefonino quanto ci rimani a parlare dopo aver pigiato il tasto di risposta? 2 secondi? Mi vien da ridere.
E soprattutto... mentri parli al telefonino (anche con viva voce o auricolare, tenendo entrambe le mani sul volante) devi concentrarti anche su quello che dici, quindi la tua attenzione non può essere dedicata tutta alla guida. Fumare non ti impedisce di concentrarti sulla strada.
Esempio 2:
Cito parola per parola: "la guida distratta ha provocato nel 2008 più di 40 mila incidenti, il 15,5 per cento del totale. Non solo sigarette, certo. Ma anche." Quel "Ma anche" non mi piace proprio... sembra voler scaricare tutto sulle sigarette, volerle usare come capro espiatorio... ma di quei 40000 incidenti quanti sono stati causati dalla sigaretta? È questo l'unico dato che conta, il resto sono chiacchiere e - appunto - fumo.
Saluti,
Mauro.
venerdì 27 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
Processo "breve"
La nuova legge proposta dal governo italiano per il processo breve è inaccettabile: premia non i giudici veloci o gli imputati innocenti... ma solo gli avvocati più cavillosi e i loro clienti (che generalmente non rientrano nella categoria degli imputati innocenti...).
Gli appelli via stampa e internet sono sempre serviti a poco o nulla, ma almeno ci permettono di esprimerci... quindi io ho firmato l'appello di Saviano. Fatelo anche voi.
Saluti,
Mauro.
Gli appelli via stampa e internet sono sempre serviti a poco o nulla, ma almeno ci permettono di esprimerci... quindi io ho firmato l'appello di Saviano. Fatelo anche voi.
Saluti,
Mauro.
Scienza contro la guerra
Purtroppo oggi molta gente - grazie a certa stampa e politica - considera la parola "scienza" come qualcosa di malvagio.
A parte il fatto che ciò è dovuto principalmente a ignoranza scientifica (anzi, ignoranza e basta)... ma non voglio qui fare polemica (anche se - da scienziato - la tentazione è forte)... vorrei solo far notare che la scienza invece può aiutare contro la guerra, le armi e simili.
Non ci credete? Leggete questo articolo e poi ne riparliamo :-)
Saluti,
Mauro.
A parte il fatto che ciò è dovuto principalmente a ignoranza scientifica (anzi, ignoranza e basta)... ma non voglio qui fare polemica (anche se - da scienziato - la tentazione è forte)... vorrei solo far notare che la scienza invece può aiutare contro la guerra, le armi e simili.
Non ci credete? Leggete questo articolo e poi ne riparliamo :-)
Saluti,
Mauro.
venerdì 20 novembre 2009
Giornata universale dell'infanzia
Oggi è (ormai quasi "era", essendo le 23 passate) la Giornata universale dell'infanzia.
I bambini - e la gioventù in generale - sono il capitale più prezioso che l'umanità abbia e, anche se le cose negli ultimi decenni sono decisamente migliorate, rimane un capitale troppo poco protetto. E non solo nel terzo mondo.
Come protezione non intendo la bambagia in cui molte famiglie (soprattutto nel mondo ricco) avvolgono i propri pargoli... anzi questa bambagia è troppa, soffoca, impedisce ai bambini di scoprire la vita e come affrontarla.
No, come protezione intendo il diritto - universale e inalienabile - all'educazione, alla salute, al gioco. Diritto indipendente dalle condizioni economiche e sociali e che - dove le famiglie non possono arrivare - deve essere garantito dalle autorità nazionali o internazionali.
Ma perché la giornata universale dell'infanzia è proprio il 20 novembre? In sè il 20 novembre è un giorno come un altro... però il 20 novembre 1989 (cioè esattamente 20 anni fa) è stata firmata a New York dall'Assemblea generale dell'ONU la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia.
Chi la ha firmata? Tutti i paesi membri dell'ONU.
Beh, in realtà proprio tutti no. Tutti tranne due. Somalia e Stati Uniti d'America non la hanno mai firmata.
Non faccio commenti... dico solo che gli unici due non firmatari sono l'unico stato ormai esistente solo sulla carta e per il quale quindi non si sa chi dovrebbe firmare (la Somalia) e lo stato più potente del mondo (gli USA).
Saluti,
Mauro.
I bambini - e la gioventù in generale - sono il capitale più prezioso che l'umanità abbia e, anche se le cose negli ultimi decenni sono decisamente migliorate, rimane un capitale troppo poco protetto. E non solo nel terzo mondo.
Come protezione non intendo la bambagia in cui molte famiglie (soprattutto nel mondo ricco) avvolgono i propri pargoli... anzi questa bambagia è troppa, soffoca, impedisce ai bambini di scoprire la vita e come affrontarla.
No, come protezione intendo il diritto - universale e inalienabile - all'educazione, alla salute, al gioco. Diritto indipendente dalle condizioni economiche e sociali e che - dove le famiglie non possono arrivare - deve essere garantito dalle autorità nazionali o internazionali.
Ma perché la giornata universale dell'infanzia è proprio il 20 novembre? In sè il 20 novembre è un giorno come un altro... però il 20 novembre 1989 (cioè esattamente 20 anni fa) è stata firmata a New York dall'Assemblea generale dell'ONU la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia.
Chi la ha firmata? Tutti i paesi membri dell'ONU.
Beh, in realtà proprio tutti no. Tutti tranne due. Somalia e Stati Uniti d'America non la hanno mai firmata.
Non faccio commenti... dico solo che gli unici due non firmatari sono l'unico stato ormai esistente solo sulla carta e per il quale quindi non si sa chi dovrebbe firmare (la Somalia) e lo stato più potente del mondo (gli USA).
