Sì, lo so, nella vulgata comune il discorso moderato/radicale oggi riguarda solo l'Islam.
Ma al di là di ciò che io che scrivo, voi quattro gatti che mi leggete e chiunque altro possa pensare dell'Islam... la domanda riguarda obiettivamente la religione come concetto in sè. Al di là delle singole dottrine.
E la mia risposta è no: una religione non può essere moderata.
Una religione - qualsiasi essa sia - ha dei precetti, dei comandamenti (al di là del termine con cui vengono definiti, comandamenti restano... e per me, proveniente da una cultura cattolica - anche se personalmente ateo - il termine "comandamenti" rimane il più chiaro, il più comprensibile).
Quindi se uno è sincero credente in una qualsiasi religione... prende alla lettera detti precetti, detti comandamenti. Se è credente solo a parole, di quei precetti, di quei comandamenti in realtà non gliene frega nulla.
Ergo: il credente moderato non può esistere. Il credente può essere solo radicale. O non essere un vero credente.
Prima che fraintendiate: no, l'essere radicale non giustifica la violenza.
Il rispetto degli altri, anche se non condividono il tuo credo, deve essere patrimonio di qualsiasi essere civile - credente e non credente - quindi se uccidi in nome di un dio, qualunque esso sia, ciò dimostra solo che sei un povero bastardo, non che sei radicale (visto che un credente o è radicale o non è proprio, ma comunque la grande maggioranza dei credenti di qualsiasi religione non uccide nessuno, per fortuna).
Saluti,
Mauro.
(2, 4, 4, 1, 3, 5)
9 ore fa
E poi, uccidere in nome di un dio amorevole e contrario alla violenza? Bisogna non averlo proprio, il cervello: e purtroppo le religioni stesse sono strutturate in modo da lavarlo via del tutto fino a creare dei pazzi fanatici del tutto privi di raziocinio.
RispondiEliminaRadicale comunque non è sinonimo di assassino, non dimentichiamolo.
Elimina@Mauro
RispondiEliminaVero; però la radicalità rende più probabile cadere preda del fanatismo. Ai kamikaze viene promesso il paradiso se si fanno saltare insieme agli "infedeli", e proprio la mancanza di moderazione della loro religione li rende facili prede di questa interpretazione malata della religione stessa.
Il mio punto riguarda proprio questo: sei veramente religioso non puoi che essere radicale (qualsiasi religione professi). Se non sei radicale in fondo non sei neanche religioso. Non puoi esserlo.
RispondiEliminaNon sono proprio d'accordo, perché alla fine le religioni sono, come tutti i costrutti sociali, risponderti a leggi che cambiano col cambiare della società e si adattano a diversi sistemi culturali. Basta vedere la interpretazione dei comandamenti cristiani da parte di cattolici e protestanti, e fra cattolici italiani e, che so, filippini. Poi, un credente può onestamente (ovvero, senza fingere di credere) dare più peso ad alcuni precetti e meno ad altri.
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