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lunedì 25 dicembre 2023

Un'altra fermata a San Fruttuoso (dettagli genovesi special)

E qui a San Fruttuoso/Marassi gli arredamenti delle fermate si spostano... dopo che ad agosto vi avevo fatto vedere qui una fermata di Corso Galliera, ieri ho trovato arredata la fermata precedente, al confine tra Corso Galliera e Piazza Carloforte.
Tra l'altro arredata con due comodi puff (magari non proprio adatti alle persone più anziane, però).


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

martedì 1 agosto 2023

Una fermata a San Fruttuoso (dettagli genovesi special)

Forse ricorderete tempo fa la fermata d'autobus arredata a Marassi, Genova.

Bene quella fermata ora è di nuovo spoglia. In compenso l'arredo si è spostato un po' più a valle, per la precisione in una fermata di Corso Galliera a San Fruttuoso.


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

sabato 23 aprile 2022

Una fermata a Marassi 2 (dettagli genovesi special)

Nel luglio dell'anno scorso vi presentai l'arredamento di una fermata dell'autobus a Marassi (mica che quelli di Castelletto si credano gli unici ad avere fermate arredate!).

È tempo di aggiornamenti! Aggiornamenti primaverili.

Questo è quello che vi ho trovato oggi:

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

giovedì 15 luglio 2021

Una fermata a Marassi (dettagli genovesi special)

L'amica Miss Fletcher, nota divulgatrice delle bellezze genovesi, ha una sua fermata AMT (i trasporti pubblici genovesi) del cuore a Castelletto.
Una fermata, diciamo così, particolare, dove gli utenti si sbizzarriscono a creare comodi e piacevoli salottini e qualche volta anche angoli da lavoro!
Qui potete leggere (e soprattutto vedere) la storia di detta fermata, aggiornata al 18 maggio 2021.

Nel novembre dell'anno scorso poi la Miss venne in trasferta a Marassi (sì, venne, perché è lì che vivo io quando sono a Genova) e scoprì un'altra fermata che gli utenti avevano deciso di rendere più confortevole di quanto non fosse nei piani originari dell'AMT.
Ne parlò qui, e questa fu la situazione che trovò all'epoca:


Come detto però questa fermata non è lontana da casa mia, si trova a Marassi, così sono voluto andare a dare un'occhiata anch'io e ho scoperto una fermata che si evolve, esattamente come quella di Castelletto:


La fermata non è più per quattro, ma per tre, però con sedie un po' più classiche, di legno (quindi più fresche di quelle in similpelle di novembre).
Cambiano le stagioni, cambiano mode ed esigenze.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

martedì 26 gennaio 2021

Il Covid e il trasporto

Una delle discussioni più accese in tempi di Covid è quella sulla scuola.
Scuole aperte o chiuse? Didattica in presenza o a distanza?
Va detto che le stesse polemiche (anche se in questo caso non hanno raggiunto il grande pubblico) sono state fatte anche per l'home office. Lavoro in ufficio o lavoro da casa?
Per tacere delle polemiche legate alla chiusura di determinati tipi di attività commerciali, culturali, ecc.

Sono polemiche giustificate?
Io non voglio fare un discorso giuridico o psicologico, ma epidemiologico.

Chi vuole aprire qualcosa dice sempre (ma non sempre portando numeri e studi, anzi...) che la determinata attività non è pericolosa, non è causa di focolai se non in casi eccezionali, eccetera, eccetera.
A parte il fatto che non è vero, o meglio non puoi dirlo, visto che i focolai vengono scoperti solo in una parte dei casi, in molti casi ti ritrovi un contagio diffuso senza sapere da dove è partito, se c'è stato un focolaio o meno.

Però il problema vero è un altro.

Puoi mettere in sicurezza una scuola, un ufficio, un negozio, un museo?
Non certo al 100%, ma con un impegno serio puoi comunque limitare i rischi (che poi quest'impegno nella maggioranza dei casi purtroppo non c'è stato, ma di questo fatto nessuno degli "aperturisti" ne tiene conto).

Gli "aperturisti" spesso dimenticano un fatto: a scuola, in ufficio, in negozio, al museo ci devi arrivare.
E poi da lì devi tornare a casa.
E non tutti possono muoversi con mezzi di trasporto privati. E questo fatto vale soprattutto per la scuola, vista l'età dei suoi fruitori (ovviamente parlo dei discenti, non dei docenti).

E bus, metropolitane, treni (con le rispettive fermate, stazioni, ecc.) sono molto più difficili da mettere in sicurezza, molto di più.
E sono meno controllabili, visto il continuo "ricambio" di utenti a ogni fermata.

In sostanza:
1) Sui trasporti è più difficile mantenere distanze e regole (e poi sei in mezzo a sconosciuti, non puoi sapere se qualcuno è contagioso o meno), ergo più facilmente ti puoi infettare.
2) Sui trasporti... trasporti anche il virus. Anche se non ti infetti lì, puoi portare il virus da casa a scuola, ufficio, ecc. o viceversa.

Fino a che non troviamo una soluzione ottimale o almeno decente per rendere i trasporti più sicuri, discutere su scuola/lavoro in presenza o a distanza è guardare il dito, non la luna.
Per lo meno da un punto di vista epidemiologico.

Saluti,

Mauro.

martedì 11 giugno 2019

L'occupazione dello spazio cittadino

Non esistono solo l'inquinamento atmosferico e quello acustico.
È giusto combatterli - entrambi, ma ovviamente soprattutto il primo - se vogliamo migliorare l'ambiente in cui viviamo e soprattutto se vogliamo lasciare un mondo vivibile alle prossime generazioni.

Ma c'è un altro inquinamento, anche se pochi lo chiamerebbero con questo termine, e contribuisce altrettanto a rendere le nostre città invivibili.
Io lo chiamo inquinamento "spaziale".
E no, non c'entrano astronauti e cosmonauti. C'entra lo spazio che abbiamo a disposizione nelle nostre città.
E questo spazio è sempre più occupato da veicoli di ogni tipo. Ce n'è sempre meno a disposizione per gli esseri viventi (umani e no).
E questo problema, questo inquinamento, non cambia se camion, auto e moto sono diesel o elettriche o qualsiasi altra cosa. Anzi, per quanto possa sembrare un paradosso, anche le biciclette contribuiscono.

Oltre alle politiche per ridurre le emissioni servono politiche per ridurre l'occupazione dello spazio cittadino da parte delle ruote a scapito dei piedi.

Prima che ci fraintendiamo: non voglio la sparizione dei mezzi di trasporto (di ogni tipo), voglio solo che se ne ripensi l'uso.
Uso in molti casi necessario (e allora lo difendo a spada tratta, che si tratti di camion, auto o biciclette).
In molti altri però no (e allora lo combatto, indipendentemente dal mezzo di trasporto usato).
E in particolare: sono per una crescita del trasporto pubblico (a prezzi ragionevoli, ma non sottocosto, visto che ciò spingerebbe a usarlo anche quando non serve e quindi lo gonfierebbe oltremisura).

Saluti,

Mauro.