Saluti,
Mauro.
mercoledì 18 novembre 2009
Pandemie e vaccini 2
Un paio di giorni fa ho scritto un articolo collegato al tema epidemia suina, prendendo spunto da una presentazione in tedesco totalmente non documentata che rischia di portare acqua al mulino di coloro che apparentemente contesta.
Ora grazie all'interessantissimo blog di Paolo Attivissimo vengo a scoprire che di detta presentazione ne esiste anche una versione italiana, per di più ampliata rispetto a quella tedesca da me citata.
Non sto qua a elencare tutte le "imprecisioni" ivi contenute: per un primo lungo elenco leggete quanto scrive Paolo Attivissimo.
Vorrei però esternare un sospetto che mi frulla in testa da tempo.
Visto che a ogni pié sospinto spuntano questi apostoli della verità che ci vogliono edurre su cose che l'informazione classica (notoriamente di regime) ci nasconde (ricordo così a memoria analoghe iniziative su Israele, sull'11 settembre, sul cartello del petrolio, ecc.)... ma che questi apostoli della verità infarciscono le loro rivelazioni di tante e tali assurdità da fare in realtà il gioco dei propri "nemici"...
...non sarà che questi apostoli della verità in realtà sono gli uffici stampa di detti "nemici", che a questo modo smontano a priori la credibilità dei contestatori, senza dover neanche far la fatica di rispondere alle accuse?
Saluti,
Mauro.
Ora grazie all'interessantissimo blog di Paolo Attivissimo vengo a scoprire che di detta presentazione ne esiste anche una versione italiana, per di più ampliata rispetto a quella tedesca da me citata.
Non sto qua a elencare tutte le "imprecisioni" ivi contenute: per un primo lungo elenco leggete quanto scrive Paolo Attivissimo.
Vorrei però esternare un sospetto che mi frulla in testa da tempo.
Visto che a ogni pié sospinto spuntano questi apostoli della verità che ci vogliono edurre su cose che l'informazione classica (notoriamente di regime) ci nasconde (ricordo così a memoria analoghe iniziative su Israele, sull'11 settembre, sul cartello del petrolio, ecc.)... ma che questi apostoli della verità infarciscono le loro rivelazioni di tante e tali assurdità da fare in realtà il gioco dei propri "nemici"...
...non sarà che questi apostoli della verità in realtà sono gli uffici stampa di detti "nemici", che a questo modo smontano a priori la credibilità dei contestatori, senza dover neanche far la fatica di rispondere alle accuse?
Saluti,
Mauro.
martedì 17 novembre 2009
E si insiste con lo spacciarle per liberalizzazioni
Il governo italiano ha deciso di mettere l'acqua (bene pubblico fondamentale) nelle mani dei privati (leggete l'articolo di Repubblica).
Vi cito un passaggio dell'articolo di Repubblica di cui sopra:
"Tema del contendere è il cosidetto 'decreto Ronchi' che stabilisce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, prevedendo tra le altre cose che la quota di capitale in mano pubblica scenda sotto il 30%, lasciando spazio ai privati. Il provvedimento rende di fatto obbligatorie le gare per l'affidamento dei servizi da parte degli enti locali e vieta, quindi, salvo per casi eccezionali, l'assegnazione diretta a società prevalentemente pubbliche e controllate in maniera stringente dall'ente locale affidatario. A partire dal 31 dicembre 2010 quindi, le concessioni frutto di una assegnazione diretta cessano.
La liberalizzazione, inoltre, riguarda tutti i servizi pubblici locali, escluso il gas, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali. Prevedendo tempi 'piu' dilatati per quanto riguarda i rifiuti."
Ma possibile che in Parlamento siano tutti così ignoranti? Perché nessuno dice che queste non sono liberalizzazioni, ma privatizzazioni?
Liberalizzare significa concedere l'ingresso sul mercato a nuovi soggetti, che quindi possono competere con quelli già presenti (monopolisti, oligopolisti o simili).
Quindi liberalizzare dovrebbe significare - in un paese come l'Italia - concedere ai privati di competere con i servizi pubblici.
Ma dato che questo governo italiano ama i monopoli od oligopoli privati e disprezza i servizi pubblici (e meglio funzionano più li disprezza), allora cosa fa? Caccia fuori dal mercato i soggetti pubblici costringendoli a svendere a soggetti privati e spaccia questa privatizzazione forzata, questo esproprio al contrario come una "liberalizzazione".
Sinceramente... più che il governo e i suoi accoliti in questo caso mi fa però rabbia l'opposizione che, pur inalberandosi, accetta la definizione ipocrita di liberalizzazione e non dice le cose come stanno.
Per chi ha ancora un paio di neuroni funzionanti ribadisco: non c'è nessuna liberalizzazione, c'è solo una privatizzazione selvaggia, un esproprio del pubblico a favore del privato.
Quale privato... mi fa paura pensarci.
Saluti,
Mauro.
Vi cito un passaggio dell'articolo di Repubblica di cui sopra:
"Tema del contendere è il cosidetto 'decreto Ronchi' che stabilisce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, prevedendo tra le altre cose che la quota di capitale in mano pubblica scenda sotto il 30%, lasciando spazio ai privati. Il provvedimento rende di fatto obbligatorie le gare per l'affidamento dei servizi da parte degli enti locali e vieta, quindi, salvo per casi eccezionali, l'assegnazione diretta a società prevalentemente pubbliche e controllate in maniera stringente dall'ente locale affidatario. A partire dal 31 dicembre 2010 quindi, le concessioni frutto di una assegnazione diretta cessano.
