mercoledì 2 marzo 2022

Pensieri sui problemi delle transizioni e delle rinnovabili

Tra i temi fondamentali del dibattito attuale causato dal cambiamento climatico ci sono - oltre ovviamente alle fonti rinnovabili (fonti, non energie!) - le due transizioni: energetica e digitale.

Qui voglio proporvi qualche mio pensiero sparso al proposito.
Non sarà un articolo unitario come normalmente cerco di scrivere qui sul blog, ma piuttosto una serie di spunti, in parte slegati tra loro, che spero possano stimolare la discussione o almeno darvi da pensare.

E, prima di fraintenderci: questo non è un articolo scientifico. Sono miei pensieri, nati da un dialogo su Twitter con Mirella Castigli.

Buona lettura.

Transizione energetica

1) Si parla spesso di fotovoltaico sui tetti. Ingenuità. Basterebbe solo per una minima frazione delle necessità. E oltretutto non su tutti i tetti si possono mettere pannelli. È qualcosa, in fondo, per sentirsi ecologici, non per esserlo veramente.
2) L'idrogeno è senza se e senza ma parte del futuro energetico, non è il futuro tout court, ma è parte importante di esso. Ma non va dimenticato che l'idrogeno non si trova libero in natura, va prodotto (mediante separazione dell'acqua, per esempio).
3) Uno dei più grandi problemi di eolico e fotovoltaico è e sarà lo stoccaggio. Certo il miglioramento tecnologico degli accumulatori e di altri strumenti migliorerà molto la situazione, ma a livello di rinnovabili il più efficiente metodo di stoccaggio rimarranno sempre i bacini idrici.
4) Collegato al problema stoccaggio c'è anche il problema del trasporto dell'energia. Si parla di cavi sottomarini. Giusto, ottima scelta e tecnologicamente provata... ma come porti i cavi sottomarini, per esempio in Baviera o Alto Adige? Ti serviranno sempre gli elettrodotti... e gli elettrodotti scatenano i NIMBY (lo vedo qui in Baviera, dove c'è una forte protesta contro l'elettrodotto che dovrebbe portare qui l'energia prodotta con l'eolico nel nord per sostituire il nucleare che sta chiudendo).
5) Eolico offshore... in mari come il Mare del Nord è una vera risorsa. Ma nel Mediterraneo? Non basta vedere se c'è vento o meno. Nel Mediterraneo i fondali sono velocemente profondi e molto spesso sono pura roccia. Un'impresa tecnologica non da poco piantarci le torri eoliche. E un'impresa distruttiva dei fondali, soprattutto.

Transizione digitale - Net Zero

6) Non bisogna dimenticare le questioni sociali legate alla questione climatica: non solo clima, ma migrazioni "ecologiche". In futuro saranno sempre più le migrazioni dovute al cambiamento climatico e meno (anche se oggi suona strano) quelle dovute alla povertà in senso classico.
7) Uno dei punti di cui si parla tanto è la Carbon Capture and Storage (CCS). Obiettivamente è utile, utilissima, va sviluppata con tutte le forze... ma non è risolutiva. Ha i suoi limiti (quantitativi più che qualitativi). A mio parere la priorità va comunque sempre posta sulle emissioni.
8) La conservazione e l'infrastrutturazione sono in realtà le sfide maggiori nella transizione (sia digitale che energetica). Paradossalmente la produzione è al momento il problema minore, essendo più quantitativo che qualitativo. Stoccaggio e trasporto invece...
9) High Performance Computing... bellissima cosa (e da fisico mi fa brillare gli occhi 😉), ma è da prendere con le molle: è energivora e quindi potenzialmente dannosa. Pensiamo per esempio all'hype sulla blockchain (il cui uso principale oggi riguarda le valute virtuali): è assolutamente energivora. Se non si trova il modo di rendere i supercomputer meno energivori... risolviamo un problema creandone due dall'altra parte.
10) Poli di eccellenza. In realtà in Italia già li abbiamo (IIT, PoliMi, Pisa, per esempio) ma non li consideriamo. E non solo dal punto di vista dei finanziamenti. C'è poca considerazione politica, ma soprattutto (purtroppo) poca considerazione sociale nei loro confronti. Senza considerazione sociale chiudiamo la scienza in una torre d'avorio... ma la chiudiamo noi dall'esterno, non è la scienza a chiudersi. E inoltre in Italia non riusciamo a fare rete.
11) E-Mobility. Ci lavoro. È obiettivamente il futuro, ma ha senso solo cambiando alla svelta il modo di produrre energia (e per farlo non basta impiantare un paio di pale eoliche e montare un paio di pannelli solari). Se no è solo un modo per spostare il problema da un punto di vista geografico, non per risolverlo.

Fonti rinnovabili

12) Il mondo sta sottovalutando alla grande il geotermico. E col mondo anche l'Italia... eppure ne abbiamo tanto e siamo stati pionieri (mai sentito parlare di Larderello?).
13) Per quanto riguarda l'eolico non si deve dimenticare che abbisogna di tanto, tanto cemento (e anche asfalto per quello onshore: servono le strade per raggiungere le pale per la manutenzione e altro).
14) Il solare ha anche un problema di cui si parla molto poco (quasi nulla, in realtà): i pannelli non sono eterni e a fine vita parte di essi vanno trattati come rifiuti speciali. Non puoi buttarli nel bidone dell'indifferenziato.
15) Alla fine il sistema più semplice ed efficace (sia per la produzione che per lo stoccaggio dell'energia) rimane l'idroelettrico... ma costruire i bacini significa danneggiare (o comunque modificare) i biotopi locali.
16) Il nucleare spesso viene visto male anche da chi lo considera pulito e non pericoloso. A causa dei costi. Pochi però sanno che una parte non indifferente dei costi è di tipo assicurativo. E non per il rischio di incidenti tipo Chernobil o Fukushima, bensì per il rischio terrorismo (e sono costi nati con le proteste e gli attacchi degli ambientalisti alle centrali e ai trasporti delle scorie... non certo col terrorismo islamico, sovranista o simili).
17) Insomma, bisogna rendersi conto che una fonte di energia veramente verde alla fine non esiste. Esistono solo fonti di energia più o meno grigie.

Saluti,

Mauro.

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