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sabato 17 dicembre 2016

Cuore e ragione

È molto amata (soprattutto da chi cita compulsivamente senza preoccuparsi di capire) la frase secondo cui il cuore ha ragioni che la ragione non conosce.

Ma delle (molto più numerose) ragioni della ragione che il cuore non conosce (e che né vuole né può conoscere) ne vogliamo parlare?

Saluti,

Mauro.

mercoledì 26 agosto 2015

Una storia di peso e di successo

Pochi giorni fa vi avevo dato i miei consigli per perdere peso.
L'articolo ha avuto un successo notevole, ricevendo in pochissimi giorni quasi un migliaio di visite.
Un successo che non riesco a spiegarmi.

Perché?

Premettiamo che il mio blog non è certo abituato a numeri notevoli.
E gli articoli più letti lo diventano per motivi ben precisi e spiegabili.
Generalmente vengono letti perché vengono citati o consigliati altrove, da me o da altri (no, Facebook e Google+ non contano, perché lì segnalo tutti i miei articoli, quindi tutti dovrebbero ricevere tante visite).
Oppure vengono letti grazie al fatto che contengono immagini e spesso queste sono cercate al di là del contenuto del mio articolo (che quindi viene trovato anche se non cercato).

Bene, i cinque articoli più letti della storia del mio blog (e vari altri nelle posizioni successive) rientrano appunto in queste due categorie.

Però c'è un'eccezione. Appunto i miei consigli per perdere peso.
Non contiene immagini.
Non lo ho spammato da nessuna parte (FB e G+ a parte... ma vedi sopra).
Non è stato - almeno che io sappia - citato da altri blog o siti.
Non aveva neanche etichette particolari che potessero in qualche modo veicolare contatti.

Eppure sta raccogliendo un sacco di lettori.
Non che mi dispiaccia (sarei ipocrita a sostenerlo), però non me lo spiego.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 24 giugno 2015

Una leggenda cinematografica

Qualche giorno fa mi sono rivisto il film "Il Gattopardo". Gran film.

La citazione più famosa dal film (e dal libro da cui è tratto) è senza ombra di dubbio "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".
Tanto famosa che in realtà la conoscono anche coloro che non hanno mai né visto il film né letto il libro.

C'è un solo piccolo problema (no, la citazione - contrariamente ad altre nella storia del cinema e della letteratura citate sempre sbagliate - è testualmente corretta, almeno riguardo al film... il romanzo lo ho letto secoli fa e non posso ora controllare)... questa frase viene sempre attribuita a Don Fabrizio, Principe di Salina (interpretato nel film da Burt Lancaster). Persino sulla copertina del DVD in mio possesso viene attribuita a lui.
Però Don Fabrizio non pronuncia mai questa frase. E quando parla del concetto che la frase esprime sembra quasi rattristarsene, non averlo come programma.

E allora?
La frase esce dalla bocca del nipote del principe, Tancredi (interpretato nel film da Alain Delon), che tra l'altro la intende veramente in maniera programmatica.
Ho voluto riguardarmi la scena più volte. Eppure continuava a pronunciarla Tancredi.

La cosa interessante è che sia in rete che nelle biblioteche si trova sufficiente materiale con l'attribuzione corretta (qui un esempio)... ma nella testa della gente rimane pronunciata da Don Fabrizio.

Il romanzo è del 1956 (pubblicato nel 1958) e il film del 1963. Ormai temo che quelle parole nelle teste rimarranno per l'eternità appiccicate al personaggio sbagliato.

Saluti,

Mauro.

giovedì 15 maggio 2014

Citazioni e traduzioni (per tacer dei nomi)

Una delle citazioni più amate e diffuse della storia dell'umanità è l'abusata "cogito ergo sum" di Cartesio.

A parte che Cartesio non è mai esistito... infatti lo scienziato e filosofo francese si chiamava René Descartes, non Cartesio (e io odio il cambiare i nomi: quando qui in Germania, per esempio, sento che l'America venne scoperta da Kolumbus e non da Colombo vengo preso da manie omicide... indipendentemente dal fatto che in America i vichinghi di Erik il Rosso ci arrivarono prima di Colombo, ma questo non c'entra con nomi e traduzioni).

A parte ciò, dicevo, siamo sicuri che la citazione sia poi così corretta?
No, nonostante la diffusione della citazione, direi proprio di no.

Per prima cosa va detto che Descartes non scrisse solo in latino, anzi alcuni dei suoi lavori più importanti li scrisse direttamente in lingua "volgare", che per lui era il francese.
E infatti il "cogito ergo sum" nacque nel 1637 come "je pense, donc je suis". In francese, appunto.
E quando Descartes riprese la frase in latino in un lavoro successivo (1641) la scrisse in un latino grammaticalmente corretto e completo come "ego cogito, ergo sum".

La versione ormai purtroppo universalmente accettata "cogito ergo sum" quindi non è mai esistita in Descartes. Solo nei suoi commentatori ed epigoni.

Saluti,

Mauro.