La liberalizzazione, inoltre, riguarda tutti i servizi pubblici locali, escluso il gas, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali. Prevedendo tempi 'piu' dilatati per quanto riguarda i rifiuti."
Ma possibile che in Parlamento siano tutti così ignoranti? Perché nessuno dice che queste non sono liberalizzazioni, ma privatizzazioni?
Liberalizzare significa concedere l'ingresso sul mercato a nuovi soggetti, che quindi possono competere con quelli già presenti (monopolisti, oligopolisti o simili).
Quindi liberalizzare dovrebbe significare - in un paese come l'Italia - concedere ai privati di competere con i servizi pubblici.
Ma dato che questo governo italiano ama i monopoli od oligopoli privati e disprezza i servizi pubblici (e meglio funzionano più li disprezza), allora cosa fa? Caccia fuori dal mercato i soggetti pubblici costringendoli a svendere a soggetti privati e spaccia questa privatizzazione forzata, questo esproprio al contrario come una "liberalizzazione".
Sinceramente... più che il governo e i suoi accoliti in questo caso mi fa però rabbia l'opposizione che, pur inalberandosi, accetta la definizione ipocrita di liberalizzazione e non dice le cose come stanno.
Per chi ha ancora un paio di neuroni funzionanti ribadisco: non c'è nessuna liberalizzazione, c'è solo una privatizzazione selvaggia, un esproprio del pubblico a favore del privato.
Quale privato... mi fa paura pensarci.
Saluti,
Mauro.
lunedì 16 novembre 2009
Giulio, cosa combini???
Giulio Tremonti ha commissariato la filiale italiana di una banca svizzera, a causa di gravi irregolarità nell'applicazione delle regole antiriciclaggio.
La banca in questione è la Banca Arner di Lugano e la filiale in questione è quella di Milano.
Che cosa c'è di strano, direte voi: Tremonti è ministro dell'economia e delle finanze quindi è nei suoi compiti e poteri - se ritiene le segnalazioni che riceve dalla Banca d'Italia sufficientemente gravi - commissariare o mettere sotto osservazione le banche italiane o le filiali italiane di banche straniere.
Però qualcosina di strano c'è... il caro Giulio ha appena commissariato i conti del capo! Come se il povero Silvio non avesse già abbastanza problemi!
Nella filiale milanese della Banca Arner (tra l'altro già in passato in mezzo a fatti poco chiari) ci sono un conto di Silvio Berlusconi, quelli di società facenti capo ai suoi figli e quelli di molte altre persone di Fininvest o vicine alla stessa.
Solo voci?
Beh, guardatevi l'interessantissimo servizio di Report (la splendida trasmissione di Milena Gabanelli su RAI3) di ieri sera.
Chiaro che l'iniziativa di Tremonti è (sacrosantemente) diretta contro la dirigenza della banca e non contro i correntisti... però le voci (e non solo voci) che indicavano la Banca Arner come uno dei centri del riciclaggio di denaro sporco (anche mafioso) non sono nuove, anzi... quindi è lecito chiedersi perché una persona pubblica, una figura politica come Berlusconi ritenga di potersi tranquillamente mischiare a certa clientela senza destare sospetti.
Se lui lo ha fatto ingenuamente, senza saperne nulla, non dovrebbe avere difficoltà a dimostrarlo e a togliere i suoi soldi da lì (invitando i suoi famigliari e collaboratori a fare altrettanto).
Interessante comunque notare le reazioni dei vari quotidiani.
La Repubblica ne parla, il Corriere della Sera anche, e così La Stampa.
"Casualmente" niente sul Foglio e su Libero, mentre il Giornale - che strano! - allude a strani complotti tra certa stampa e certa magistratura.
La cosa che mi ha stupito è stato non trovare nessun cenno della storia sull'Unità.
Comunque, al di là delle reazioni della carta stampata, ahi ahi Giulio... cosa hai combinato! Commissariare i conti del capo senza neanche chiedere il permesso! :-)
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Mi riferisco alle versioni online dei quotidiani citati. Essendo momentaneamente in mezzo ai boschi svedesi non ho la minima idea di cosa sia stato pubblicato sulle rispettive versioni cartacee.
La banca in questione è la Banca Arner di Lugano e la filiale in questione è quella di Milano.
Che cosa c'è di strano, direte voi: Tremonti è ministro dell'economia e delle finanze quindi è nei suoi compiti e poteri - se ritiene le segnalazioni che riceve dalla Banca d'Italia sufficientemente gravi - commissariare o mettere sotto osservazione le banche italiane o le filiali italiane di banche straniere.
Però qualcosina di strano c'è... il caro Giulio ha appena commissariato i conti del capo! Come se il povero Silvio non avesse già abbastanza problemi!
Nella filiale milanese della Banca Arner (tra l'altro già in passato in mezzo a fatti poco chiari) ci sono un conto di Silvio Berlusconi, quelli di società facenti capo ai suoi figli e quelli di molte altre persone di Fininvest o vicine alla stessa.
Solo voci?
Beh, guardatevi l'interessantissimo servizio di Report (la splendida trasmissione di Milena Gabanelli su RAI3) di ieri sera.
Chiaro che l'iniziativa di Tremonti è (sacrosantemente) diretta contro la dirigenza della banca e non contro i correntisti... però le voci (e non solo voci) che indicavano la Banca Arner come uno dei centri del riciclaggio di denaro sporco (anche mafioso) non sono nuove, anzi... quindi è lecito chiedersi perché una persona pubblica, una figura politica come Berlusconi ritenga di potersi tranquillamente mischiare a certa clientela senza destare sospetti.
Se lui lo ha fatto ingenuamente, senza saperne nulla, non dovrebbe avere difficoltà a dimostrarlo e a togliere i suoi soldi da lì (invitando i suoi famigliari e collaboratori a fare altrettanto).
Interessante comunque notare le reazioni dei vari quotidiani.
La Repubblica ne parla, il Corriere della Sera anche, e così La Stampa.
"Casualmente" niente sul Foglio e su Libero, mentre il Giornale - che strano! - allude a strani complotti tra certa stampa e certa magistratura.
La cosa che mi ha stupito è stato non trovare nessun cenno della storia sull'Unità.
Comunque, al di là delle reazioni della carta stampata, ahi ahi Giulio... cosa hai combinato! Commissariare i conti del capo senza neanche chiedere il permesso! :-)
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Mi riferisco alle versioni online dei quotidiani citati. Essendo momentaneamente in mezzo ai boschi svedesi non ho la minima idea di cosa sia stato pubblicato sulle rispettive versioni cartacee.
sabato 14 novembre 2009
Pandemie e vaccini 1
In rete sta girando un video (o meglio una presentazione) in tedesco sulla speculazione delle case farmaceutiche per l'influenza suina... presentazione molto interessante, ma di poco valore giornalistico ;-)
Battute a parte, gli scandali della finanza e della "Big Pharma" vanno combattuti, ma è bene farlo documentandosi, per evitare di avere armi spuntate durante la battaglia.
E in questo appello ci sono alcune cose che mi hanno dato da pensare (ho controllato - per evitare di scrivere cavolate - velocemente solo quelle che già sapevo essere sbagliate o almeno imprecise, ma non escludo ci siano altri errori nella presentazione).
Punto primo
L'autore continua a dire che le aziende Roche e Relenza guadagnano un sacco di soldi vendendo il loro prodotto Tamiflu. Sinceramente io dubito che la Relenza possa guadagnare soldi col Tamiflu. Semplicemente perché l'azienda Relenza non esiste :-)
Il Tamiflu è un prodotto della Roche (e questo è giusto) mentre il Relenza è un prodotto simile della concorrente GlaxoSmithKline.
Che i due prodotti siano simili è vero, ma non sono comunque lo stesso prodotto, come potete vedere dalle descrizioni (in particolare delle molecole dell'agente attivo) di Tamiflu e Relenza.
Punto secondo
L'autore continua a parlare di Tamiflu e influenza suina, citando oltretutto la dubbia efficacia del Tamiflu. Un'imprecisione e un errore.
È vero che c'è chi consiglia il Tamiflu anche per la suina, ma esso era stato pensato per l'aviaria. Il vaccino per la suina generalmente consigliato è il Pandemrix e si citano anche Focetria e Celvapan.
Tra l'altro il principale di essi, il Pandemrix comprato anche dalla Germania, è un prodotto della GlaxoSmithKline, la quale è quindi profittatrice di entrambe le "pandemie". E nella presentazione non viene citata una sola volta.
Riguardo l'efficacia del Tamiflu... non c'è nulla di dubbio. Si sa benissimo quale è la sua efficacia, è stato testato abbastanza. Si può dire che questa efficacia (a seconda dei casi sul 60-70%) sia bassa, insufficiente, ma non che sia dubbia.
Dubbia, anzi proprio ignota, è invece quella di Pandemrix, Focetria, Celvapan... che non vengono mai citati.
Punto terzo
Verissimo che Donald Rumsfeld ha le mani in pasta col Tamiflu, però in maniera un po' diversa.
Rumsfeld non è l'azionista di maggioranza della Gilead Sciences (ne possederà sì delle azioni, ma da qui a essere l'azionista di maggioranza...), ma ne è stato in passato presidente.
La Gilead Science, scopritrice o inventrice del Tamiflu a seconda dei punti di vista, ormai non possiede più il brevetto dello stesso, avendolo anni fa venduto alla Roche.
Insomma, lo scandalo dietro a questa presunta epidemia/pandemia c'è assolutamente, ma per far qualcosa al proposito meglio usare articoli ben documentati e ricercati invece che presentazioni raffazzonate.
Io vi consiglio questo articolo (purtroppo in tedesco, ma io - come sapete - vivo in Germania).
In italiano purtroppo non ho trovato articoli altrettanto documentati. Molto interessante - anche se non aggiornatissimo essendo del 22 luglio - comunque è questo articolo di Maurizio Ricci su Repubblica.
Riguardo all'Italia si può comunque aggiungere che Enrica Giorgetti, direttrice generale di Farmindustria, è la moglie del ministro della sanità Maurizio Sacconi (qualche dettaglio in più in quest'articolo). Vero che l'industria farmaceutica italiana non è quella che veramente ci guadagna in questa storia... però questo collegamento "famigliare" di sicuro non è piacevole.
Saluti,
Mauro.
Battute a parte, gli scandali della finanza e della "Big Pharma" vanno combattuti, ma è bene farlo documentandosi, per evitare di avere armi spuntate durante la battaglia.
E in questo appello ci sono alcune cose che mi hanno dato da pensare (ho controllato - per evitare di scrivere cavolate - velocemente solo quelle che già sapevo essere sbagliate o almeno imprecise, ma non escludo ci siano altri errori nella presentazione).
Punto primo
L'autore continua a dire che le aziende Roche e Relenza guadagnano un sacco di soldi vendendo il loro prodotto Tamiflu. Sinceramente io dubito che la Relenza possa guadagnare soldi col Tamiflu. Semplicemente perché l'azienda Relenza non esiste :-)
Il Tamiflu è un prodotto della Roche (e questo è giusto) mentre il Relenza è un prodotto simile della concorrente GlaxoSmithKline.
Che i due prodotti siano simili è vero, ma non sono comunque lo stesso prodotto, come potete vedere dalle descrizioni (in particolare delle molecole dell'agente attivo) di Tamiflu e Relenza.
Punto secondo
L'autore continua a parlare di Tamiflu e influenza suina, citando oltretutto la dubbia efficacia del Tamiflu. Un'imprecisione e un errore.
È vero che c'è chi consiglia il Tamiflu anche per la suina, ma esso era stato pensato per l'aviaria. Il vaccino per la suina generalmente consigliato è il Pandemrix e si citano anche Focetria e Celvapan.
Tra l'altro il principale di essi, il Pandemrix comprato anche dalla Germania, è un prodotto della GlaxoSmithKline, la quale è quindi profittatrice di entrambe le "pandemie". E nella presentazione non viene citata una sola volta.
Riguardo l'efficacia del Tamiflu... non c'è nulla di dubbio. Si sa benissimo quale è la sua efficacia, è stato testato abbastanza. Si può dire che questa efficacia (a seconda dei casi sul 60-70%) sia bassa, insufficiente, ma non che sia dubbia.
Dubbia, anzi proprio ignota, è invece quella di Pandemrix, Focetria, Celvapan... che non vengono mai citati.
Punto terzo
Verissimo che Donald Rumsfeld ha le mani in pasta col Tamiflu, però in maniera un po' diversa.
Rumsfeld non è l'azionista di maggioranza della Gilead Sciences (ne possederà sì delle azioni, ma da qui a essere l'azionista di maggioranza...), ma ne è stato in passato presidente.
La Gilead Science, scopritrice o inventrice del Tamiflu a seconda dei punti di vista, ormai non possiede più il brevetto dello stesso, avendolo anni fa venduto alla Roche.
Insomma, lo scandalo dietro a questa presunta epidemia/pandemia c'è assolutamente, ma per far qualcosa al proposito meglio usare articoli ben documentati e ricercati invece che presentazioni raffazzonate.
Io vi consiglio questo articolo (purtroppo in tedesco, ma io - come sapete - vivo in Germania).
In italiano purtroppo non ho trovato articoli altrettanto documentati. Molto interessante - anche se non aggiornatissimo essendo del 22 luglio - comunque è questo articolo di Maurizio Ricci su Repubblica.
Riguardo all'Italia si può comunque aggiungere che Enrica Giorgetti, direttrice generale di Farmindustria, è la moglie del ministro della sanità Maurizio Sacconi (qualche dettaglio in più in quest'articolo). Vero che l'industria farmaceutica italiana non è quella che veramente ci guadagna in questa storia... però questo collegamento "famigliare" di sicuro non è piacevole.
Saluti,
Mauro.
giovedì 12 novembre 2009
La fine della lettura... o no?
In questi giorni un'amica mi ha segnalato un interessante articolo sulla versione online del Times.
L'articolo dice molte cose interessanti, ma scivola a mio parere su alcuni punti importanti.
Per prima cosa mi sembra che l'autore a tratti distingua (giustamente) tra informazione e narrativa e a tratti invece le confonda, il che è un grave errore.
La narrativa è un qualcosa per l'anima, una specie di nutrimento culturale, quindi non può essere ridotta ai minimi termini: può essere corta come un Haiku o lunga come una saga, ma non può essere costretta entro confini dimensionali, deve essere libera di svilupparsi senza regole (al di là di quelle grammaticali e sintattiche).
L'informazione invece ha una regola fondamentale: deve essere esaustiva (cioè fornire tutti gli elementi necessari per essere capita ed eventualmente usata) ma deve farlo in maniera sintetica, non deve affogare il contenuto, l'essenziale in un mare di parole.
E questo valeva già ben prima che esistessero Internet e i telefoni cellulari.
Un'altra cosa sulla quale non sono d'accordo è accusare appunto Internet e cellulari di essere la causa della "fine" della lettura.
La fine della lettura è invece - a mio parere - precedente, causata dalla televisione e soprattutto dalla sua esplosione commerciale negli anni '80.
È lì che è cominciata la fine della narrativa, ma anche quella dell'informazione. Perché la televisione ha aggredito (e quasi ucciso) la lettura tout court, non solo quella delle opere di narrativa (parafrasando una vecchia canzone dei Buggles, "Video killed the radio stars", potrei dire "Video killed the written word").
La televisione ci ha "liberato" dalla fatica della lettura… perché leggere presuppone comunque un’attività, non si può leggere qualcosa passivamente, mentre guardare e ascoltare si può benissimo fare anche passivamente (certo che alla fine rimane un guardare senza vedere e un ascoltare senza sentire, ma non tutti se ne rendono conto).
In questo senso Internet può invece diventare quasi un alleato della lettura, della narrativa, perché sul monitor vediamo e leggiamo anche parole, anche testi. Non saranno libri interi, ma sono comunque parole, frasi, testi scritti, non solo immagini o suoni. Può essere un primo passo verso la riscoperta della lettura.
Quante volte un estratto letto su internet ci ha spinto poi a comprare un libro o una rivista? Più di quelle che crediamo.
I telefoni cellulari invece con la loro iper-estremizzata concisione sono un crimine contro la lettura, la narrativa. Tanto più che hanno spinto le nuove generazioni a inventare una lingua assurda (per esempio negli sms in Italia quasi tutti ormai usano la "k" invece del "ch" oppure scrivono "dove 6?" invece di "dove sei?").
E quest'ultimo fatto mi porta a spostare l'attenzione su quello che per me è il problema più grave, cioè non tanto la scomparsa della lettura (che non è sparita, si legge sempre... ma mentre prima la lettura non era nascosta da altre attività, oggi lo è) quanto la scomparsa della scrittura.
