Nella primavera del 1978 venne prima rapito e poi ucciso Aldo Moro.
E io stavo finendo la quarta elementare.
A casa mia da sempre la trasmissione TV più seguita è il telegiornale. E allora anche più di oggi.
A quei tempi a scuola si studiava ancora una materia chiamata Educazione Civica (roba strana a sentirla oggi).
Quindi anche da bambino sapevo cosa era la politica, cosa erano partiti, istituzioni, eccetera, eccetera.
Però il rapimento di Moro, il 16 marzo 1978, segnò per me una cesura nella mia formazione.
Quel giorno nacque una coscienza civica e politica, la mia coscienza civica e politica.
Perché da quel giorno cominciai attivamente a fare (a mio padre dapprima e ai vari insegnanti poi) e a farmi domande sulla politica, sulla società. Sulla polis e sulla civis in senso lato.
Da quel giorno cominciai a chiedere e a chiedermi i perché delle scelte politiche e come si formavano e si attuavano.
Il rapimento (e poi l'uccisione) di Aldo Moro non mi ha certo detto quali fossero le idee giuste e quale partito votare una volta maggiorenne, ma mi ha detto che la politica ci riguarda tutti, non è qualcosa di estraneo a noi.
Che la politica siamo noi.
E non dimentichiamoci mai che l'uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta ha ucciso anche una politica fatta di dialogo e di responsabilità condivise che Moro ed Enrico Berlinguer stavano costruendo e che forse, anzi probabilmente, ci avrebbe portato un'Italia migliore.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
3 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento