Ieri Mattia Butta (ma non è stato l'unico in questi giorni) ha pubblicato un articolo in cui spiega che anche nella vita reale regaliamo da stupidi dati importanti sulla nostra vita, non solo in rete.
Tutto giusto, ma io andrei oltre.
Ipotizziamo, per assurdo, che solo tramite la rete si possano ricavare dati sulle persone e che la vita reale sia sicura.
Il furbo, quello che ha capito tutto, si cancella da Facebook e per
sicurezza toglie l’URL dai preferiti e disinstalla l’app.
Contemporaneamente fa lo stesso con Google e comincia a usare solo altri
motori di ricerca (e visto che lui “sa”, toglie Chrome e passa a un
altro browser).
Però Facebook non è (più) il social network e Google non è (più) il motore di ricerca.
Entrambi sono ormai conglomerati che possiedono un sacco di altre aziende e gestiscono un sacco di altre applicazioni e siti.
Ma lui è furbo e infatti va su Internet senza più fornire dati a Facebook e Google.
Lui è furbo. Li fornisce solo ad aziende che appartengono a quei colossi
costringendoli a fare la fatica di un passaggio in più prima di averli a
disposizione sul proprio server centrale.
Perché lui è furbo, mica si fa fregare da Facebook o Google.
Per le cose importanti poi lui si affida a Yahoo, Twitter, LinkedIn, ecc., ecc. mica a Facebook e Google.
Perché lui è furbo. Mica come noi.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Testo pubblicato in origine (con minime variazioni) come commento all'articolo citato all'inizio.
Febbre di Mobule 🤔
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