Oggi non si scrive quasi più, si usa uno stile da telegramma in quasi ogni tipo di testo che dobbiamo produrre e soprattutto non si è più abituati a scrivere a mano. Se non si ha a disposizione un palmare o un telefonino non si prendono appunti (e poi si rischia di dimenticare i propri pensieri e le idee che ci possono venire in qualsiasi momento - io per questo ho sempre nella tasca della giacca un caro antiquato taccuino e una penna).
E soprattutto si dimentica il "bello" scrivere, l'uso corretto di grammatica, ortografia e sintassi, l'uso di uno stile elegante e vivace. I testi (anche libri e articoli di quotidiani) sono sempre più sciatti, piatti e scorretti. Non fa piacere leggerli.
Ecco, questo dobbiamo riscoprire: la scrittura prima ancora della lettura.
Saluti,
Mauro.
L'articolo dice molte cose interessanti, ma scivola a mio parere su alcuni punti importanti.
Per prima cosa mi sembra che l'autore a tratti distingua (giustamente) tra informazione e narrativa e a tratti invece le confonda, il che è un grave errore.
La narrativa è un qualcosa per l'anima, una specie di nutrimento culturale, quindi non può essere ridotta ai minimi termini: può essere corta come un Haiku o lunga come una saga, ma non può essere costretta entro confini dimensionali, deve essere libera di svilupparsi senza regole (al di là di quelle grammaticali e sintattiche).
L'informazione invece ha una regola fondamentale: deve essere esaustiva (cioè fornire tutti gli elementi necessari per essere capita ed eventualmente usata) ma deve farlo in maniera sintetica, non deve affogare il contenuto, l'essenziale in un mare di parole.
E questo valeva già ben prima che esistessero Internet e i telefoni cellulari.
Un'altra cosa sulla quale non sono d'accordo è accusare appunto Internet e cellulari di essere la causa della "fine" della lettura.
La fine della lettura è invece - a mio parere - precedente, causata dalla televisione e soprattutto dalla sua esplosione commerciale negli anni '80.
È lì che è cominciata la fine della narrativa, ma anche quella dell'informazione. Perché la televisione ha aggredito (e quasi ucciso) la lettura tout court, non solo quella delle opere di narrativa (parafrasando una vecchia canzone dei Buggles, "Video killed the radio stars", potrei dire "Video killed the written word").
La televisione ci ha "liberato" dalla fatica della lettura… perché leggere presuppone comunque un’attività, non si può leggere qualcosa passivamente, mentre guardare e ascoltare si può benissimo fare anche passivamente (certo che alla fine rimane un guardare senza vedere e un ascoltare senza sentire, ma non tutti se ne rendono conto).
In questo senso Internet può invece diventare quasi un alleato della lettura, della narrativa, perché sul monitor vediamo e leggiamo anche parole, anche testi. Non saranno libri interi, ma sono comunque parole, frasi, testi scritti, non solo immagini o suoni. Può essere un primo passo verso la riscoperta della lettura.
Quante volte un estratto letto su internet ci ha spinto poi a comprare un libro o una rivista? Più di quelle che crediamo.
I telefoni cellulari invece con la loro iper-estremizzata concisione sono un crimine contro la lettura, la narrativa. Tanto più che hanno spinto le nuove generazioni a inventare una lingua assurda (per esempio negli sms in Italia quasi tutti ormai usano la "k" invece del "ch" oppure scrivono "dove 6?" invece di "dove sei?").
E quest'ultimo fatto mi porta a spostare l'attenzione su quello che per me è il problema più grave, cioè non tanto la scomparsa della lettura (che non è sparita, si legge sempre... ma mentre prima la lettura non era nascosta da altre attività, oggi lo è) quanto la scomparsa della scrittura.
Oggi non si scrive quasi più, si usa uno stile da telegramma in quasi ogni tipo di testo che dobbiamo produrre e soprattutto non si è più abituati a scrivere a mano. Se non si ha a disposizione un palmare o un telefonino non si prendono appunti (e poi si rischia di dimenticare i propri pensieri e le idee che ci possono venire in qualsiasi momento - io per questo ho sempre nella tasca della giacca un caro antiquato taccuino e una penna).
E soprattutto si dimentica il "bello" scrivere, l'uso corretto di grammatica, ortografia e sintassi, l'uso di uno stile elegante e vivace. I testi (anche libri e articoli di quotidiani) sono sempre più sciatti, piatti e scorretti. Non fa piacere leggerli.
Ecco, questo dobbiamo riscoprire: la scrittura prima ancora della lettura.
Saluti,
Mauro.
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scrittura,
sintassi
Niente anonimi, grazie
Mi trovo costretto a ribadire: niente commenti anonimi, per favore.
Qualunque commento è ben accetto, sia favorevole che critico riguardo a quello che scrivo, ma solo i commenti con autore - come già detto in passato - verranno pubblicati.
Quelli anonimi... me li leggo e poi li cancello :-)
Del resto non costa molto mettere una firma (nome vero o pseudonimo standard) in fondo al proprio messaggio, no?
Grazie.
Saluti,
Mauro.
Qualunque commento è ben accetto, sia favorevole che critico riguardo a quello che scrivo, ma solo i commenti con autore - come già detto in passato - verranno pubblicati.
Quelli anonimi... me li leggo e poi li cancello :-)
Del resto non costa molto mettere una firma (nome vero o pseudonimo standard) in fondo al proprio messaggio, no?
Grazie.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 11 novembre 2009
La Ministronza
Ho appena letto sul Corriere della Sera un articolo in cui si riporta una (presunta) polemica riguardo un fumetto che "offende" la ministra per le politiche giovanili Giorgia Meloni (leggetelo qui).
