Molti dei miei lettori sanno che Münster è stata, per così dire, il mio ingresso in Germania.
Ho vissuto lì dal 1996 al 2001 e lì ho ancora molti amici e conoscenti.
Quindi l'attentato di ieri (che non è legato al terrorismo bensì a problemi psichici del responsabile, a quanto pare) mi ha colpito particolarmente.
Però qui oggi non voglio parlarvi dell'attentato in sé o dei miei sentimenti, bensì del Kiepenkerl.
Tutti avrete sentito o letto questa parola. E tutti avrete letto che il Kiepenkerl è un ristorante di Münster e che prende il nome dalla statua di un mercante posta fuori dal locale (e molti avranno pensato che Kiepenkerl fosse il cognome di detto mercante... no, non lo è).
Non è proprio così, anche se è vero che il ristorante davanti a cui è avvenuta la strage si chiama Kiepenkerl.
Qui vorrei raccontarvi cos'è veramente il Kiepenkerl. Sperando che vi interessi.
Partiamo dal ristorante.
In realtà si tratta di due ristoranti: il Großer Kiepenkerl e il Kleiner Kiepenkerl, siti fianco a fianco nella piazzetta chiamata Spiekerhof.
L'attentato è avvenuto sui tavoli all'aperto del primo, il "grande" Kiepenkerl.
Si tratta di due tra i più tradizionali locali di Münster, con ambiente famigliare ma servizio e cucina di alta qualità. Il primo esistente nella forma attuale dal 1891 (ma erede di una tradizione ben più lunga) e il secondo con già comunque i suoi 60 anni sul groppone.
In entrambi i locali sono spesso andato quando vivevo a Münster e se capitate da quelle parti non posso che consigliarveli entrambi (anche se il Großer Kiepenkerl ha comunque un qualcosa di più, non solo storicamente).
E ora veniamo al mercante.
Intanto chiariamo: i ristoranti non prendono il nome dalla statua. Ma proprio dal mercante (come anche la statua stessa).
Del resto la statua è stata fatta e posizionata nel 1896, mentre come detto sopra il primo dei due ristoranti esiste almeno dal 1891.
Kiepenkerl (plurale: Kiepenkerle) non era un cognome, bensì la denominazione dei mercanti ambulanti diffusi nell'area compresa tra il Sauerland (poco a nordest di Colonia) e Amburgo (infatti il nome viene non dal tedesco ufficiale, bensì dal dialetto parlato in parte di quell'area).
Questi ambulanti rifornivano le città con prodotti della campagna (uova, latticini, pollame, ecc.) e le campagne con prodotti come sale, tessuti, ecc. ma anche notizie, quando i giornali non esistevano ancora (o erano limitati alle città).
Nella zona di Münster (il Münsterland) questi ambulanti avevano un abbigliamento più o meno standard e facilmente riconoscibile: gerla a spalla, berretto, pipa, giacchetta blu, bastone, zoccoli di legno.
Il nome viene proprio dalla gerla a spalla: in tedesco locale si chiama Kiepe (Kerl invece significa uomo, tipo... quindi Kiepenkerl si può tradurre come "l'uomo, il tipo con la gerla").
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Post che mi è piaciuto molto, brau!
RispondiEliminaTra l'altro in questi giorni di vacanza caso vuole che abbia incontrato parecchi Bavaresi, con alcuni dei quali mi sono trattenuto a parlare un bel po' di svariati argomenti (ovviamente in primis dei fatti di Münster. In particolare una coppia di anziani di Monaco (ma originari del nord) incontrati al ristorante Solive di Nigoline di Corte Franca e una (relativamente) giovane coppia di Augusta che era nel nostro stesso B&B.
Grazie!
EliminaOK, mi è sfuggita una parentesi di chiusura... la fretta...
RispondiEliminaCapita 😉
EliminaAh ma grazie, è sempre bello imparare cose nuove.
RispondiEliminaDel resto ti ricorderai di un certo Toro di Münster che di quei posti qualcosa dovrebbe saperne ;)
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