Premetto due cose:
1) non ho letto il fumetto in questione, quindi non posso avere un'opinione personale sul fatto che detto fumetto sia satira od offesa;
2) a mio parere la Meloni non brilla tanto per stronzaggine, quanto per assenza... nel senso che al governo lei fa solo numero, nulla più.
Premesso ciò, la mia domanda è: Ma tra tutti quelli che sono insorti contro il fumetto, quanti lo hanno realmente letto?
Credo di non sbagliare di troppo se rispondo: Nessuno.
Saluti,
Mauro.
Premetto due cose:
1) non ho letto il fumetto in questione, quindi non posso avere un'opinione personale sul fatto che detto fumetto sia satira od offesa;
2) a mio parere la Meloni non brilla tanto per stronzaggine, quanto per assenza... nel senso che al governo lei fa solo numero, nulla più.
Premesso ciò, la mia domanda è: Ma tra tutti quelli che sono insorti contro il fumetto, quanti lo hanno realmente letto?
Credo di non sbagliare di troppo se rispondo: Nessuno.
Saluti,
Mauro.
In difesa delle multinazionali...
No, non temete, non ho saltato la barricata :-)
Continuo a essere per i ceti deboli, per il mondo operaio e contro la grande finanza...
Però quando la grande industria, la grande finanza - le multinazionali, insomma - si comportano bene, ho piacere a farlo notare, perché vuol dire che in fondo c'è speranza presto o tardi di avere un mondo più etico.
E la notizia che riguarda la Pepsi Cola, condannata a pagare più di un milione di dollari per la negligenza di una segretaria e la cui dirigenza giustifica questa segretaria... rientra in questo scenario.
Per la storia più o meno completa leggete qui.
Qui nel mio blog segnalo solo una frase del portavoce della Pepsi Cola: "è una delle coincidenze sfortunate di questa storia, ma non è l’unica ragione per cui contestiamo l’accusa che è dubbia e non dimostrabile. Una negligenza, invece, è giustificabile".
A mio parere, un fatto da sottolineare.
Saluti,
Mauro.
Continuo a essere per i ceti deboli, per il mondo operaio e contro la grande finanza...
Però quando la grande industria, la grande finanza - le multinazionali, insomma - si comportano bene, ho piacere a farlo notare, perché vuol dire che in fondo c'è speranza presto o tardi di avere un mondo più etico.
E la notizia che riguarda la Pepsi Cola, condannata a pagare più di un milione di dollari per la negligenza di una segretaria e la cui dirigenza giustifica questa segretaria... rientra in questo scenario.
Per la storia più o meno completa leggete qui.
Qui nel mio blog segnalo solo una frase del portavoce della Pepsi Cola: "è una delle coincidenze sfortunate di questa storia, ma non è l’unica ragione per cui contestiamo l’accusa che è dubbia e non dimostrabile. Una negligenza, invece, è giustificabile".
A mio parere, un fatto da sottolineare.
Saluti,
Mauro.
martedì 10 novembre 2009
Contro i ciclisti
È di moda oggigiorno fare pubblicità per i mezzi di trasporto a basso impatto ambientale... soprattutto è di moda invitare la gente a usare il treno per gli spostamenti a medio e lungo raggio e a usare la bicicletta per gli spostamenti all'interno delle città.
Nulla in contrario in principio, però... la cosa sarà applicabile e accettabile solo quando i ciclisti impareranno che il codice della strada vale anche per loro e non - come loro sembrano credere - solo per chi guida mezzi a motore.
Io vivo in un paese - la Germania - e in una città - Colonia - dove il muoversi in bicicletta è decisamente diffuso. E io stesso mi muovo spesso in bicicletta.
Peccato che se mi fermo al rosso quando sono in macchina tutti lo considerino - giustamente - normale, mentre quando mi fermo al rosso quando sono in bicicletta mi becchi solo sguardi compassionevoli come fossi un povero deficiente.
Dato che però il codice della strada - in Germania come in Italia, Francia, Paesi Bassi o altro - vale per tutti coloro che si muovono su strade pubbliche... ciclisti compresi!... io pretendo che tutti rispettino detto codice.
In breve... se i ciclisti ritengono che il codice della strada per loro non valga, allora io sono da loro stessi autorizzato a investirli quando mi muovo in macchina.
Saluti,
Mauro.
Nulla in contrario in principio, però... la cosa sarà applicabile e accettabile solo quando i ciclisti impareranno che il codice della strada vale anche per loro e non - come loro sembrano credere - solo per chi guida mezzi a motore.
Io vivo in un paese - la Germania - e in una città - Colonia - dove il muoversi in bicicletta è decisamente diffuso. E io stesso mi muovo spesso in bicicletta.
Peccato che se mi fermo al rosso quando sono in macchina tutti lo considerino - giustamente - normale, mentre quando mi fermo al rosso quando sono in bicicletta mi becchi solo sguardi compassionevoli come fossi un povero deficiente.
Dato che però il codice della strada - in Germania come in Italia, Francia, Paesi Bassi o altro - vale per tutti coloro che si muovono su strade pubbliche... ciclisti compresi!... io pretendo che tutti rispettino detto codice.
In breve... se i ciclisti ritengono che il codice della strada per loro non valga, allora io sono da loro stessi autorizzato a investirli quando mi muovo in macchina.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 4 novembre 2009
A proposito di chiesa...
Una mia poesia scritta un po' di anni fa, tanto per chiarire i miei sentimenti al proposito...
Saluti,
Mauro.
---
Erano anni
Erano anni
oggi di nuovo vi sono
entrato
apro la porta
odore d'incenso
sento la litania
ipocrite parole
di un uomo vestito di nulla
di un uomo vestito di chiesa
Erano anni
oggi di nuovo sono entrato
in una chiesa
E ho sentito
dentro e fuori
il vuoto
freddo
Ho alzato lo sguardo
l'uomo in croce
sembrava chiedermi
che ci fai qui?
che ci faccio qui?
Volevo pregare
chiedere a Dio
di esistere
L'uomo sulla croce
mi ha detto
non farlo
Dio
forse è dappertutto
ma non qui
Erano anni
oggi ho aperto di nuovo
la porta di una chiesa
una volta per entrare
una volta per uscire
l'ultima
Dio è altrove
Stoccarda, 26 gennaio 2003
Saluti,
Mauro.
---
Erano anni
Erano anni
oggi di nuovo vi sono
entrato
apro la porta
odore d'incenso
sento la litania
ipocrite parole
di un uomo vestito di nulla
di un uomo vestito di chiesa
Erano anni
oggi di nuovo sono entrato
in una chiesa
E ho sentito
dentro e fuori
il vuoto
freddo
Ho alzato lo sguardo
l'uomo in croce
sembrava chiedermi
che ci fai qui?
che ci faccio qui?
Volevo pregare
chiedere a Dio
di esistere
L'uomo sulla croce
mi ha detto
non farlo
Dio
forse è dappertutto
ma non qui
Erano anni
oggi ho aperto di nuovo
la porta di una chiesa
una volta per entrare
una volta per uscire
l'ultima
Dio è altrove
Stoccarda, 26 gennaio 2003
L'Europa e il crocifisso
Quanto casino scoppiato per la (giustissima) sentenza della Corte Europea sul crocifisso nelle scuole.
Volevo scrivere qualcosa al proposito, poi ho scoperto quest'intervento (leggetelo!!!) di Andrea Bonanni sul suo blog sul portale di Repubblica e mi sono detto... "porca miseria... ha detto tutto quello che volevo dire io, e ora cosa scrivo?" :-)
Posso solo aggiungere che mentre l'Europa parla del crocifisso, forse il Vaticano vorrebbe l'Europa crocifissa (l'Italia la ha già crocifissa da quel dì).
Mi sa che le truppe italiane nel 1870, ai tempi di Porta Pia, abbiano sbagliato qualcosa... ed è meglio che mi morda le dita e non scriva cosa.
Saluti,
Mauro.
P.S. 06.11.09:
Mi permetto di consigliare anche questa lettura (grazie Aglaja per la segnalazione).
Volevo scrivere qualcosa al proposito, poi ho scoperto quest'intervento (leggetelo!!!) di Andrea Bonanni sul suo blog sul portale di Repubblica e mi sono detto... "porca miseria... ha detto tutto quello che volevo dire io, e ora cosa scrivo?" :-)
Posso solo aggiungere che mentre l'Europa parla del crocifisso, forse il Vaticano vorrebbe l'Europa crocifissa (l'Italia la ha già crocifissa da quel dì).
Mi sa che le truppe italiane nel 1870, ai tempi di Porta Pia, abbiano sbagliato qualcosa... ed è meglio che mi morda le dita e non scriva cosa.
Saluti,
Mauro.
P.S. 06.11.09:
Mi permetto di consigliare anche questa lettura (grazie Aglaja per la segnalazione).
lunedì 2 novembre 2009
Famiglia, scuola ed educazione sessuale
Leggete questo articolo: "Foligno: incinta a 14 anni, partner di 15 - I genitori: a scuola si faccia prevenzione".
Non notate nulla di strano?
Io sì: la pretesa dei genitori che la scuola faccia quello che loro non hanno fatto, cioè parlare coi propri figli della sessualità.
Quando la smetteremo di pretendere che altri (le "istituzioni") facciano ciò che noi non abbiamo saputo - o molto più probabilmente voluto - fare?
Quando lo faremo di sicuro il mondo diventerà un posto molto migliore.
Saluti,
Mauro.
Non notate nulla di strano?
Io sì: la pretesa dei genitori che la scuola faccia quello che loro non hanno fatto, cioè parlare coi propri figli della sessualità.
Quando la smetteremo di pretendere che altri (le "istituzioni") facciano ciò che noi non abbiamo saputo - o molto più probabilmente voluto - fare?
Quando lo faremo di sicuro il mondo diventerà un posto molto migliore.
Saluti,
Mauro.
domenica 1 novembre 2009
Ciao Alda
È morta Alda Merini.
Chi era? Semplicemente una persona normale, come tutti noi. E in più la più grande poetessa contemporanea.
Non la più grande poetessa italiana contemporanea, come stanno scrivendo ora i vari quotidiani nei loro coccodrilli. No, non la più grande poetessa italiana contemporanea.
La più grande poetessa contemporanea e basta.
Una breve (provvisoria) biografia la trovate in questo articolo di Repubblica.
Ma, meglio ancora, andate sul suo sito, dove potrete leggere anche alcune sue poesie.
Ciao Alda. E grazie di essere esistita.
Saluti,
Mauro.
Chi era? Semplicemente una persona normale, come tutti noi. E in più la più grande poetessa contemporanea.
Non la più grande poetessa italiana contemporanea, come stanno scrivendo ora i vari quotidiani nei loro coccodrilli. No, non la più grande poetessa italiana contemporanea.
La più grande poetessa contemporanea e basta.
Una breve (provvisoria) biografia la trovate in questo articolo di Repubblica.
Ma, meglio ancora, andate sul suo sito, dove potrete leggere anche alcune sue poesie.
Ciao Alda. E grazie di essere esistita.
Saluti,
Mauro.
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